Un successo non solo nei numeri quello della serie Netflix Mercoledì, prodotta ed in parte diretta da Tim Burton. Nata come spinoff de La Famiglia Addams, la trama segue Jenna Ortega, alias Mercoledì, mentre inizia la sua avventura più terrificante: quella del collegio. Un viaggio tra i confini del paranormale, della violenza e del male sociale. Una personalità adolescenziale che però funziona in forza di una macabra legge dell’attrazione: quella del male.
Perché siamo attratti da personaggi malvagi e talvolta letali? È quasi fisiologico. Tutti ci appassioniamo di fronte al crimine e a tutto ciò che ha a che fare con l’oscurità perché porta a confrontarci con quelli che sono i principali temi esistenziali: la morte, i legami sociali e la mostruosità che talvolta purtroppo vi è insita. Pensiamo a quante volte guardando proprio un film tentiamo di coprirci gli occhi con una mano nel momento esatto in cui un crimine sta per essere compiuto. In quegli istanti, però, non ci dimentichiamo mai di lasciare i giusti spazi tra le dita per “goderci” il colpo letale. Sono caratteristiche che accomunano tutti: curiosità mista a paura verso l’ignoto.
In verità, però, il concetto di male è mutevole. Per i bambini male è semplicemente ciò che è emozionante, mentre per gli adulti l’attrazione per il macabro ed il malvagio è direttamente proporzionale alla formazione emotiva individuale. Ma qual è il segreto del successo della protagonista della serie tv Netflix targata Tim Burton?
Cinica e ribelle, esplosiva e a tratti vendicativa, la Mercoledì interpretata da Jenna Ortega rappresenta forse il volto più sommerso della Generazione Z. Una generazione che ha conosciuto, e che conosce, condizioni economiche e sociali peggiori di quelle che hanno riguardato i genitori: la precarietà, la crisi climatica, la disparità generazionale e la pandemia. Nell’era post lockdown, i giovani non trovano spesso una valida alternativa al nichilismo. Per questo Jenna Ortega con la sua Mercoledì è diventata un punto di riferimento. La piccola Addams, per utilizzare un termine che utilizzerebbero i post millennials, non è affatto una poser.
È intelligente e va contro il sistema, ma senza mai essere anarchica. Lontana dall’essere vittima di sé stessa, ha una propria idea di società e lavora per costruirla. Inizialmente un outsider quanto a relazioni sociali, nel corso degli episodi si aprirà anche a sentimenti autentici verso alcune persone, come la compagna di stanza Enid Sinclair. L’arte della retorica non è sicuramente il suo forte, ma il suo personaggio invia alcuni messaggi importanti al pubblico, soprattutto ai più giovani. Anzitutto, il suo essere “anormale” in un contesto di diversi come quello della Nevermore Academy, insegna ad essere sempre se stessi. Ma soprattutto spiega che in certi frangenti è opportuno ribellarsi al sistema, ma con l’obiettivo sempre di migliorarlo. Non sembra un azzardo paragonare il character di Jenna Ortega ad una versione dark di Greta Thunberg.