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Inventing Anna

Inventing Anna, la rencensione: la serie che vi farà desiderare di essere maghi della truffa

Arriva su Netflix dall’11 febbraio la serie “Inventing Anna” prodotta da Shonda Rhimes, con protagonista una bravissima Julia Garner nei panni di Anna Sorkin: la truffatrice più famosa d’America.
A cura di Ilaria Costabile
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Può essere la truffa, soprattutto quella finanziaria, un argomento capace di creare fascinazione e interesse? A quanto pare sì, soprattutto se la storia raccontata è quella di una finta ereditiera di origine russa che attraverso innegabili doti manipolatorie e ammaliatrici è riuscita a frodare il fior fiore delle banche statunitensi. Non è lo script di una serie nata dall'immaginazione di qualche showrunner, ma sono i punti cardine su cui si fonda "Inventing Anna", la nuova serie firmata da Shonda Rhimes e disponibile su Netflix da venerdì 11 febbraio, ispirata alla storia di Anna Sorkin, o forse sarebbe più corretto chiamarla Anna Delvey.

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Gli ingredienti per creare un prodotto di successo ci sono tutti: New York, l'alta società, i soldi, prestigiose società finanziarie, la moda, segreti ed enigmi da risolvere, una ragazza disposta a tutto pur di vivere la vita dei suoi sogni e una giornalista assetata di riscatto pronta a raccontare la storia del secolo. È così che inizia e prende forma la vita di Anna Sorkin, raccontata dal punto di vista della giornalista Vivien (Anna Chlumsky) che dopo aver visto la sua carriera ad un passo dalla fine, disobbedendo al direttore del giornale per cui scrive, decide di fidarsi del suo istinto e incontrare l'enigmatica Anna Delvey, che a soli 25 anni è stata in grado di destreggiarsi tra banche, bonifici, fondi fiduciari, carte di credito sfoggiando abiti costosi, concedendosi viaggi di lusso e mance da capogiro negli hotel che per mesi la ospitavano, senza mai possedere davvero un dollaro di tutti quelli spesi.

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Un gioco intricato e adrenalinico durato anni che ha permesso alla giovane Sorkin, figlia di un piccolo imprenditore russo -e non di un magnate dal patrimonio di 60 milioni di dollari-, di vivere al di sopra delle sue possibilità affascinando l'elitè newyorkese con un sguardo tagliente, un'intelligenza sottile e una capacità innata nel fare affari che avrebbe fatto di lei, se solo ci avesse provato davvero, una delle donne più potenti del mondo. Perché, ancora una volta, Shondaland sceglie un personaggio femminile a cui dare voce, anche se lontano da qualsiasi etica e morale.

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Peccato che, però, truffare chi ha incontrato sul suo cammino è sembrato più facile che impegnarsi per davvero creando qualcosa di suo. Ed è così che, quindi, le ricerche di Vivien, instancabile nonostante la gravidanza e aiutata da un manipolo di giornalisti ormai anziani ma che del mestiere la sanno lunga, diventano un dossier fitto di informazioni che rivivono sullo schermo come flashback da cui lo spettatore apprende come Delvey-Sorkin muoveva le fila del suo gioco d'azzardo. La serie cattura ed è semplice cedere alle lusinghe del denaro, del lusso, dell'arte sofisticata quando la protagonista ha il volto spigoloso e lucido di Julia Garner, attrice già nota ai fan di Ozark che nei panni della gelida truffatrice è non solo credibile, ma a dir poco perfetta. I suoi modi, l'accento, lo sguardo glaciale e quel sorriso beffardo la rendono così aderente al personaggio che, a volte, chi guarda quasi dimentica che si sta parlando di una ragazza che ha evaso la legge ed è stata condannata per otto capi d'accusa e che attualmente si trova in prigione.

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Gli accaniti fan di serie tv ne ricorderanno, forse, una che andava in onda su Fox dal titolo "White Collar" con un incredibile Matt Bomer, che vestiva i panni un falsario, evaso dalla prigione, che in anni di attività era riuscito a raggirare il sistema federale americano riproducendo e rubando opere dal valore inestimabile; a loro si aggiungono i cinefili che potrebbero portare la memoria al successo di "Prova a prendermi" film di vent'anni fa, con un giovanissimo Leonardo DiCaprio e un impeccabile Tom Hanks ispirato alla storia di Frank Abagnale Jr. Insomma, da che mondo e mondo la genialità messa al servizio del crimine affascina, soprattutto quando le basi sono veritiere, perché quasi sembra che il famoso detto di Robin Hood che "rubava ai ricchi per dare ai poveri" possa farsi realtà. Almeno in questo caso, però, la povertà non si scorge nemmeno con un binocolo, anzi, in pieno stile Shonda Rhimes è l'eccesso a fare da padrone e non c'è dubbio alcuno che anche stavolta la madrina di Bridgerton e Grey's Anatomy abbia colpito nel segno, dimostrando di saper intercettare, come sempre, i gusti del suo più che sfaccettato pubblico.

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