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Denise Capezza è Alessandra Persiano in Malinconico: “Mi piace l’imperfezione, scardina gli stereotipi”

Denise Capezza è l’attrice napoletana che dà il volto ad Alessandra Persiano, co-protagonista della fiction su Rai1 “Vincenzo Malinconico- Avvocato di insuccesso”, in cui recita insieme a Massimiliano Gallo. A Fanpage.it si racconta parlando del suo lavoro, che è anche la sua più grande passione e delle sue aspirazioni.
A cura di Ilaria Costabile
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È arrivata su Rai1 lo scorso 20 ottobre la fiction "Vincenzo Malinconico – Avvocato di insuccesso", un prodotto che nasce dalla trasposizione televisiva dei romanzi di Diego De Silva e che dà vita ad un racconto atipico, ma irresistibile, da cui è difficile staccare lo sguardo. E a proposito di sguardo, quello di Denise Capezza, giovane e brillante attrice napoletana che interpreta Alessandra Persiano, è aperto ad una analisi profonda e introspettiva del suo personaggio.

Donne, tanto Denise quanto il personaggio di Alessandra, capaci di scardinare gli stereotipi, pronte a trasformarsi e vivere una vita sfaccettata, ricca di sfumature da poter descrivere. A Fanpage.it, Denise racconta le sue aspirazioni professionali e la gratitudine per essere riuscita, dopo una lunga e faticosa gavetta, a poter vivere del lavoro che più ama al mondo.

Dalla Turchia a Cronenberg, passando per il premio al Lucca Film Festival come "Attrice rivelazione 2022", fino alla prima serata sulla tv generalista, Denise lascia spazio al racconto di sé, delle sue emozioni e ci confida: "Se proprio dobbiamo parlare di me, io sono un disastro, sono proprio come Vincenzo Malinconico". 

Alessandra Persiano è il personaggio più convenzionale tra quelli che hai interpretato, cosa ti ha colpito di lei? 

Alessandra Persiano è un personaggio differente da tutti gli altri perché è una donna luminosa, oltre ad essere una donna di successo. Scardina il luogo comune dell'avvocatessa cinica, con il suo essere empatia. L'eleganza che emana non è solo fisica, è una componente del suo animo. Credo sia questa caratteristica a renderla diversa dagli altri personaggi che ho interpretato, perché mette in luce un aspetto romantico della mia personalità. Gli altri ruoli erano decisamente più borderline, più oscuri.

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Nel libro, però, il personaggio di Alessandra è sfrontato, saccente, nella fiction si percepisce il desiderio di non ostentare le proprie qualità. Perché questo cambio di passo?

Grazie per averlo notato. Nel romanzo Alessandra Persiano è una donna sicura di sé e questo resta nella trasposizione televisiva, ma questa sicurezza la si poteva raccontare in molteplici modi, noi abbiamo scelto di renderla sicura, ma non saccente, meno femme fatale, una donna più umanamente gentile. È una donna forte del proprio lavoro, desiderata, ma una alla mano, pur non essendo mai servile.

La fiction ruota attorno all'idea del successo, qual è l'unità di misura del successo al giorno d'oggi?

Per me è innanzitutto avere una vita privata felice, che mi consenta di sviluppare dei rapporti umani concreti, fondati sulla verità. Il successo in ambito lavorativo è la possibilità di fare della propria passione il proprio lavoro e di questo sono molto grata, è il mio più grande traguardo. È stato faticoso riuscire ad arrivare ad un livello tale da consentirmi di vivere facendo ciò che amo.

"È stato faticoso", in effetti i tuoi inizi sono stati fuori dal comune, il primo lavoro importante è stato in Turchia. Raccontaci. 

Ho iniziato come ballerina, poi ho studiato teatro e sono state scelta subito dopo per una serie televisiva turca. Giovanissima ho fatto le valigie e sono partita per Istanbul, dovevo restare otto mesi e invece sono rimasta lì 4 anni. Ho dovuto imparare il turco in meno di un mese, la serie era sul traffico di esseri umani, ed è stato il mio primo ruolo in assoluto, seguivamo dei ritmi di lavoro estenuanti, per girare episodi lunghissimi. È stato un modo per rompere il ghiaccio, fare gavetta, ho lavorato tanto.

