Sul tag Lgbt rimosso alla serie Dahmer, Costanzo: “Forse Netflix pensava di perdere abbonati”
La serie Netflix su Jeffrey Dahmer si è trasformata velocemente nel fenomeno del momento. Prodotta dal colosso dello streaming, creata e diretta da Ryan Murphy, la miniserie racconta una delle vicende di cronaca nera più oscure degli anni ’80 negli Stati Uniti. Dahmer assecondava violenti istinti omicidi selezionando le sue vittime negli ambienti omosessuali dell’epoca.
Le polemiche da parte della comunità omosessuale
Le prede erano tutti giovani uomini di bell’aspetto, spesso afroamericani, talvolta asiatici. Nella serie si consumano tentativi di approccio, relazioni sessuali e poi terribili violenze sui corpi degli uomini gay. Ecco perché Netflix aveva deciso in un primo momento di inserire il tag Lgbt alla serie sulla piattaforma. Una scelta che è stata aspramente criticata dalla comunità omosessuale, che ha preso le distanze dalla vicenda del “cannibale di Milwaukee”. L’associazione generica alle persone omosessuali con simili orrori sarebbe tecnicamente ingiusta per la comunità. Netflix, dal canto suo, ha deciso di rimuovere il tag per ovviare al problema ed evitare ulteriori polemiche.
Il parere di Maurizio Costanzo sul tag Lgbt di Netflix
Sulla vicenda, sulle pagine del settimanale Chi, si è espresso anche Maurizio Costanzo. Il giornalista ha sottolineato il successo clamoroso della serie che, stando ai numeri, l’ha confermata la serie più vista a livello globale. Tuttavia Costanzo crede che la scelta del colosso dello streaming di togliere l'etichetta Lgbt dalla serie possa corrispondere al timore di perdere abbonati. Cosa che, comunque, difficilmente sarebbe successa. "Da tempo sostengo che alcuni di noi stiano esagerando con il politically correct", sostiene il giornalista. "Sinceramente non ho capito il motivo di tanto baccano da parte della comunità Lgbt, ma nemmeno perché Netflix abbia tolto il tag. Paura di perdere abbonati? Non credo sarebbe successo. La serie sta avendo un successo clamoroso".