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Doc - Nelle tue mani 2

Doc 2, Bruno: “Vi svelo i segreti di Valenti e Carolina. Spero la serie convinca chi nega il Covid”

Gaetano Bruno interpreta Edoardo Valenti in Doc 2 – Nelle tue mani. Su Fanpage.it, l’attore ha commentato la puntata della serie con Luca Argentero, dedicata alla pandemia e alla morte di Lorenzo Lazzarini. Si augura possa convincere chi non ascolta le parole di scienziati, medici e virologi riguardo l’efficacia dei vaccini e la pericolosità del Covid.
A cura di Daniela Seclì
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Nella serie Doc 2 – Nelle tue mani, Gaetano Bruno interpreta il Dott Edoardo Valenti, primario di chirurgia. Intervistato da Fanpage.it, l'attore ha commentato l'intensa puntata dedicata alla pandemia causata dal Covid e alla morte di Lorenzo Lazzarini, interpretato da Gianmarco Saurino. Si è detto speranzoso che la serie possa arrivare anche al cuore di chi si rifiuta di ascoltare scienziati, medici e virologi riguardo all'efficacia della vaccinazione. Trova frustrante che gli operatori sanitari, considerati inizialmente eroi, oggi vengano criticati nonostante tentino solo di fare del bene. Gaetano Bruno ha anche svelato alcune anticipazioni su come si evolverà il rapporto tra Carolina Fanti, interpretata da Beatrice Grannò ed Edoardo Valenti.

La puntata di Doc 2 – Nelle tue mani dedicata alla pandemia causata dal Covid è forse la più attesa della seconda stagione.

Da attore è stato molto importante per me interpretare un medico che, insieme agli altri colleghi di Medicina Interna, si mette al servizio del paziente. Credo spinga ognuno di noi, nelle rispettive specializzazioni, a dare il meglio. Vorrei che arrivasse il messaggio di avere sempre fiducia nei dottori, in coloro che hanno studiato e cercano di dare il massimo per il nostro bene.

Nella serie viene evidenziato come i medici, inizialmente giudicati eroi, poi siano stati aspramente criticati. Doc mette gli spettatori davanti alle loro stesse incoerenze. 

Certo. Ovviamente bisogna rispettare le opinioni di tutti, ma contemporaneamente non bisogna dimenticare che ci sono persone che hanno lavorato duramente durante la pandemia e hanno dovuto subire le critiche di chi non era d'accordo rispetto alla vaccinazione. Immagino quanto possa essere stato frustrante e difficile da gestire per tutti gli operatori sanitari, essere criticati perché hanno provato a fare del bene.

Pensa che la serie possa avere un impatto su chi ancora minimizza la pericolosità del Covid e nega l'utilità dei vaccini?

È vero che in alcuni casi, le parole di chi aveva una competenza nel parlare e nel rassicurarci rispetto ai vaccini, non hanno sortito lo stesso effetto di quelle di coloro che non avevano assolutamente le carte in regola per aprire bocca. Doc è una serie molto vista, che ha uno zoccolo duro di estimatori. Mi auguro che possa arrivare dove scienziati, medici e virologi non sono arrivati.

Andrea Fanti, interpretato da Luca Argentero, in un episodio di Doc che racconta la pandemia
Andrea Fanti, interpretato da Luca Argentero, in un episodio di Doc che racconta la pandemia

C’è una scena che ho trovato particolarmente toccante. La dottoressa Fabrizia Martelli, madre di Alba, malata di Covid confida a Valenti di avere paura. 

Mostra la fragilità e l'umanità di chi era chiamato a curare i malati ma, durante la prima ondata, si confrontava con qualcosa che ancora non conosceva completamente. Fabrizia dimostra che anche lei subiva le stesse paure che provavano i pazienti.

Valenti assume cocaina. È anche questa debolezza, una cicatrice lasciata dall’esperienza del lavoro di medico durante la pandemia?

Sarà interessante per gli spettatori capire da dove sia nata la scelta di Valenti, questo appoggiarsi alla cocaina per cercare di continuare a fare al meglio il suo lavoro, perché di questo si tratta. Senza nessuna giustificazione rispetto all'uso di cocaina, ma si capiranno i motivi reali che hanno fatto sì che iniziasse in un momento specifico della sua vita ad assumere droghe.

