Ginny e Georgia 2, la recensione: il rapporto madre-figlia 2.0 di cui avevamo bisogno
"Tutti combattono una battaglia invisibile. Tutti hanno dei punti oscuri". Sdraiato sul letto della sua stanza a guardare il soffitto, come se nulla avesse più un senso, Marcus Baker ci porta nel cuore di Ginny e Georgia 2. Quasi impossibile non fermarsi a riflettere almeno per un secondo sulle sue parole. Il suo "punto oscuro" si chiama depressione. Quello di Virginia Miller, soprannominata da tutti Ginny, è l'autolesionismo, l'impulso a farsi del male per fuggire dal dolore. Per Georgia Miller è il passato.
La seconda stagione di Ginny e Georgia, disponibili dal 5 gennaio su Netflix, è un viaggio senza filtri nel complicato rapporto tra una giovane madre e sua figlia adolescente. Un tema già di per sè molto delicato e sfaccettato, che si mescola all'amore, all'amicizia e a pericolosi segreti che tornano a bussare alla porta rischiando di rovinare tutto.
I nuovi episodi riprendono il racconto dal punto esatto in cui si era interrotto. Dopo essere scappata dalla madre e aver rovinato l'amicizia con Max per via della storia con il suo gemello Marcus, Ginny e il fratello Austin tornano a casa a Wellsbury. Una casa che però, per Ginny, è tutto tranne che un luogo in cui sentirsi davvero al sicuro. Il rapporto con Georgia è sempre più tossico e le vie di fuga sono sempre meno. Ginny si chiude in se stessa, finge che vada tutto bene ma in realtà si fa del male per affrontare il dolore che porta dentro. Prende un accendino e si procura delle piccole bruciature. Nonostante la vergogna, trova la forza di parlare con il padre che la convince a iniziare un percorso di terapia.
Il delicato tema dell'autolesionismo viene affrontato con estremo realismo, con i giusti tempi e modi. Dalla difficoltà iniziale di Ginny nel parlare con la sua psicologa, al costante timore di non riuscire a superare un momento buio della propria vita. Sensazioni che, chiunque sia andato in terapia, ha provato almeno una volta. E infatti non è un caso che la stessa Ginny continui a ripetere a se stessa e agli altri la frase "voglio solo stare bene". Poi i primi miglioramenti arrivano, ma sono più effimeri di quanto sembrano, tanto da lasciare spazio alla finzione, che a sua volta cede il passo all'accettazione di aver bisogno di tempo. Il problema c'è ancora. Deve essere affrontato ma non sarà un percorso lineare. Anzi, tutto il contrario.
L'unica ancora di salvezza di Ginny è Marcus, fratello della sua amica Max, il bel tenebroso della "finestra accanto" (perché sì, entra sempre segretamente da lì), che riesce a farla innamorare e anche ad aprirsi in un modo che non credeva fosse possibile. Un amore tra due adolescenti che però non è la classica storiella del liceo: è condivisione di promesse, di prime esperienze, di dolore. Il sesso è piuttosto presente nella loro relazione, tanto che Ginny chiede persino consiglio alla madre su come affrontare l'intimità con il ragazzo.
Lo stesso Marcus però custodisce di sé un "demone", la depressione, che lo porta a prendere le distanze da Ginny per paura di ferirla nonostante l'amore che prova per lei. Un'altra tematica affrontata con estremo realismo, insidiosa, mascherata da falsi sorrisi di facciata, ma espressione di un profondo dolore. Marcus avrebbe forse meritato più spazio all'interno della narrazione e non soltanto alcune parti degli episodi finali. Quello che colpisce è come Ginny riesca a capirlo e, inaspettatamente, anche la madre si avvicini per tendergli una mano. La prima lo abbraccia senza dire niente, senza che lui glielo avesse chiesto. E, detto tra noi, forse a volte è quello che serve davvero. La seconda gli dà gli antidepressivi per assicurarsi che affronti ancora una volta il problema.
Così come nella prima stagione, anche in questi nuovi episodi il cuore della storia rimane il rapporto tra Ginny e Georgia. Non di certo un classico legame madre e figlia, ma un profondo sentimento di amore che si mescola all'odio, alla manipolazione, a oscuri segreti. Georgia in passato ha ucciso delle persone, a detta sua per proteggere la figlia. Una componente thriller che si unisce a quella teen della storia. Ginny finisce quasi col comprendere le scelte della madre e ad essere complice del suo passato, che però alla fine ha un lieto fine. O forse no.