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Non ho mai…la serie che abbatte gli stereotipi degli adolescenti e ci fa ridere dei loro guai

È arrivata su Netflix la terza stagione di “Non ho mai”, serie di Mindy Kaling, che abbatte con sarcasmo ed ironia gli stereotipi sugli adolescenti attraverso le avventure di Devi, che crescendo affronta tutte le sue paure.
A cura di Ilaria Costabile
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È il 12 agosto, siamo in piena estate, ma per qualcuno le ferie sono ancora lontane, ed ecco che quando tutto manca ancora una volta le piattaforme streaming vengono in nostro soccorso. Dopo un anno di attesa è tornata su Netflix una delle serie più amate degli ultimi due anni, divertente, leggera, sbarazzina e anti-convenzionale, che abbatte gli stereotipi narrativi e sociali si tratta di "Never Have I Ever", in italiano "Non ho mai" arrivata alla sua terza stagione. Se l'unica cosa che desiderate è spegnere per un attimo il turbinio di pensieri che assediano la vostra mente, questa serie teen (ma che è meno adolescenziale di quanto si possa pensare) fa decisamente al caso vostro.

Le avventure di Devi, una quindicenne americana di origini indiane, sono ciò che di più lontano possa esistere dall'approccio smielato e poco veritiero del racconto dell'amore liceale, trito e ritrito in mille film o serie tv che hanno raccontato le tribolazioni dei giovani statunitensi, imbrigliati nei rigidi compartimenti della società che li vuole "sfigati", "geni" o "incredibilmente fighi". Ebbene in Non ho mai tutti i dettami a cui siamo abituati, anche in relazione ad una cultura diversa come quella indiana, grazie al guizzo dell'ideatrice Mindy Kaling vengono sovvertiti, e probabilmente è proprio qui il bello. La protagonista, una strepitosa Maitreyi Ramakrishnan, con una mimica facciale che cattura al primo sguardo, non solo è intelligente e ha un corteo di amiche potenzialmente strane, ma ha le aspirazioni di quella che nei teen drama tradizionali si definirebbe "la bella della scuola" che punta al tipo affascinante e senza scrupoli.

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Ebbene, Devi non solo riesce nel suo intento a suon di battute, di comportamenti strambi, di sedute dalla psicologa che la aiuta ad interrogarsi, a leggersi dentro, ad elaborare la scomparsa dolorosa e inaspettata del padre e a capire davvero i suoi desideri da cosa siano alimentati, ma riesce a conquistare Paxton (Darren Barnet), facendo pace con le sue insicurezze e assecondando l'onda delle sue sensazioni. Il bivio che si trova a vivere nella seconda stagione e che avrà un suo risvolto nella terza, con tanto di sorpresa, è quello che costantemente vive chi prova a superare le sue paure nel modo più bello e terribile di tutti: crescendo.

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Devi assapora l'adrenalina della conquista, convincendo Paxton a darle una chance, ma prova il disorientamento della perdita quando capisce che anche Ben (Jaren Lewinson) con cui ha sempre avuto un rapporto amore-odio, è parte integrante della sua vita. Affronta l'immobilità del dolore e comprende le ansie di sua madre che, in fin dei conti, vorrebbe per lei solo il meglio. Insomma Never Have I Ever è un cammino, divertente, scanzonato e sarcastico verso la crescita personale e soprattutto verso l'accettazione di sé, perché è solo mettendo un piede davanti all'altro, facendo sbagli a ripetizione e provando a raccontarsi meno bugie, ma anche prendendosi sul serio con le giuste dosi, che si scopre cos'è che "desideriamo fare e non abbiamo mai fatto". 

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Nata nel 1992, giornalista dal 2016. Ho sempre scritto di cultura e spettacolo spaziando dal teatro al cinema, alla televisione. Lavoro nell’area Spettacolo di Fanpage.it dal 2019.
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