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Odio il Natale, la serie su Netflix: la comedy al femminile in Italia fa ancora fatica

Odio il Natale con Pilar Fogliati è una serie furbetta che risulterà gradevole per chi ama i cliché di stagione, oltre a quelli sentimentali. La protagonista Gianna ha 30 anni, è single e “deve” trovare l’amore a Venezia entro il 25 dicembre. A tratti si sorride delle sue iperboliche disavventure, ma la comedy italiana al femminile resta tuttora una bella addormentata in cerca d’autore.
A cura di Grazia Sambruna
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Dopo Falling for Christmas, il discutibile film natalizio con protagonista Lindsay Lohan tra montagne innevate senza trama, ecco approdare su Netflix la risposta made in Italy alla richiesta di rom-com sotto l'albero. Da mercoledì 7 dicembre è infatti sbarcata sulla piattaforma, la serie Odio il Natale, sei puntate con protagonista Pilar Fogliati. Interpreta Gianna, una trentenne che, per come la vedono parenti e amici, dovrebbe davvero impegnarsi a trovare l'uomo della sua vita. Si sta facendo tardi. Ebbene, esasperata dai continui inviti a quagliare, la nostra in un attimo di follia, garantisce ai genitori che si presenterà alla tradizionale cena di Natale con un fidanzato, il suo fidanzato.

Inizia il countdown. Ed è gradevole, a tratti. Se la reference del progetto, però, è il più volte citato film Love Actually, ecco, siamo ben distanti da quei fasti di romanticismo e tagliente ironia. Ci troviamo davanti, invece, a una serie carina da tenere in sottofondo durante le feste. Ma nulla di più. Ed è un peccato. Seguirla nella ricerca spasmodica di un partner presentabile alla famiglia per Natale può essere divertente, per quanto le situazioni in cui si caccia diventino via via sempre più iperboliche dal mercato del pesce al "barely legal": strappano un sorriso, alle volte, ma risulta difficile empatizzare, riconoscersi in quelle sciagure.

Se questa è la prima fragilità, di fondo, del progetto, passiamo alle debolezze tecniche: Venezia è una splendida location, ma non ci girerei. Soprattutto se la maggior parte degli attori, protagonista compresa, hanno una più o meno marcata inflessione romana. Un dettaglio, certo, ma stride parecchio, nel complesso. Soprattutto quando entra in scena qualcuno che ricorda, improvvisamente, di essere nato nella Serenissima e parla da tale. Ops.

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Più che una serie, poi, Odio il Natale vuole essere un One Woman Show di Pilar Fogliati. L'attrice aveva già recitato in un progetto similare, il disastroso ExtraVergine con Lodovica Comello (Fox), e per quanto qui i progressi, a livello di sceneggiatura, siano evidenti, c'è ancora qualcosa di farraginoso che impedisce un godimento completo. Per esempio, gli infiniti blocchi in cui l'attrice protagonista monologa guardando dritto in camera, rivolta ai telespettatori. La rottura della quarta parete in una serie comedy femminile è stata sdoganata dal successo mondiale di Fleabag (Prime Video), ma questa non è una buona ragione per abusarne. Come espediente narrativo, infatti, funziona solo quando il character ha una personalità fortissima. E va, comunque dosato.

Premesso tutto ciò, Odio il Natale resta una serie gradevole, perfetta per il disimpegno delle Sante Feste, leggera al punto giusto ma anche zeppa di cliché e sferzantissime battute prese in prestito a piene mani dal Pleistocene della "comicità": "Sono uscita con uno e poi ho scoperto che fosse sposato. Mi ha detto di avermelo tenuto nascosto perché… è timido". Le matte risate. Nevicano cliché. Però c'è chi li adora, soprattutto durante le Feste.

Odio il Natale è, in conclusione, un progetto sensato, collocato nella giusta stagione e furbetto anche per questo. Adattamento italiano della serie norvegese Natale con uno sconosciuto, verrà visto, magari apprezzato e subito dimenticato per passare ad altro. Eppure, di rom-com natalizie entrate nella storia del cinema e dell'intrattenimento, ce ne sono eccome da L'amore non va in vacanza a Love Actually, passando per il tragicomico Diario di Bridget Jones. Ecco, la Gianna di Pilar Fogliati è stata scritta per essere una novella Bridget Jones, ma non ha abbastanza verve per risultare credibile come tale: le manca la naturale goffaggine, come anche l'ironia tagliente: "Perché al giorno d'oggi ci sono così tante donne sopra i trenta non sposate, Bridget?", "Sarà perché in mezzo alle gambe abbiamo un grosso paio di cesoie".

La comedy al femminile nel nostro bel Paese rimane una bella addormentata tuttora in cerca d'autore.

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Sto scrivendo. Perennemente in attesa che il sollevamento di questioni venga riconosciuto come disciplina olimpica.
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