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Caterina Guzzanti: “Boris oggi è una festa, ma le prime stagioni erano un sequestro di persona”

L’attrice tornerà a ottobre con la quarta stagione di Boris e racconta alcuni retroscena della serie cult, tra cui il trauma di una comica che era “dentro una serie in cui tutti facevano ridere tranne me”.
A cura di Andrea Parrella
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L'attesa per il ritorno i Boris 4 è alta, soprattutto tra gli appassionati di una serie cult che ha segnato l'evoluzione di questo genere in Italia. Tra i volti di riferimento della serie, che arriverà dal prossimo ottobre su Disney+, c'è sicuramente Caterina Guzzanti, attrice interprete nel ruolo di Arianna. "Mi vergogno un po’ a dirlo – ha confessato Guzzanti a Vanity Fair – ma stare sul set è stato talmente divertente da non essere faticoso. Una festa tra amici praticamente. In questi dieci anni con gli altri attori del set ci siamo frequentati tanto, abbiamo fatto vacanze insieme, Boris non è una grande famiglia ma un condominio in cui ci si incontra spesso e non si litiga mai".

Il trauma delle prime stagioni di Boris

Non era stato così per le prime stagioni della serie ideata da Mattia Torre, Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo, nata nel 2007: "Ricordo invece le prime stagioni della serie come un sequestro di persona perpetuo e la sensazione di stanchezza e di disorientamento […] Era una cosa che non somigliava a niente di ciò che era stato fatto prima, era un oggetto strano all’epoca, e io dovevo interpretare il personaggio più drammatico – l’altro è lo stagista Alessandro. Quindi ero dentro una serie in cui tutti facevano ridere tranne me". 

La severità di Arianna

Arianna è effettivamente uno dei ruoli più complessi della serie, proprio perché esce del tutto dalla linea comica e surreale che sottende Boris, potendo osservare quel micromondo dall'esterno, pur essendo costretta a viverlo da dentro per sopravvivenza. Un ruolo che, spiega Guzzanti: "è stata una grande intuizione di Mattia Torre e di Luca Vendruscolo. Quando interpreto Arianna – quella che mette in riga gli altri, licenzia, si arrabbia – tiro fuori la mia parte severa". Una severità dalla quale non può uscire, anche quando ci prova per naturale inclinazione professionale: "Ogni tanto provo ad aggiungere elementi comici ma vengo bloccata ed è giusto così". 

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