Come potrebbe funzionare Netflix con la pubblicità, ma ad un prezzo più basso
Tra le ipotesi che Netflix starebbe passando al vaglio per arginare la netta perdita di abbonamenti, c'è quella di inserire la pubblicità tra i suoi contenuti. Un'ipotesi apparentemente temibile, ma che potrebbe in realtà giovare ad entrambe le parti: al consumatore, al quale verrebbe offerto un prezzo di abbonamento più basso, e all'azienda che potrebbe far rientrare i conti nonostante il pericolo concorrenza. Un modello che potrebbe essere adottato anche dalle altre piattaforme e che ad esempio NOW del gruppo Sky sta già valutando. Ma come cambierebbe Netflix con la pubblicità? Ecco alcuni scenari possibili.
Netflix sul modello di HBO Max
Reed Hastings non ha dubbi sul fatto che questo tipo di servizio, più economico e con advertising si rivelerebbe vincente. "Sta funzionando per Hulu. Lo sta facendo la Disney e lo ha fatto anche HBO", ha sottolineato l'amministratore delegato di Netflix. "Non credo che abbiamo molti dubbi sul fatto che funzioni". Il modello infatti è stato già appurato negli Stati Uniti dove, da giugno 2021, HBO Max ha introdotto una proposta di abbonamento con pubblicità (9,99 dollari) ad un prezzo inferiore rispetto a quello tradizionale (14,99 dollari).
Come potrebbe presentarsi la pubblicità
La versione economia presenta la stessa proposta di contenuti della versione premium, con la differenza che offre un ambiente di marketing superiore caratterizzato dagli spazi pubblicitari, stimolando il coinvolgimento dei consumatori. Tre i formati pubblicitari previsti: Brand Block, Pause AD (la pubblicità compare durante la messa in pausa del contenuto) e Branded Discovery. È ipotizzabile che il modello possa essere ricalcato a grandi linee anche dall’azienda di Hastings, con lo scopo di consentire l’accesso ad una maggiore fascia di consumatori, pur mantenendo un'opzione di abbonamento senza pubblicità.
Come Netflix ricaverà i dati per la pubblicità
Si tratterebbe comunque di una svolta colossale per la società di servizi in streaming che sin dalla sua nascita ha fatto della libertà dei contenuti " ad free" uno dei suoi capisaldi. Lo stesso Hastings ha ammesso: "Sono sempre stato contrario alla complessità della pubblicità e un grande fan della semplicità degli abbonamenti. Ma per quanto sia un fan, sono un sostenitore ancora maggiore della scelta del consumatore. E permettere ai consumatori che vorrebbero un prezzo più basso e sopportano la pubblicità di avere quello che vogliono ha molto senso”. Hastings ha spiegato: “Capiremo come farlo”, ma sembra già certo che l'azienda non sfrutterà i dati raccolti sulla piattaforma per offrire contenuti pubblicitari mirati, ma che userà strumenti terzi per trovare il giusto target per gli annunci.