Fabrizio Gifuni e il disprezzo per il Nino Sarratore de L’Amica Geniale: “Parla male di Aldo Moro”
Fabrizio Gifuni è l'interprete di Nino Sarratore nella quarta stagione de b. Tocca a lui traghettare il più odiato dei personaggi della saga di romanzi di Elena Ferrante fino all'ultimo capitolo, ereditando il ruolo da Francesco Serpico, l'attore che gli aveva dato carne e ossa nella terza e quarta stagione.
Un ruolo scomodo proprio perché Sarratore è diventato un personaggio simbolo di una serie di caratteristiche negative, dal narcisismo alla debolezza, una certa disonestà e le capacità di manipolare gli altri personaggi, sia Lila che Elena. Una doppia difficoltà per Gifuni, che si è spogliato delle sue origini romane per entrare anche nella parlata dialettale campana di Sarratore, raggiungendo un risultato notevole.
Gifuni, Sarratore e Aldo Moro: la scena del secondo episodio
Fabrizio Gifuni ha ammesso di aver conosciuto Sarratore e il mondo di Elena Ferrante solo dopo avere ottenuto il ruolo e di aver considerato una specie di "sciagura" il compito di interpretarlo sullo schermo, proprio per i tratti negativi del personaggio, ma anche per un dettaglio che emerge in una scena del secondo episodio de L'Amica Geniale 4, quando nelle settimane successive al rapimento Moro del marzo 1978, Nino Sarratore partecipa a un incontro pubblico in ambienti di sinistra. Sono giorni complessi, nel corso dei quali l'azione delle Brigate Rosse mette in crisi gli equilibri politici, sia a livello istituzionale che di consenso. Il popolo comunista è costretto a dover fare i conti con il prendere le distanze da un gruppo armato che nasce dalla stessa matrice ideologica, in aperta contestazione con l'apparato di partito che nel frattempo sta cercando un compromesso con le forze politiche moderate per governare il Paese. Compromesso di cui Moro è il tramite, interlocutore di Berlinguer. In questo quadro Sarratore, in una scena solo ispirata ai romanzi di Ferrante, critica lo stesso Moro nei giorni di prigionia, dicendo che la responsabilità di quello che gli sta accadendo è sostanzialmente anche sua, in quanto complice dell'occultamento di presunte malefatte dello Stato. Lo fa accendendo così le proteste dei presenti, che lo costringono ad andare via: "Questo non è il momento per certe cose, sta parlando di un uomo in pericolo di vita", gli gridano prima che lui fugga via con Elena.
Il legame di Gifuni con Aldo Moro
Proprio la figura di Moro e il parere di Sarratore sono una ragione in più per Gifuni per odiare il personaggio che interpreta, visto l'attaccamento dell'attore romano per un personaggio della storia politica del Paese che lui ha interpretato sia al cinema che a teatro. Risale al 2018 "Con il vostro irridente silenzio", studio sulle lettere dalla prigionia e sul Memoriale di Aldo Moro, di cui cura anche la regia e la drammaturgia. Pochi anni dopo Gifuni vestirà i panni di Moro nella serie Tv diretta da Marco Bellocchio "Esterno notte", andata in onda su Rai1 pochi mesi fa.
Un ruolo grazie al quale vince tutti i principali riconoscimenti della stagione fra cui il David di Donatello e il Nastro d'Argento Grandi Serie come miglior attore protagonista. Una cosa che Gifuni ha sottolineato nel corso di una breve interlocuzione con i fan della Festa del Cinema di Roma, in occasione della prima italiana de L'Amica Geniale 4. Motivando il suo distacco da Sarratore dice: "Tra l'altro Nino critica anche Moro", alludendo proprio alla scena sopra descritta.
Fabrizio Gifuni su Nino Sarratore: "Un catalizzatore di odio"
Proprio in occasione della presentazione della quarta stagione, Gifuni ha parlato del suo rapporto con Nino Sarratore in modo più articolato, spiegando di aver conosciuto il personaggio solo dopo aver ottenuto il ruolo: "Io ero quasi completamente a digiuno de L'Amica geniale, non avevo mai affrontato i quattro libri nonostante ne avessi letto altri di Elena Ferrante. Non avevo idea del guaio in cui mi stavo andando a ficcare con Nino Sarratore (ride, ndr). Ho avuto qualche dubbio iniziale sulla voglia di passare quasi un anno di riprese in compagnia di questo individuo. Nino è un catalizzatore di odio, difficile da sostenere, quindi la sfida è stata la caccia a dei brandelli di luce che potessero un minimo riabilitarlo ai miei occhi. Questo anche perché nella quarta stagione è la caduta, la trasformazione di un ragazzo affascinante in un uomo ridicolo, il picco massimo del suo narcisismo, il re è nudo, insomma. Mi sono dovuto prendere sulle spalle il suo tonfo ma in me è prevalsa la passione per questo lavoro, spero si noti. Molto spesso i personaggi ti possono restare addosso e io, ad oggi, ne ho interpretati tanti e molto diversi tra loro, senza una netta definizione di genere. È una festa per chi come me fa questo mestiere e penso anche per il pubblico. Nino ha anche la maledizione della stirpe, provenendo da cotanto padre, e questo ha reso ancora più difficile la ricerca di una luce in lui".