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Money Shot, La Storia di Pornhub: un viaggio negli abissi tra revenge porn e pedopornografia

Senza eccessivi toni da Santa Inquisizione, il docu-film Money Shot: La storia di Pornhub è un pugno allo stomaco. Mette in evidenza il marcio che si nasconde, ma nemmeno troppo, dietro all’industria del porno online. Dando parola sia ai detrattori che ai sostenitori della piattaforma, lascia tra le mani dello spettatore un dilemma morale con cui si troverà costretto a fare i conti.
A cura di Grazia Sambruna
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Money Shot: La Storia di Pornhub non è un documentario adatto a una serata spensierata. Sbarcato su Netflix mercoledì 15 marzo, nella sua ora e mezza di durata trasporta lo spettatore alla scoperta dei peggiori abissi della piattaforma hot, tra revenge porn e pedo-pornografia. Uno scandalo esploso ufficialmente nel 2020 grazie all’articolo di denuncia firmato dal giornalista Nicholas Kristof, già vincitore del Premio Pulitzer, sul New York Times. L’inchiesta prese il via dalla petizione online denominata Trafficking Hub che mirava a denunciare i contenuti, troppo spesso illegali, caricati sulla piattaforma da utenti anonimi e irrintracciabili. Contenuti su cui il sito monetizzava comunque. Queste le premesse di una storia che arriverà a proporre le testimonianze dei “survivors” come, per esempio, minorenni sfruttati e finiti alla mercé di chiunque volesse vederli “umiliati” contro la loro volontà. È un pugno allo stomaco.

Nonostante gli interventi di creator hard, sex worker e sceneggiatrici di video a luci rosse che difendono la piattaforma a spada tratta, il ritratto che il docu-film affresca di Pornhub non è di certo tra i più edificanti. E non per bigottismo. Creato per gioco da tre studenti della Columbia University, il sito è poi stato acquisito da un magnate milionario e lì la sua popolarità è esplosa a livelli impossibili da gestire. O, ancora peggio, il sospetto ventilato dal documentario è che da quel momento il focus si sia spostato esclusivamente sulla monetizzazione con buona pace del controllo contenuti. Basti pensare che solo 30 moderatori erano chiamati a verificare i video caricati sulla piattaforma dovendo quindi visionare, senza audio, dagli 800 ai 1000 filmati al giorno. Facebook ha assunto 15mila impiegati allo stesso scopo. E già annaspano per la mole di dati da approvare o “bannare” dal social. Lasciamo al lettore il calcolo delle proporzioni. Anche se, proseguendo nella visione, emergerà molto altro.

Money Shot: La Storia di Pornhub non è, in ogni caso, la Santa Inquisizione. Oltre a dare la parola a chi lavora tuttora presso la piattaforma e ne elogia le potenzialità, evidenzia in stile cronachistico anche le contraddizioni e ciò su cui il sito avrebbe urgente bisogno di lavorare per evitare che delinquenti e pervertiti lo utilizzino come veicolo di filmati illegali in tutto il mondo. Molto analitico, il progetto è strutturato su statistiche e numeri comprovati. Come quelli che sottolineano il grande successo della categoria “Teen”. “Non significa che in quei video si trovino necessariamente minorenni – spiega una creator – solo, casomai, donne e uomini adulti dalle fisicità acerbe che possono farli sembrare liceali”. Sarà davvero sempre così? Intanto, la piattaforma è considerata corsara fin dalla nascita: dal 2013 a oggi, Cina, Thailandia, Russia e Filippine hanno già provveduto a bandirla, proprio a causa del rischio pornografia infantile.

Da Kanye West al nostro Salmo, negli anni sono state molte le celebrità a sfruttare Pornhub per farsi pubblicità e, ancora oggi, il sito è tra i più conosciuti al mondo. Se volete trascorrere un’oretta leggera, sentiamo di sconsigliarvi fortemente questo nuovo titolo Netflix. Se invece l’argomento vi intriga e, magari, dopo la visione rimarrete con la l'interesse di approfondire le storture dell’industria del porno americana, “Hot Girls Wanted” è il nome di un altro documentario Netflix, questa volta una serie, che punta una gigantesca lente di ingrandimento sul marcio ai limiti della legalità che si nasconde dietro a ciò che in molti chiamano “intrattenimento per adulti”. Può far male, lasciare un opprimente senso di claustrofobia. Anche di ribrezzo. Come sempre, però, prima di condividere, sarebbe meglio sapere. Money Shot: la storia di Pornhub è la puntuale cronaca di uno scandalo che forse da troppo fingiamo di ignorare. Wanna cum?

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Sto scrivendo. Perennemente in attesa che il sollevamento di questioni venga riconosciuto come disciplina olimpica.
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