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Doc - Nelle tue mani 2

Doc 2 ha il coraggio di fare quello che non aveva ancora fatto nessuno

Il primo episodio della seconda stagione di Doc – Nelle tue mani conferma la forza di un prodotto che include il Covid 19 in un impianto narrativo che non è al servizio della pandemia, ma se ne serve per portare avanti delle storie.
A cura di Andrea Parrella
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Doc 2 partirà su Rai1 giovedì 13 gennaio, ma la prima puntata della serie con Luca Argentero è già disponibile su RaiPlay ed è un episodio che dà la misura chiara del cambio di direzione della trama. La prima stagione di Doc – Nelle tue mani si era chiusa con molti dei filoni narrativi ormai esauriti, dall'elemento crime, con il possibile arresto di Fanti sventato all'ultimo minuto dalla rivelazione di Lorenzo, alla definitiva scelta di Gabriel e Riccardo di mostrarsi in tutta la loro debolezza, smettendo di nascondersi come avevano fatto per tutta la prima stagione, fino al coronamento di molti snodi romantici.

Non tutto si era chiuso, ma la risoluzione di molti aspetti pareva avere allentato gli elementi di tensione in grado di tirare la volata alla seconda stagione, anche perché era stata altissima l'attesa per il finale della prima. Tocca ricordare che Doc è una serie che ha subito in maniera considerevole l'influenza del tempo storico in cui è stata concepita ed è uscita. La fortuna della prima stagione era stata in un certo senso effetto del trauma Covid, con ascolti impensabili per qualsiasi fiction non avesse Montalbano nel titolo, alimentati anche dal lockdown e dalla permanenza forzata in casa. Allo stesso tempo la pandemia aveva interrotto le riprese del finale della prima stagione, generando enorme aspettativa per gli episodi finali andati in onda a diversi mesi di distanza.

Proprio nel Covid Doc 2 trova una svolta impensabile. Che la pandemia sarebbe stata al centro della seconda stagione era cosa già nota, ma il coraggio con cui la serie prova a rileggere i fatti di quel febbraio 2020 che ha letteralmente stravolto le nostre esistenze, dimostra una capacità di scrittura notevole. L'ospedale, centro della vita dei protagonisti, in questo primo episodio si trasforma nel centro dell'Italia intera, con una rielaborazione indipendente dei fatti che segnarono i primi mesi del 2020, quando solo la comunità medico-scientifica iniziava ad avvertire i primi segnali della pandemia. La cronaca dei fatti viene rispettata nei riferimenti temporali e nei parametri scientifici, dopodiché subentra la fantasia e così nella realtà di Doc 2 il paziente 1, il primo positivo italiano, viene scoperto proprio all'interno dell'ospedale.

Una mossa azzardata, per quanto necessaria trattandosi di un medical drama, che si rivela vincente. Quella di Doc è una svolta importante nella storia della serialità italiana, trattandosi del primo prodotto che include il Covid 19 in un impianto narrativo che non è al servizio della pandemia, ma se ne serve per portare avanti la sua storia. Sembra una banalità, ma non era scontato riuscirci.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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