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Mare Fuori 4

Mare Fuori 4, la recensione dei primi episodi: un Romeo e Giulietta dietro sbarre di cartone

Come sono i primi episodi di Mare Fuori 4 arrivati oggi 1 febbraio su Raiplay? All’altezza del progetto ma sempre più lontani dal racconto di una generazione difficile incastrata tra le grate di un carcere minorile. Più spazio ai sentimenti e meno al crimine, che diventa laterale, su uno sfondo quasi macchiettistico. Un Romeo e Giulietta dietro sbarre di cartone.
A cura di Eleonora D'Amore
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I primi episodi di Mare Fuori 4 parlano chiaro: Rosa e Carmine saranno protagonisti assoluti di questa quarta stagione e il loro amore sarà sempre più centrale nelle dinamiche delle storie dell'intera serie. A tal punto da invertire la rotta, da restituire la sensazione che il progetto voglia virare sul genere romance a discapito del crime. Le puntate sono all'altezza del progetto ma sempre più lontane dal racconto di una generazione difficile incastrata tra le grate di un carcere minorile.

Non che questo rappresenti necessariamente un malus ma è quanto meno un aspetto da considerare. Soprattutto qualora si voglia riavvolgere un nastro per analizzare i motivi per cui oggi Mare Fuori è diventato uno dei riferimenti ìdella serialità italiana e, notizie alla mano, anche internazionale (The Sea Beyond è stato acquistato dallo streamer statunitense MHz Choice per la diffusione in Nord America). La diluizione degli elementi più cruenti e dei contesti delinquenziali appare voluta per oliare dinamiche relazionali che non si fermano a Rosa Ricci e Carmine Di Salvo.

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Come confermato da Cristiana Farina a Fanpage.it, la storia tra Rosa (Maria Esposito) e Carmine (Massimiliano Caiazzo), in questa moderna rivisitazione della faida familiare tra Montecchi e Capuleti nei vicoli della Sanità a Napoli, non è l'unica che si impone all'attenzione degli spettatori. C'è Edoardo (Matteo Paolillo) nel triangolo con Carmela (Giovanna Sannino) e Teresa (Ludovica Coscione), Pino O’ Pazzo (Artem) con Kubra (Kyshan Wilson) e Diego detto Dobermann (Salahudin Tijani Imrana), Cucciolo (Francesco Panarella) diviso tra il senso di protezione per il fratello Micciarella (Giuseppe Pirozzi) e l'amore per Milos (Antonio D'Aquino), e ancora Cardiotrap (Domenico Cuomo) unito da un nuovo spartito alla new entry Alina (Yeva Sai). Non ultima, la direttrice Sofia Durante (Lucrezia Guidone), che non finirà tra le braccia del Comandante Massimo Valenti (Carmine Recano) come Paola Vinci (Carolina Crescentini) ma si muoverà in modo lineare con la messa in onda in tv nel giorno di San Valentino.

Data non casuale viste le intenzioni. Il contesto criminale è sintetizzato (almeno nei primi episodi) nella figura di Don Salvatore (Raiz), che ritrova "l'erede" Edoardo Conte e si avvale dell'ennesimo flashback per motivare l'assenza nelle loro vite della madre di Ciro e Rosa, Maria Ricci, interpretata da Antonia Truppo. La sommarietà dei passaggi che portano all'approccio malavitoso e il planare sul tessuto sociale e culturale con continue riduzioni di senso, ingabbiano l'intero contesto in una dimensione troppo fictionata.

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Che sia un ospedale o un carcere non ha importanza, ormai Mare Fuori non ha più regole: si entra e si esce, ci si veste e pettina alla moda, si agisce indisturbati, si usano le strutture come semplici location, adattandole alle proprie esigenze narrative. È così che un nosocomio può essere scambiato per un albergo e il carcere riprodotto al molo San Vincenzo per un campo scuola con un rigido regolamento e non di più.

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A disperdersi è la natura di Mare Fuori, sempre più distante dall'ambizioso Scugnizzi di Nanni Loy e più allineata a un classico teen drama. Più spazio ai sentimenti e meno al crimine, che diventa laterale, su uno sfondo quasi macchiettistico. Un Romeo e Giulietta dietro sbarre di cartone.

La quarta stagione si lascia vedere? Assolutamente sì. E questo anche grazie al cast che, complice una diversa maturità sul set, derivata dalle molteplici esperienze nel cinema e nella serialità di altro genere, è capace di notevoli cambi di registro. Volti e talenti come quelli di Massimiliano Caiazzo e Domenico Cuomo sono destinati a scrivere più di una pagina del cinema che verrà, in un percorso artistico che in evoluzione sembra stare bruciando più di qualche tappa.

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Casertana di origine, napoletana di adozione. Laureata in Lingue e Letterature Straniere all'Università L'Orientale di Napoli, sono Caposervizio dell'area spettacolo a Fanpage.it dal 2010, anno in cui il giornale è nato. Cinefila e appassionata di tv, nel tempo libero mi alleno a supportare un cognome impegnativo. 
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