Poi sei tornata in Italia. 

Dopo aver trascorso quattro anni di lavoro lì, tra la serie e altri progetti, ho deciso di tornare in Italia, perché volevo costruire un percorso professionale anche nel mio Paese. È stato un po’ come ricominciare tutto daccapo, mentre in Turchia ero già più o meno affermata, in Italia ho dovuto ricominciare. Poi c’è stato Gomorra-La serie con il ruolo di Marinella, dei film, poi Baby per Netflix, Bang Bang Baby per Amazon Prime, è stata una continua conquista.

Denise Capezza in Bang Bang Baby di Amazon Prime Video
Denise Capezza in Bang Bang Baby di Amazon Prime Video

È stato difficile affrancarsi dal ruolo di Marinella, visto il successo della serie?

Gomorra è stato un trampolino di lancio, ma dopo la serie è stato difficile far capire agli addetti ai lavori e al pubblico che non si era solo quello, che si potevano fare altri ruoli. Credo fortemente nella versatilità degli attori, è un qualcosa che sento molto dentro di me e spesso non è facile farlo comprendere, spesso ci si limita ad una immagine di facciata.

Mi parli di immagine e spesso la bellezza per le attrici può essere un'arma a doppio taglio: una possibilità e anche un limite. Lo avverti questo rischio?

Il rischio c’è, purtroppo. Personalmente non credo che i ruoli delle belle donne non possano essere interessanti, nel mio percorso ho cercato sempre di interpretare delle donne che se anche fossero legate ad una certa immagine, avessero qualcosa da raccontare. Talvolta è vero che i ruoli delle belle donne possono essere appiattiti in una estetica senza sfumature. Viviamo in una società in cui l’apparenza sembra essere la cosa più importante, di questo sono molto ferita, ci soffro, credo che con l’intelligenza, però, tutto possa essere svelato per quello che realmente è importante.

In qualche modo anche Alessandra Persiano, prima ancora di essere un'avvocatessa viene descritta come una bella donna. 

Alessandra Persiano è sicuramente una bella donna, ma è anche una grande professionista, ha anche aspetti caratteriali interessanti. I personaggi femminili sono soggetti a cambiamenti veloci, continui, passano dalla perfezione alla quotidianità in trenta secondi. Sono certa che sia più difficile da rappresentare la trasformazione interiore che quella legata prettamente all'estetica. L’attore è di per sé un individuo capace di cambiare, io sono pronta a trasformarmi, ma non rinnego a priori i ruoli delle belle donne se interessanti.

Denise Capezza e Massimiliano Gallo, alias Alessandra Persiano e Vincenzo Malinconico
Denise Capezza e Massimiliano Gallo, alias Alessandra Persiano e Vincenzo Malinconico

Nella tua carriera pensi di essere riuscita a distaccarti da questo immaginario? Penso anche al film di Cronenberg

Mi piace la possibilità di indagare donne diverse, sono felicissima di tutti i personaggi che ho interpretato finora, compresa Alessandra Persiano, anzi, è un personaggio che ho voluto fortemente. Con Cronenberg abbiamo fatto un lavoro intenso, diverso dal solito, dove anche l'aspetto ha un peso significativo. Mi piacerebbe essere una tavolozza sulla quale si può lavorare in tutti i modi possibili. Sono partita da ruoli più secondari, ma che hanno sempre lasciato un certo impatto sul pubblico, però quando si è comprimari e si cattura l'attenzione è una conquista ancora più grande.

Come si vive il  passaggio dalle piattaforme alla tv generalista, dove il feedback del pubblico è immediato?

È il mio esordio su Rai1 in un ruolo importante, per cui ansia c'è stata e ce n'è ancora, ma è molta di più la gioia. Poi, diciamocelo, facciamo questo lavoro anche per il pubblico, non esisteremmo senza, è della reazione del pubblico che godiamo, quando consegnamo il nostro lavoro è un momento di catarsi, ma anche il più spaventoso. Però sono felice di arrivare ad un pubblico così variegato, di poter chiamare mia madre o mia nonna e dirle "stasera sono su Rai1". Poi la tv generalista regala un sogno alle persone.

