Chi sono i veri Peaky Blinders, la storia della banda criminale che ha ispirato la serie tv
La sesta stagione di Peaky Blinders è finalmente uscita su Netflix e l'interesse per la storica band criminale di Birmingham, terrore delle strade nei primi anni del XX secolo, si è di colpo riacceso. Come è noto, il gruppo criminale protagonista della serie di Steven Knight, disponibile su Netflix da venerdì 10 giugno, è realmente esistito, operando tra il 1870 e il 1910 circa, ma i personaggi della serie sono romanzati rispetto alla realtà. Vediamo quali sono le principali differenze.
La storia vera dei Peaky Blinders, la gang di Birmingham che ha ispirato la serie TV
Intanto, la storia è chiara: i Peaky Blinders nacquero dalle enormi disparità sociali ed economiche che c'erano a Birmingham, nel periodo vicino alla prima guerra mondiale, rispetto al resto del Regno Unito. La banda riuscì a controllare il territorio, eliminando via via i rivali nel campo del gioco d'azzardo – e come si vede sin dal primo episodio della prima stagione – nella gestione degli eventi e nel truccare le scommesse. Senza contare le rapine e i proventi derivanti dal racket. Solo per un decennio tra il 1900 e il 1910, furono estromessi dai Birmingham Boys, poi tornarono a essere i veri padroni di Birmingham, al punto che con il termine "Peaky Blinders" cominciò a essere utilizzato per tutte le organizzazioni criminali. Solo per un decennio tra il 1900 e il 1910, furono estromessi dai Birmingham Boys, ma poi rientrarono e riuscirono a riottenere il controllo sulla città
Cosa significa Peaky Blinders: il nome deriva dall'abbigliamento della gang
Proprio sul nome della band è nata una leggenda che è stata poi smentita da un documentario, disponibile su Prime Video dal titolo "The Real Peaky Blinders". La leggenda deriva dalla pratica che aveva la band di cucire delle lamette da barba nella visiera, per poi utizzarle come arma. Questa spiegazione è stata smentita nel documentario di Prime Video dallo storico Carl Chinn: le lamette, infatti, erano un bene di lusso per l'epoca e la Gillette introdusse i rasoi di sicurezza intercambiabili solo nel 1903. "Peaky" doveva essere il soprannome del modello di capello, che copre parte del volto. "Blinder" si riferisce alla visiera, quindi "visiera appuntita". Altra traduzione è quella relativa al modo di vestire, così elegante da "abbagliare", quindi dall'inglese to blind. L'abbigliamento era composto dal tradizionale cappello con visiera, poi fazzoletto al collo, panciotto, giacca e pantaloni a zampa di elefante.
Le differenze tra realtà e finzione: Tommy Shelby non è mai esistito
A differenza di quanto ci si aspetterebbe, nella realtà, Thomas Shelby, interpretato da Cillian Murphy, non è esistito. Il suo personaggio è comunque ispirato al leader della reale band dei Peaky Blinders, Billy Kimber, che è comunque stato inserito all'interno della narrazione (lo interpreta Charlie Creed-MIles). Tra gli antagonisti dei Peaky Blinders, c'è la famiglia italo-americana Changretta (nella quarta stagione, indimenticabile Luca Changretta interpretato da Adrien Brody), che però è romanzata e ispirata a una delle tante famiglie della mala italo-americana di quegli anni.
Un personaggio che invece è realmente esistito è quello di Sam Claflin. Il politico inglese Oswald Mosley nacque nel 1869 a Mayfair, dopo essersi arruolato alla Royal Military Academy e dopo aver combattuto la prima guerra mondiale, iniziò la sua carriera politica, seguendo prima gli indipendentisti e poi i fascisti britannici. Tra i personaggi realmente esistiti, anche quello di Darby Sabini interpretato da Noah Taylor, uno degli italiani che controlla la mala in Gran Bretagna. Poi il personaggio di Alfie Solomons (Tom Hardy() a capo di una gang di ebrei ortodossi e con la passione per il gioco d'azzardo.