video suggerito
video suggerito
Opinioni

M – Il figlio del secolo, il Mussolini di Marinelli tra Guzzanti e Trump per svelare il fascismo di ieri e di oggi

La poderosa serie Sky che racconta l’ascesa di Mussolini è uno sguardo al passato con affaccio sul presente. Il Mussolini di Marinelli è sempre sull’orlo della parodia, ma non scherza mai. Un prodotto che meriterebbe visioni collettive e al quale farebbe bene a interessarsi anche la Rai.
A cura di Andrea Parrella
8 CONDIVISIONI
Immagine

"Seguitemi, anche voi mi amerete". È la provocazione al pubblico con cui il Mussolini interpretato da Luca Marinelli apre M – Il figlio del secolo, la serie Tv tratta dai romanzi di Antonio Scurati, al via dal 10 gennaio su Sky e in streaming su NOW. Un monologo che dà misura degli intenti di questa serie, diretta da Joe Wright, in cui si ripercorre l'ascesa al potere del duce attraverso un dialogo costante tra il figlio del secolo e il pubblico. È questa la scelta di scrittura degli sceneggiatori Stefano Bises e Davide Serino, dare vita a una sorta di confessione, forse una seduta psicanalitica, che svela le ipocrisie, i cambi di direzione, le forzature necessarie al regime fascista per inserirsi nella storia, salvarsi dal pericolo di perire prima ancora di nascere, quindi di durare vent'anni.

In questa serie assistiamo alla costruzione di quel processo collettivo che sfrutta rabbia e odio coltivati da Mussolini come un propulsore per riscrivere i confini di ciò che è accettabile. Inammissibile, appunto, è la parola che il Mussolini di Luca Marinelli pronuncia come un ordine, un sibillino invito ai suoi sottoposti ad agire, ogni volta che trova davanti a sé un ostacolo alla sua scalata, teorizzata dalla Margherita Sarfatti interpretata da Barbara Chichiarelli, supportata dal fedele Cesare Rossi di Francesco Russo. È inammissibile il gerarca fascista che minaccia di farsi una lista propria alle elezioni in protesta con la deriva dissoluta del partito, così come è inammissibile la libertà di cui gode Matteotti nel poter accusare di brogli elettorali i fascisti in parlamento. Due storie dal finale identico.

Immagine

M – Il figlio del secolo è la vicenda di un uomo che convince se stesso e il pubblico delle fandonie che sta raccontando. Questo canale di comunicazione parallelo è la costante di questa serie, il Mussolini di Marinelli entra ed esce dalla scena di continuo, ripercorre il passato con dei salti nel futuro, come quando deforma il motto di Donald Trump trasformandolo in Make Italy Great Again, o descrive la ciclicità attraverso cui i popoli smarriti "vanno verso idee semplici per trovare sfogo dai propri rancori, evasione dal senso mortificante della propria impotenza". Sta parlando di ieri, ma parla inevitabilmente di una tendenza dell'oggi, un tempo in cui chiedere alla seconda carica dello stato di professarsi antifascista appare come una provocazione, un'offesa.

Immagine

Ma la genesi del fascismo raccontata in M – Il figlio del secolo è inaspettatamente anche parodia. Nella mimesi che Marinelli cerca con Mussolini c'è a tratti la seriosità del Mario Adorf che lo interpretò ne Il delitto Matteotti, film di Florestano Vancini del 1973, ma non mancano gli sprazzi di Fascisti su Marte e del Mussolini ridicolo di Corrado Guzzanti. Osserviamo un uomo con le sue insicurezze, la paura di non farcela che si ripresenta costantemente e davanti alla quale lui rilancia, puntando tutto e finendo per vincere, a volte nemmeno lui sa come.

Corrado Guzzanti in Fascisti su Marte
Corrado Guzzanti in Fascisti su Marte

Tutti gli elementi di questa serie concorrono all'obiettivo più alto, quasi impossibile, che un prodotto audiovisivo possa porsi: incidere sul presente, facendo luce su certe logiche che hanno contribuito al disastro del ventennio fascista, che il popolo italiano non subì solamente, ma al quale contribuì largamente, a vari livelli istituzionali e in termini di consenso. Una serie che meriterebbe visioni collettive nei cinema, incontri, per la quale sarebbe auspicabile un interessamento della Rai, che a naso non se ne interesserà. "La democrazia è bellissima – dice il Mussolini ormai a capo del governo – ti dà un sacco di libertà, anche quella di distruggerla". Si parla di fascismo di ieri e, in fondo, di fascismo di oggi, un fenomeno latente che mai come in questo tempo pare pronto ad esplodere in una forma diversa ma, di fatto, sempre uguale.

8 CONDIVISIONI
Immagine
"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views