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Il truffatore di Tinder: la storia vera dietro al film Netflix

Shimon Hayut non ha mai avuto alcun legame con la famiglia magnate di diamanti. Nel 2019 è stato arrestato in Grecia poi estradato in Israele. Ha scontato solo 5 dei 15 mesi previsti dalla sua condanna ed ora è a piede libero. In totale ha intascato 8,5 milioni da decine di donne.
A cura di Giulia Turco
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"Il truffatore di Tinder" (The Tinder Swindler) è qualcosa di più di un docufilm sui risvolti sociologici del social network per gli incontri, come si dedurrebbe dal titolo. È la storia vera di una truffa che va ben oltre l'effetto catfish che ci si potrebbe aspettare da un contenuto di questo tipo. È il dramma di tre donne che finiscono per essere adescate da Shimon Hayut, truffatore israeliano che si spaccia per un principe di diamanti. Cene di lusso, viaggi in jet privato, regali preziosi. Dopo aver intrecciato una relazione con loro, le convince a prestargli migliaia di dollari per aiutarlo, inventandosi storie di inseguimenti improbabili.

Chi è davvero Shimon Hayut

La cosa più raccapricciante è forse il fatto che Shimon Hayut ha accettato di partecipare alle riprese del documento-film Netflix. “Se fossi stato davvero colpevole lo avrei fatto?”, ha chiesto sul suo profilo Instagram aperto temporaneamente e richiuso subito dopo. Shimon si presentava come il figlio mai esistito del magnate di diamanti Lev Leviev, che esiste veramente. Lui però non è altro che un truffatore, altro che principe dei diamanti. Ha 31 anni ed è nato a Bnei Brak, ad est di Telaviv. Non ha mai avuto alcun legame con la famiglia magnate di diamanti. Nel 2011 è fuggito da Israele dopo aver commesso alcune frodi e, approdato in Finlandia, ha dato vita allo schema amoroso mostrato nel documentario. Nel 2019 è stato arrestato in Grecia poi estradato in Israele. Ha scontato solo 5 dei 15 mesi previsti dalla condanna, per buona condotta, ed ora è a piede libero.

(Shimon Hayut in una delle sue foto reperibili sui social).
(Shimon Hayut in una delle sue foto reperibili sui social).

Chi è Cecilie Fjellhøy vittima di Simon

Cecile Fjellhøy è la prima protagonista che compare nel docufilm. È lei ad aprire il racconto, ripercorrendo le tappe degli appuntamenti con Simon. Ha 31 anni e lavora come designer per una società di sviluppo software. Ha incontrato per la prima volta Leviev su Tinder nel gennaio 2018, si era trasferita da poco a Londra. In 13 settimane dopo il primo appuntamento con Simon, gli ha versato 185 mila sterline. Poi la denuncia al quotidiano norvegese VG, la scelta di partecipare al documentario Netflix e la fondazione di action:reaction, che sostiene le vittime di frode.

(Cecilie Fjellhøy, foto Instagram).
(Cecilie Fjellhøy, foto Instagram).

Come agiva il truffatore di Tinder

La scusa era sempre la stessa. Simon (così si fa chiamare dalle sue vittime), inscenava la stessa messinscena ripetuta nei particolari, fingendo di essere vittima di cartelli sudafricani che detengono il mercato dei diamanti. Chiedeva prestiti alle donne che adescava, cifre pari a 185 mila, 25 mila, 103 mila sterline, nel caso delle tre protagoniste finlandesi del docufilm. Loro sono Cecilie Fjellhøy, Ayleen Koeleman e Pernilla Sjoho e la loro vicenda risale al 2019. Hanno lanciato una colletta, nel tentativo di recuperare circa 730 mila euro. In totale, tra Gran Bretagna, Grecia e Finlandia, Shimon avrebbe intascato 8,5 milioni da decine di donne. La popolarità del film ha inoltre spinto Tinder a bannare definitivamente Shimon e tutti i suoi profili fake dal social network.

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