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Joe Wright, regista della serie su Mussolini: “Non vogliono trasmetterla negli USA perché antifascista”

In Italia è un successo, ma negli Stati Uniti nessuno vuole trasmettere la miniserie tratta dalla saga di Antonio Scurati con Luca Marinelli nei panni di Benito Mussolini. Lo spiega Joe Wright, regista della serie, al Financial Times: “Dicono che è uno show controverso, ma da quando l’antifascismo è controverso?”.
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C'è un caso Mussolini anche negli Stati Uniti. Joe Wright, il regista di M. Il figlio del secolo, ha parlato col Financial Times di un tema che era stato anticipato da Nils Hartmann: la difficoltà di vendere la serie tv con Luca Marinelli nel ruolo del Duce all'estero, e in particolare negli Stati Uniti. Come sottolinea il quotidiano britannico di proprietà della holding Nikkei, nella serie i parallelismi con Donald Trump sono evidenti (nella serie, M. pronuncia anche la frase "Make Italy Great Again").

"Dicono che lo show è controverso, ma da quando l'antifascismo è controverso?"

Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico, Joe Wright si è detto sorpreso dalla riluttanza di Hollywood a trasmettere la serie negli Stati Uniti. "C'era una piattaforma di streaming che ha detto: ‘Amiamo lo spettacolo… Tuttavia, è un po' troppo controverso per noi'", ha raccontato il regista, che ha aggiunto con incredulità: "Aspetta un attimo, quando l'antifascismo è diventato controverso?". Riflettendo sulla natura del fascismo, Wright ha condiviso con il Financial Times una sua conclusione: "C'è un vuoto al centro del fascismo, e certamente al centro di Mussolini. Sfugge costantemente alla definizione, perché è sempre contro qualcosa, ma mai a favore di qualcosa". La serie è attualmente disponibile, oltre che in Italia, anche sul circuito Sky e NOW della Gran Bretagna.

La possibilità di una seconda stagione

Nils Hartmann, vice presidente esecutivo di Sky Studios Italia, ne aveva parlato in una intervista a Fortune Entertainment: "È andata oltre qualsiasi aspettativa perché l'impressione è che sia uscita dalla scatola televisiva, è diventata un evento mediatico, di costume e culturale. […] Si sentiva parlare ovunque di "M", anche da chi non lo aveva visto. La seconda stagione? Ci stiamo lavorando, io sono ottimista di natura, non è possibile che non facciamo una seconda stagione di M". E sulla difficoltà di venderla all'estero: "Abbiamo molti file aperti, non solo su M. per la vendita all'estero. È un tema questo. […] È la sintesi di quello che succede nel nostro mercato dove serie molto riconosciute fanno fatica a essere vendute all'estero".

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