Lorenzo Lazzarini, interpretato da Gianmarco Saurino, muore di Covid in Doc 2
Lorenzo Lazzarini, interpretato da Gianmarco Saurino, muore di Covid in Doc 2

La coppia composta da Valenti e Carolina, figlia di Andrea Fanti, ha già tantissimi sostenitori. Cosa lega questi due personaggi?

Entrambi stanno attraversando un momento particolare. Valenti è una persona che per la sua totale abnegazione nei confronti del lavoro, ha meno possibilità di dedicarsi agli affetti. Carolina vuole emanciparsi dalla figura paterna e ne va a cercare un'altra che trova in Edoardo. All'inizio, lui prova a tenere a bada questo rapporto. Le chiede di restare nel reparto del padre, poi si lascia coinvolgere da questa relazione.

Cosa può anticiparmi su come si evolverà il loro rapporto?

Lei capisce che non posso dire niente o mi vengono ad ammazzare (ride, ndr). In linea generale, si evolverà in modo coerente con l'anima di Valenti. Edoardo è una persona scrupolosa, attenta e soprattutto leale. È onesto anche nelle sue contraddizioni. Sia nel privato che nel pubblico non avrà mai due facce, non si approfitterà della situazione. La sua genuinità è anche la cifra che porterà avanti questo rapporto.

Com'era l'atmosfera sul set nelle scene con Beatrice Grannò?

Il rapporto che cerco sempre con colleghi e colleghe è di grande complicità. Per me la recitazione prevede un ascolto continuo, un mettersi al servizio dell'altro. Per questo anche con Beatrice abbiamo cercato di confrontarci su ogni scena e cercare lì, nel momento, di farci anche sorprendere, di capire dove l'intenzione dell'uno potesse portare l'altro a seguirlo o a cambiare totalmente registro.

Il legame tra Carolina e Valenti sta anche stimolando il dibattito sulla differenza d’età nella coppia, lei cosa ne pensa?

In linea generale, non credo che sia un deterrente. Tuttavia credo anche che debbano esserci delle condizioni umane e una forte affinità elettiva per sostenere un rapporto che prevede una differenza d'età così importante. Secondo me ci sono dei tempi in cui nella vita si possono fare le cose. Personalmente non sono un sostenitore della paternità a 90 anni. I figli richiedono sforzo ed energia. Se tu hai una differenza di 20, 30 anni con una compagna, è chiaro che se questo rapporto non si basa su un amore folle e una corrispondenza con il partner particolarmente importante, prima o poi si scioglierà.

Edoardo Valenti e Carolina Fanti, interpretati da Gaetano Bruno e Beatrice Grannò
Edoardo Valenti e Carolina Fanti, interpretati da Gaetano Bruno e Beatrice Grannò

Tornando al primario di chirurgia Edoardo Valenti, per portarlo in scena si è ispirato a persone realmente esistenti?

Mi sono confrontato con i registi e gli sceneggiatori per rivedere, correggere, cesellare le battute. Poi ho ripensato ai chirurghi con cui mi è capitato di avere a che fare nella vita, persone particolarmente pratiche, a volte sfuggenti, che non si dilungano tanto nei particolari e questa cosa me la sono portata dietro. Durante la lavorazione, poi, ho anche parlato con due chirurghi per cercare di restituire al meglio la meccanicità, la velocità, la preparazione e la sicurezza con cui concretamente si opera.

Ha avuto modo di conoscere Pierdante Piccioni, alla cui storia Doc si ispira

Sì, l'ho incontrato sul set. Mi sono presentato, gli ho fatto i complimenti ed ero contento di avergli stretto la mano, ma non c'è stato modo di approfondire la conoscenza. Mi è sembrato una persona aperta, dallo sguardo vivo e curioso.

Nella serie Doc, Valenti si scontra spesso con Andrea Fanti. Qual è invece il rapporto tra lei e Luca Argentero fuori dal set?

