I Cesaroni sbarcano su Netflix. La serie, andata in onda su Canale 5 dal 2006 al 2014, ha segnato una stagione ben precisa della fiction targata Mediaset e dal 20 luglio arriva sulla piattaforma streaming, rispolverando i drammi familiari, gli intrecci, gli amori e la comicità di uno dei prodotti di maggiore successo di Mediaset, tra gli ultimi ad avere un impatto forte sul pubblico generalista.
Netflix e la Tv generalista, il caso Mare Fuori
Sebbene la fiction corale con Claudio Amendola, Elena Sofia Ricci, Alessandra Mastronardi e tanti altri sia disponibile su Mediaset Infinity e sia passata anche su Prime Video, quando Netflix interagisce con il mondo della televisione generalista genera spesso effetti interessanti per il mondo dell'audiovisivo. Su tutti il fenomeno Mare Fuori di un anno fa, una sorta di caso di studi nel rapporto tra streaming e Tv lineare. La serie Rai aveva già riscosso numeri interessanti sulla piattaforma RaiPlay prima del passaggio su Netflix, che è stato tuttavia il detonatore per una popolarità fuori controllo di cui ha beneficiato la stessa Rai con la terza stagione di Mare Fuori, proposta inizialmente solo su piattaforma e poi destinata alla messa in onda lineare.
Altrettanto significativo il caso di Boris, la serie Tv di Fox scritta da Mattia Torre che, pur avendo una grande popolarità tra gli appassionati, è stata di fatto riscoperta in pandemia (lo raccontava bene in questa intervista Carolina Crescentini). L'operazione sui Cesaroni sembra avere un retrogusto simile, nell'ottica della riscoperta e del riconoscimento di un classico della televisione italiana, con un possibile effetto cult. Questo perché l'elemento centrale del rapporto tra Netflix e la propria community è quella fidelizzazione che dà alla piattaforma una credibilità per "validare" prodotti nuovi o già noti, da recepire in una chiave differente.
Netflix elimina l'abbonamento base in Stati Uniti e Regno Unito
C'è inoltre da tenere conto dell'ultimo cambiamento verso cui Netflix si dirige. La piattaforma è quella che più di tutte sta sperimentando modalità di abbonamento alternative, lontane dal principio classico che proprio Netflix ha diffuso e imposto: pagare per non avere pubblicità. È notizia delle scorse ore la decisione di eliminare la possibilità di abbonarsi al piano Base negli Stati Uniti e in tutto il Regno Unito. Un cambiamento che potrebbe estendersi presto a tutta l'Europa, quindi anche l'Italia, che rende quello con la pubblicità il piano più economico per gli utenti: 4 minuti per ogni ora di visione, spot da 15-30 secondi, 5.49 euro al mese. Questa commistione sempre più frequente con il mondo della Tv lineare, la cui anima è il meccanismo della pubblicità, potrebbe non essere casuale.