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Come finisce La rosa della vendetta: nessuna terza stagione, il destino di Deva e Gülcemal nell’ultima puntata

Domenica 17 novembre è andata in onda l’ultima puntata della seconda stagione di La rosa della vendetta, il dramma che ha appassionato milioni di spettatori su Canale 5. Ecco la spiegazione del finale. Non ci sarà nessuna terza stagione.
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Domenica 17 novembre è andata in onda l’ultima puntata della seconda stagione di La rosa della vendetta, il dramma che ha appassionato milioni di spettatori su Canale 5. Al centro dell’episodio finale, il destino di Deva e Gülcemal, una storia d’amore tormentata e ricca di colpi di scena. Ma ci sarà una terza stagione? Ecco cosa sappiamo.

Il finale de La rosa della vendetta: il ritorno di Gülcemal

L’ultima puntata ha mantenuto le attese: ci sono state emozioni forti regalate grazie al tanto atteso ritorno di Gülcemal. Dopo essere scomparso misteriosamente, fatto credere morto, il protagonista è tornato per affrontare il suo passato e chiarire i dubbi sul suo destino. Deva, divisa tra amore e vendetta, è stata costretta a fare una scelta cruciale. Quello che è successo è questo: Gülcemal si lascia cadere nel vuoto da una scogliera, dopo la confessione di sua madre ZaferCinque anni dopo, scopriamo che Gülcemal non solo non è morto ma non si è mai allontanato dalla città. Dopo aver letto una lettera che Deva gli scrisse, capisce di dover fare ritorno. Decide di svelare tutto durante la commemorazione che ogni anno la famiglia tiene in suo ricordo. Il finale mostra tutti sconvolti e felici, Deva ovviamente ma anche il piccolo Cemal che sceglie proprio questo momento per pronunciare la sua prima parola.

La rosa della vendetta 3 si farà?

Dopo questo finale, molti si aspettano una conferma per una terza stagione. La verità è che quello che i telespettatori di Canale 5 hanno visto nella puntata di domenica 17 novembre è il finale conclusivo di serie. La storia di Deva e Gülcemal, come dichiarato dagli sceneggiatori, è stata pensata per svilupparsi e concludersi naturalmente in due stagioni. Una scelta che lascerà sicuramente soddisfatti quanti pensano che sia meglio fare un buon lavoro piuttosto che scrivere nuove storie tanto per cercare di, come si dice in questi casi, "allungare il brodo".

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