Lea, Anna Valle: “Le infermiere affrontano ogni giorno il dolore dei bambini, non so se ci riuscirei”
Lea – Un nuovo giorno è la fiction con Anna Valle che racconta le vicende di un'infermiera del reparto di pediatria dell'Ospedale Estense di Ferrara. L'attrice, diretta da Isabella Leoni e affiancata da Giorgio Pasotti e Mehmet Günsür, si è raccontata in un'intervista rilasciata a Fanpage.it. Anna Valle ha espresso la sua stima per chi fa il difficile lavoro di infermiere, ha parlato degli ingredienti che stanno contribuendo al successo della serie e ha svelato alcune anticipazioni sul rapporto tra Marco e Lea. Inoltre, ha confermato che presto tornerà a vestire i panni di Emma Conti, nella seconda stagione di Luce dei tuoi occhi.
Lea – Un nuovo giorno, la fiction con Anna Valle e Giorgio Pasotti
La serie Lea – Un nuovo giorno è stata accolta con entusiasmo e ha ottenuto ottimi ascolti. Quale ritiene che sia il suo punto di forza?
Credo sia una storia piacevole, che coinvolge da subito. Sia noi attori che la regista Isabella Leoni, ci tenevamo che i personaggi fossero empatici e in qualche modo speciali. Affrontano un lavoro non facile, perché ha a che fare con i bambini malati, però danno il meglio. Credo che questo sia il motivo per cui il pubblico ci ha premiato.
Per interpretare Lea, ha lavorato con delle vere infermiere?
Sono venute due infermiere a spiegarmi come usare gli attrezzi. Ovviamente non avevo nessuna dimestichezza con i "ferri del mestiere". Mi hanno insegnato come svolgere determinati compiti. In più, sul set avevamo due persone di riferimento, che ci davano una mano sempre riguardo l'uso degli strumenti. Poi, il lavoro degli attori comporta anche osservare. Ti capita di andare al pronto soccorso o in ospedale, inconsciamente si guarda e si assorbe.
Accostandosi a un mestiere delicato come quello dell'infermiera di un reparto pediatrico, che impressione ha avuto?
È un mestiere difficile. Devi avere la grande capacità di affrontare qualcosa di molto pesante da assorbire, che è la malattia di un bambino. Nello stesso tempo devi riuscire a farli sorridere, ad alleviare il loro dolore. E questo devi farlo quotidianamente. Non so se sarei capace di essere così costante nel dare quell'energia ogni giorno.
Crede che una serie come Lea, possa contribuire a stabilire la giusta narrazione sugli operatori sanitari dopo due anni molto complicati a causa della pandemia?
Credo che la maggior parte delle persone sappia e dia un grande valore a quello che hanno fatto gli operatori sanitari. Tutti ricordiamo gli infermieri con i segni della mascherina sul viso o i turni interminabili perché non c'era abbastanza personale per contrastare una pandemia che nessuno si aspettava. Medici e infermieri che erano in pensione, hanno deciso di sacrificarsi e oggi non ci sono più. Credo che molti conservino questo ricordo, però sicuramente una serie come la nostra o come Doc, portano il pubblico a ricordare le cose belle che sono state fatte in questi due anni.
Lea, nella prima puntata, si rifiuta di dare il suo numero di telefono ad Arturo: "Lasciamo fare al destino", dice. Lei crede al fato?
Secondo me, ognuno di noi è bene che agisca. Però quella scena mi è piaciuta molto. Ferrara è una città piccola e Lea lascia fare al destino. Ha incontrato Arturo, ha deciso di accettare il passaggio, ma dargli il numero di telefono significherebbe far prendere una strada a una cosa che magari ne meriterebbe una diversa. A volte è bello lasciar fare al destino. Aggiunge un po' di magia alla quotidianità e alla vita.
Come accade a Lea, le è capitato di dover trovare il coraggio di ricominciare?
In un modo più leggero e completamente diverso sì. Ad esempio, anche se lavoravo tanto, a un certo punto mi sono voluta fermare. Sono andata a vivere per qualche tempo in Francia, per imparare il francese e fare un'esperienza di vita diversa. Quando sono tornata, non c'era più un posto per me. Nel nostro lavoro quando ti assenti, fai fatica a tornare. Ho ricominciato con i provini, ho spiegato di voler continuare a fare questo lavoro e che non ero andata via per sempre. Poi, per chi fa il mio lavoro, ogni volta è un nuovo inizio: nuovo set, nuove persone, nuove sfide, un modo nuovo di farti apprezzare.
