Hanno ucciso l’uomo ragno tra la finzione e la realtà: cosa c’è di vero e cosa no nella serie Sky
Hanno ucciso l'uomo ragno è la serie Sky Original più vista negli ultimi 8 anni. Racconta la storia degli 883, il gruppo formato da Max Pezzali e Mauro Repetto che hanno lasciato un segno indelebile nel panorama musicale italiano degli anni Novanta. E non solo. Dalla cattura di un rospo per far colpo su un deejay famoso, all'identità di Silvia, la ragazza per cui Max scrisse la sua prima canzone, molti fan si sono chiesti se tutto ciò che si è visto nella serie sia effettivamente successo. A fugare ogni dubbio ci ha pensato Debora Pelamatti, moglie di Pezzali, che ha spiegato che la serie è liberamente tratta dal libro I cowboy non mollano mai, scritto dal marito. Proprio per questo, include elementi riconducibili all'opera esistente ma introduce anche novità sostanziali. Ecco quali sono state in questo caso.
Che cosa c'è di vero nella serie sugli 883: l'episodio del rospo
In un lungo posto pubblicato su Facebook, la moglie di Max Pezzali, Debora Pelamatti, ha citato alcuni episodi salienti della serie, confermando che si tratti di elementi di pura finzione. Tra questi, quello in cui Max Pezzali e Mauro Repetto catturano un rospo per portarlo a Gozzard, un famoso deejay su cui volevano far colpo. Nel secondo episodio, scambiandoli per due pusher, il musicista aveva chiesto loro della droga e così avevano optato per un rospo, per le sostanze psicotrope e allucinogene che si formano sulla superficie della sua pelle. Tutto questo, però, non è mai successo in realtà: "Max non ha mai parlato con i rospi. Il deejay è il nostro caro amico David (ogni volta che andiamo a NY lo incontriamo) e non si è mai drogato", ha spiegato Pelamatti.
Gli altri elementi di finzione
Pelamatti ha ringraziato i fan del marito per il successo riscontrato dalla serie: "Ho amato il fatto che la mia città d’adozione, la bellissima Pavia, sia stata finalmente rappresentata come merita e che la favola di mio marito sia stata raccontata in modo così straordinario", ha detto. Poi ha citato altre scene della serie, spiegando se si trattasse o meno di fatti realmente accaduti:
- Max non è mai arrivato in ritardo nella sua vita
- Gli anni sono sbagliati: Pezzali si è diplomato prima.
- Per comodità, gli sceneggiatori hanno invertito i due licei.
- Il diminutivo di Max è sempre stato questo e deriva da Massimo: non glielo ha dato il suo compagno di banco a 18 anni.
- Gli strumenti musicali sono stati comprati tutti dal padre di Pezzali, che si chiama Sergio
- Silvia è l’unione delle caratteristiche di più fidanzate diverse del cantante.