Restiamo in tema di sogni e parliamo dell'amore che vivono Alessandra Persiano e Vincenzo Malinconico. Un sentimento prima sognato, poi vissuto, ma pieno di non detti e fraintendimenti. 

Vincenzo Malinconico e Alessandra Persiano provano a vivere un sogno d’amore, una storia quasi adolescenziale, con molti aspetti puri, giocosi. Vincenzo è un uomo sfuggente, non perché non sia interessato a lei, ma perché ha un carnevale di personaggi che lo circondano, che lo portano continuamente ad allontanarsi da quello che stanno vivendo e lei questa cosa non la capisce. È una donna abituata a ricevere attenzioni, quando vede quest’uomo evasivo, se da un lato ne è attratta dall’altro lato ne rimane leggermente offesa, per cui è una storia divertente. È una storia ricca di momenti divertenti, teneri, romantici, di fraintendimenti e tira e molla, che prova a cercare compimento, è in continuo divenire.

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E Denise che amore vive?

Io vivo l’amore che ho sempre desiderato, ho un compagno di vita (Michele Rosiello ndr.) con il quale sono molto affiatata, c’è grande complicità tra di noi e questa è una cosa rarissima da trovare. Ci siamo scelti in tempi assolutamente non sospetti, eravamo entrambi super agli inizi, è un amore puro. Sono grata per quello che ho, ma credo che sia importante fare un continuo lavoro su se stessi, perché è quello che ci apre davvero al mondo, il nostro traguardo più importante indipendentemente dalla persona che abbiamo al nostro fianco.

Denise Capezza e Michele Rosiello fonte Instagram
Denise Capezza e Michele Rosiello fonte Instagram

Tornando a Malinconico, come si vede anche nella fiction, uno dei punti di forza del personaggio sono le sue continue digressioni, mentali e filosofiche. C'è il rischio che non vengano comprese dal pubblico?

Il rischio c’era, c’è stato, c’è ancora forse, ma il pubblico va abituato ad una forma di linguaggio diversa. Il pensiero di Malinconico spesso non è politicamente corretto, è senza infingimenti, racconta dei processi psicologici che si possono scatenare in chiunque, ed è geniale perché trova sempre il modo di riflettere attraverso le sue digressioni mentali e di raccontare dei temi importanti filtrati attraverso la lente dell’ironia e dell’autoironia. È un personaggio fortemente umano, buono, è un essere fallibile che però trova sempre in qualche modo la forza di svincolarsi dalle situazioni che vive.

Massimiliano Gallo è Vincenzo Malinconico
Massimiliano Gallo è Vincenzo Malinconico

Diego De Silva, l'autore dei romanzi, era presente sul set? Avete collaborato?

Sì, era spesso sul set, la sua presenza è stata importante perché ci suggeriva anche delle soluzioni. Massimiliano, ad esempio, è un attore con una grande capacità di improvvisare, l’improvvisazione è una cosa seria, si fa con un criterio. Da queste sue improvvisazioni nascevano delle dinamiche leggermente differenti da quelle scritte nei libri, e Diego quando era sul set ci aiutava. È un uomo brillante, ci suggeriva battute e soluzioni. Ero felice della sua presenza, all’inizio un po’ intimorita, perché poi si ha sempre paura di non rispecchiare l’immaginario che uno scrittore così affermato come lui ha delle sue "creature".

Qual è la più grande sfida che senti di voler affrontare nei prossimi anni di carriera?

Quella di dar vita a personaggi sfaccettati. I personaggi sono interessanti quando c’è contrasto, quando sono appiattiti in una unica direzione sono noiosi, scardinare gli stereotipi, forse questo,  potrebbe essere uno dei sogni più grandi. O anche magari interpretare una donna totalmente imperfetta, seppur bella, perché poi non è detto che una donna se è bella deve essere perfetta, io mi sento molto di più Vincenzo Malinconico che non Alessandra Persiano, perché sono un disastro di donna, sono proprio Vincenzo, anche raccontare un aspetto più buffo della mia personalità, perché sono anche imbranata a volte, caotica. Piena di moltitudini ancora da mostrare.

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