Il rapporto tra me e Luca è stato purtroppo soltanto sul set. Sia per altri lavori che stavo facendo, sia per il Covid in generale, il rapporto con i colleghi è stato ridotto. Luca è una bella persona, aperta, con una bellissima energia, sempre molto in ascolto rispetto a tutto quello che capita sul set. D'altra parte il grande successo di Doc lo si deve anche a lui e al modo in cui ha interpretato questo eroe empatico.

Le piacerebbe che il personaggio di Valenti tornasse anche in un'ipotetica terza stagione?

Di certo è stata una bella esperienza. La possibilità che un personaggio possa continuare a tenere una sua vita in un'altra stagione è legata a una miriade di incastri produttivi, dovuti anche alla sceneggiatura e alla storia in sé. In generale, adesso non direi di no, nella misura in cui prima dovrei leggere il copione. La base è che il personaggio di Valenti possa essere portatore di sue istanze ed essere determinante nel corso di una eventuale terza stagione.

Pierpaolo Spollon, Matilde Gioli e Gaetano Bruno sul set di Doc 2
Pierpaolo Spollon, Matilde Gioli e Gaetano Bruno sul set di Doc 2

Dopo aver vestito il camice di Valenti in Doc, le è capitato di ricevere messaggi bizzarri o imbarazzanti? 

(Ride, ndr) Ricevo messaggi su Instagram, soprattutto da ragazze che mi chiedono di essere visitate. Il personaggio di Valenti, così difficile da acchiappare, forse suscita una sorta di mistero, di fascinazione soprattutto nel femminile.

Lei ha una figlia di sei anni, quindi ancora piccola. Ma le ha fatto vedere alcune scene di Doc?

No, ancora non abbiamo visto niente dei lavori che ho fatto io tra cinema e serie televisive. Credo sia un pochino presto, poi ho evitato anche perché ci sono delle scene in cui bacio Carolina e non mi sembrava il caso. Invece abbiamo finito di vedere da poco Le avventure di Pinocchio di Comencini. Quello è il linguaggio straordinario a cui la sto iniziando.

Che padre è?

Comprensivo, che pensa che l'educazione sia un valore aggiunto nel percorso di una persona. Con Elena (Radonicich, la sua ex compagna) tentiamo di trasmettere a nostra figlia valori in cui crediamo: l'onestà, la forza, la determinazione e il rispetto per gli altri, soprattutto per chi non la pensa come noi. Non credo che il padre debba essere un amico, ma una persona con cui una figlia possa sentirsi libera di comunicare, confidandogli anche le cose sbagliate che sono state fatte. Ci vuole molto rispetto e molto amore per cercare di creare un tessuto di confidenza, di apertura e di rispetto reciproco.

C'è qualcosa che le piacerebbe aggiungere prima di salutarci?

Sì, mi piacerebbe condividere con i lettori di Fanpage.it un messaggio che ho ricevuto da Riccardo Galeazzi, assistente alla regia di Doc, che è tornato a insegnare. Credo sintetizzi cosa possa rappresentare una serie televisiva che parla al cuore delle persone:

"Sono tornato in cattedra, nella scuola media in cui avevo già insegnato prima dell'inizio di Doc 2. I ragazzi, e parlo di circa 200 studenti tra gli 11 e i 14 anni, mi hanno chiesto di salutarvi e di ringraziarvi tanto perché Doc sta piacendo moltissimo. Mi fanno domande, vogliono spoiler e questo Cane Blu è proprio un enigma. Il paese in cui insegno (nella scuola media, ndr), è nella periferia di Milano, è abitato da famiglie in grosse difficoltà sociali ed economiche. Una larga parte dei miei studenti vive situazioni drammatiche in famiglia. I servizi sociali sono allo stremo. In questo contesto drammatico, mi rendo conto di quanto il nostro lavoro svolga una funzione quasi terapeutica: le storie a lieto fine, la totale assenza di violenza, la ricerca continua del bene e la propensione all'ascolto, è vero, raccontano una realtà pastello che non sempre corrisponde a verità. Ma spesso sono queste storie l'unico spiraglio di bene che i miei ragazzi hanno di fronte e per loro rappresenta la speranza di una vita migliore".

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