Il triangolo composto da Lea, Arturo e Marco sta intrigando gli spettatori. Cosa può anticiparmi a riguardo?
Marco avrà modo di rivalersi nel senso buono della parola. Mostrerà un lato di sé che forse Lea non si aspetta. Una versione diversa rispetto a quella dell'egoista che Lea ha dipinto nel primo incontro, mandandolo anche a quel paese (ride, ndr). In realtà, sarà capace di atti di grande generosità. Vediamo per quanto tempo.
Le piacerebbe continuare a interpretare Lea in un’eventuale seconda stagione?
È un personaggio molto bello, che dà la possibilità di avere nuove puntate. Non amo tantissimo fare dei seguiti, li ho fatti solo laddove pensavo che avessero un senso. Lea, in effetti, avrebbe le potenzialità e non lo escludo del tutto. Vediamo come andrà. Lasciamo fare al destino, come dice Lea.
Credo sia stata la prima volta che ha avuto modo di lavorare così a lungo con Giorgio Pasotti.
Giorgio è stato una bella sorpresa, lo avevo conosciuto di sfuggita sul set della prima stagione de La compagnia del cigno. È una persona con la quale mi sono trovata bene sia a livello professionale che personale. Abbiamo riso e scherzato. Devo dire che c'era un'energia positiva sul set, data da tutte le persone che hanno partecipato. Ci siamo amalgamati grazie anche a una regista che ha accolto benissimo sia gli attori che la troupe.
Nella serie Lea spiega che tutte le mamme prima o poi si sentono inadeguate. Si ritrova in questa frase?
Sì, a tavolino sono tutti bravi a dire cosa si può fare e cosa no. Come reagire a una determinata situazione. La vita è altro, non è uno schema. A volte per stanchezza o mancanza di tempo, non fai la cosa giusta nei confronti dei tuoi figli. Vorresti essere presente a una recita o andarli a prendere a scuola e non ce la fai. Poi, magari, cerchi di recuperare. I genitori non smettono mai di imparare, perché la persona con cui ti confronti cresce e cambia con te.
I suoi figli hanno avuto modo di seguire la prima puntata di Lea?
Essendo in periodo scolastico, vanno a letto presto, ma in realtà non guardiamo mai le mie cose insieme. Hanno i loro interessi e sono ormai abituati al mestiere che faccio. Viviamo in un posto dove c'è tantissima discrezione e questo aiuta a dare ai miei figli la normalità che è giusto che abbiano. Certo, può capitare che la mamma o la sorella maggiore di un loro compagno di classe dicano di avermi vista in tv, ma per loro è normalità che qualcuno mi possa fermare per strada, chiedermi una foto. Non ci fanno più caso.
Nel 1995 è stata incoronata Miss Italia e di certo è tra le Miss che più sono rimaste nella memoria degli italiani. Con il passare degli anni, tuttavia, c’è anche chi ritiene ormai superato un concorso che si basa sul giudizio del corpo della donna. Lei cosa ne pensa?
È giusto che un concorso di bellezza si adegui ai tempi in cui viene fatto o sarebbe anacronistico. Essendo un concorso di bellezza, però, non si può prescindere dalla parte estetica. È un po' difficile togliere questa caratteristica, o si dovrebbe trasformare completamente. Io ho partecipato quando ero una ragazzina e sono contenta di averlo fatto perché in qualche modo mi ha portato qui. Sapevo che in quel contesto sarei stata giudicata per il mio aspetto estetico, poi quello che avrei fatto dopo sarebbe spettato a me. Tuttavia è giusto che si adegui al tempo in cui stiamo vivendo, ospitando tutte le sfumature della bellezza, ma non può trasformarsi in qualcosa che non è.
È di queste ore la notizia che Luce dei tuoi occhi 2 si farà. Cosa può dirmi a riguardo?
Sì, stiamo preparando la seconda stagione di Luce dei tuoi occhi. Il finale della prima stagione era aperto e prevedeva nuove puntate. Emma Conti riuscirà a trovare sua figlia? Vediamo. Le riprese inizieranno a marzo, io sto provando già i costumi.