
Da una serie i cui protagonisti sono solo dei ragazzini, ci si aspettava di vederli crescere e in Mare Fuori 5 non avrebbero potuto farlo in modo migliore. Al termine degli ultimi sei episodi, disponibili su Rai Play dal 26 marzo, appare lampante che per questa stagione la parola d’ordine sia stata “evoluzione” e l’emblema ne è la protagonista, Rosa Ricci.
Affranta e disillusa, cercava vendetta dopo la morte di suo padre e suo fratello e, con l’aiuto di Carmela, si riprende il comando delle piazze di spaccio di Napoli. Nell’IPM, però, conosce Tommaso. Anche lui ha perso un fratello, in un modo terribile e ingiusto, e questo dolore condiviso la fa sentire meno sola. Si aiuteranno a vicenda a far chiarezza sul loro passato, comprenderanno che una via d’uscita c’è sempre e, nella maggior parte dei casi, è quella del perdono. È per questo che, dopo aver scoperto che è ancora viva, decide di riallacciare i rapporti con sua madre Maria, dandosi l’opportunità di tornare a essere figlia.

Il cambiamento più significativo, però, secondo chi scrive è quello di Pino e Cardiotrap e si condensa in una scena dell’episodio “Un’altra vita”, il decimo di quest’ultima stagione. Dopo aver fatto l’amore con Alina, Pino va dal suo amico e glielo confessa. “Ora se vuoi picchiarmi, mi picchi”, gli dice con le lacrime agli occhi. “Ho visto come ti guardava e come tu guardavi lei. Vorresti risolvere questa cosa, picchiandoci? Sono stanco di tutto questo male, dobbiamo spezzare questa catena”, gli risponde il personaggio interpretato da Domenico Cuomo. Ripensando a quei due adolescenti immaturi e irruenti che, arrivati nell’IPM, faticavano ad avere un confronto con qualcuno senza cedere all’istinto di ricorrere alla violenza, questa scena non si può che ritenere la più significativa di tutta la stagione.
Con buona pace di chi riteneva ingiusta l’uscita di scena di Carmine Di Salvo ed Edoardo Conte, gli addii proseguono anche in questa stagione. Cardiotrap lascia l’IPM insieme a Silvia e questo potrebbe essere il loro saluto definitivo. Scelta che risulterebbe comprensibile, visto che anche il personaggio interpretato da Clotilde Esposito ha raggiunto l’apice del suo sviluppo narrativo. La ragazza che usava la sua bellezza per ammaliare gli uomini, per puntare a una vita che altrimenti non avrebbe mai potuto avere, comprende finalmente che l’amore non si compra. E così, con dignità e orgoglio, restituisce a Lino tutti i gioielli che le aveva regalato: “Io non ti amo”, gli dice. È quella l’unica cosa che conta.
È così che l’IPM, il tanto odiato carcere minorile con il mare fuori che sbatte in faccia ai detenuti il sogno di una vita migliore, si rivela un luogo salvifico. Grazie al lavoro del comandante Massimo, della direttrice Sofia e dell’educatore Beppe, i giovani protagonisti sbagliano e neanche poche volte, ma ognuna di quelle volte vengono presi per mano e posti davanti alle conseguenze delle loro azioni. Soffrono e si redimono, ma amano, sperano e sognano: quei ragazzini arrabbiati con il mondo sono finalmente diventati grandi.




