L’Amica Geniale 3, Anna Rita Vitolo: “Immacolata vuole proteggere Elena dalle delusioni della vita”
Anna Rita Vitolo è una delle grandi certezze di questa opera complessa e stratificata che è L'amica geniale – Storia di chi resta e di chi fugge. Nella terza puntata, in onda domenica 20 febbraio su Rai1, ancora una volta la famiglia è il terreno di scontro e confronto per Immacolata e sua figlia Elena. Oggetto del contendere, il fidanzamento della sorella più piccola Elisa proprio con Marcello Solara.
In tre stagioni, Anna Rita Vitolo ha portato avanti il personaggio di Immacolata Greco con una progressione pazzesca, una nitidezza sempre maggiore, come il testo di Elena Ferrante richiede. A Fanpage.it, l'attrice racconta questo percorso e commenta una delle sequenze più importanti della terza puntata della terza stagione.
In questa terza stagione Immacolata è vicina e distante, nel modo più puro possibile, a sua figlia Elena. Questa contrapposizione sembra la chiave del successo del tuo personaggio.
Mi meraviglia di come si stia parlando tanto del mio personaggio proprio quest'anno che la distanza tra Immacolata e Elena è emotiva e geografica. Già dal romanzo, come giustamente hai osservato, Immacolata è piena di contraddizioni proprio perché non sa più come prendere sua figlia. Non ha più il potere del comando verso una bambina o verso un'adolescente. È dura ma non perché si impone, è dura perché non sa come relazionarsi a questa ragazza, perché è sempre più diversa da lei e dai suoi fratelli. Anche la sua rabbia diventa talvolta comica. Eppure è orgogliosa di lasciarla andare in una nuova società, una società che le è preclusa, la accompagna con lo sguardo con affetto ma al tempo stesso con la convinzione di averla perduta per sempre.
"Elisa pensa a noi, non come hai fatto tu". Nella scena della cena, assistiamo forse a una sorta ‘vendetta' di Immacolata nei confronti di Elena?
Non è proprio una vendetta perché non è felice di quello che succede. I figli si sono dati a un lavoro e a persone che ha sempre cercato di tenere lontano e la figlia più piccola si ritrova con il fidanzamento ufficiale con Marcello Solara. Elena non la prende in maniera positiva e vediamo come Imma e Vittorio si ritrovano in difficoltà nel comunicare quello che è successo. Anche per questo, in cuor suo, Immacolata sarà sempre orgogliosa di Elena che ha sposato una brava persona.
Però Immacolata difende la scelta della figlia più piccola agli occhi di Elena.
Sì, cerca di mediare tra le due. È sempre una mamma, ecco.
Il tuo personaggio quando resta da sola allo specchio cosa pensa di se stessa?
Penso che sia una donna che quando si guarda allo specchio non può piacersi. La vita non è stata dolce e per l'aspetto fisico, la zoppia, quell'occhio malandato. Il suo essere donna non viene proprio preso in considerazione, se non in qualche battuta con il marito, sottolineata sia da Saverio Costanzo prima che da Daniele Luchetti dopo. Sono una coppia innamorata, hanno sguardi anche ammiccanti e c'è un rapporto d'amore sincero che vivono queste due persone.
Cosa può recriminare del suo rapporto con Elena?
Con Elena più che un fatto fisico, credo ci sia un problema di attenzione. Elena è quella che la tratta sempre come una madre da non prendere in considerazione, una donna che non sa parlare, una donna che non sa essere donna secondo i canoni di Elena. Immacolata, però, resta intuitiva e intelligente, capisce da subito che non viene presa sul serio da sua figlia ma mette in chiaro le cose con lei lasciandole capire: tu è da qui, dalla mia pancia, che sei venuta; è grazie a me, se sei quello che sei.
Il tema dell'emancipazione è il terreno di scontro tra queste due grandi donne.
Credo anche che lei tema fortemente, da madre, e lo nasconde e lo fa uscire forse in maniera tagliata perché non ha i mezzi, che la figlia possa rimanere delusa dalla vita, dalla sua condizione di donna, madre e professionista. Elena si lamenta con Pietro proprio di questo, che non può scrivere e che si ritrova costretta a fare solo la madre. Immacolata sa bene a cosa va incontro una donna-madre. Imma avrebbe forse voluto dire a Elena: stai qua, fai una vita normale perché così non avrai grandi sogni disattesi.
La sequenza del fidanzamento tra Marcello Solara e Elisa è stata fantastica: come avete lavorato per arrivare a quella intesa in scena?
Daniele Luchetti voleva che tutti i sentimenti di quella tavola – i Solara, Lila, Enzo, i Greco, Pietro, tutte persone diverse tra loro – fossero chiari e definiti. Abbiamo lavorato molto sull'improvvisazione, anche sulla stessa disposizione a tavola. Abbiamo ragionato sui motivi che potevano portare l'uno seduto accanto l'altro e per quale ragione. Abbiamo lavorato agli sguardi incrociati, alle parole sottese, alle esplosioni di parole. Io e Elena ci siamo anche scambiate di ruolo.
In che senso?
Lei ha interpretato me e io lei. Mi sono ritrovata a giocare a fare la giovane madre con i bambini in braccio mentre lei ha provato a camminare trascinando la gamba. È stata una prova quasi teatrale.
La grande maggioranza degli attori è arrivata a questa produzione da allievi debuttanti. Cosa significa arrivare al successo internazionale dopo una formazione teatrale e una carriera ricca come la tua?
L'Amica Geniale è stata la mia prima esperienza del genere. Mai ero stata su un set e cominciare con una produzione come questa, la prima volta che sono arrivata, pronta per girare, in realtà volevo scomparire. La vita del set è differente perché è molto complesso mantenere l'attenzione come accade in teatro. Sul set, l'inizio di qualsiasi scena è un momento forte e violento. Non è facile creare il momento adatto. Poi mi avevano sempre detto che ero ‘molto teatrale' e questo ‘molto teatrale' mi ha sempre scoraggiato.
E invece…
E invece Saverio Costanzo mi ha incoraggiato tantissimo, mi disse che io avevo barato a dire di non essere mai stata su un set cinematografico. Mi ha detto che ero perfetta per il cinema. Ho preso coraggio e ho fatto sì che Immacolata vivesse nella sua direzione, con tanta emozione, tanto lavoro e anche tanto istinto.
Che differenza c'è tra Daniele Luchetti e Saverio Costanzo?
Daniele è stato molto bravo nel saperci prendere tutti, perché non avendoci scelti si trovava già un lavoro di una certa portata. Saverio è più intimo, crea dei micro-rapporti dove con uno sguardo ti dice più di una parola. Daniele è una persona più loquace. Entrambi, nelle loro differenze, fanno centro con l'attore.
Che vita c'è per te oltre "L'Amica Geniale"?
Sono impegnata nel finale di tournée di Parenti Serpenti con Lello Arena per la regia di Luciano Melchionna. È uno spettacolo bellissimo che ha avuto tanta fortuna. Poi porto in giro il mio monologo tratto da un carteggio originale della prima guerra mondiale che narra di una storia d'amore all'interno del primo conflitto. Poi ho fatto alcuni provini per il cinema e io mi auguro, come ha detto Saverio, di poterne fare ancora tanto.