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Il cachet di Ilary Blasi per Unica: “Meno di 1 milione, Totti per replicare ne ha chiesti più di 3”

Secondo Gabriele Parpiglia, Ilary Blasi avrebbe chiesto e ottenuto meno di un milione di euro per registrare il documentario Netflix “Unica”. L’ex marito Francesco Totti, invece, ne avrebbe chiesti più di 3 per replicare.
A cura di Stefania Rocco
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Meno di un milione di euro chiesto da Ilary Blasi, contro gli oltre tre che avrebbe richiesto invece Francesco Totti. Sarebbero queste le cifre che si muovono intorno al documentario “Unica”, realizzato da Netflix insieme alla condutttierce Mediaset. Secondo quanto dichiarato da Gabriele Parpiglia durante il programma Password in onda su Rtl 102.5, la presentatrice dell’Isola dei famosi avrebbe chiesto meno di un milione di euro per raccontare pubblicamente la sua versione dei fatti a proposito della fine del suo matrimonio con Totti. L’ex marito, invece, ne avrebbe chiesti oltre tre per replicare e raccontare in video la sua versione della storia. Una richiesta che avrebbe spinto la piattaforma a soprassedere.

Gabriele Parpiglia: “La replica di Totti non ci sarà”

La richiesta di Ilary sarebbe apparsa contenuta se rapportata con l’interesse che il pubblico ha manifestato nei confronti di questa storia, tanto da indurre Netflix a realizzare quello che è diventato uno dei documentari più visti degli ultimi tempi tra quelli proposti dal colosso di videosharing. Irraggiungibile, invece, la cifra che avrebbe proposto Totti. “Quanto ha chiesto Totti? Più di un milione, più di due milioni, più di tre milioni…ha chiesto tanto, motivo per cui non penso ci sarà questa replica”, ha fatto sapere il giornalista.

Per Ilary Blasi, dopo “Unica” anche un libro

Ma le mosse di Ilary Blasi per rendere nota la sua versione dei fatti a proposito della separazione dall’ex marito Totti non sono terminate con il documentario. La conduttrice ha appena annunciato di avere scritto un libro, edito da Mondadori, per raccontare “la sua verità”. Si intitola “Che stupida” e sul suo profilo Instagram, Ilary lo ha introdotto così:

Gli amici mi chiamano “Ice Princess”, la principessa di ghiaccio. E non perché porti spesso i capelli dello stesso colore di Elsa di Frozen, ma perché non mi faccio dominare dalle emozioni. Le vivo fino in fondo, sia chiaro. La felicità, la tristezza, l’entusiasmo, la nostalgia, il dolore… lascio che mi riempiano, tuttavia salvaguardo il ponte di comando della nave: quello spazio deve rimanere sgombro per l’azione, in caso di imprevisti. Avevo l’impressione che una marea scura si stesse allargando dentro di me e arrivasse a lambire il ponte. Non mi ero mai dovuta sforzare per rimanere razionale, quella volta sì. “Che stupida” è una storia di dolore e rinascita, la mia. Con un finale inatteso.

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