Bridgerton farà a meno dei corsetti, banditi dalle serie tv per motivi di salute (e non solo)
A partire dalle prossime stagioni di Bridgerton, nessun’altra Prudence sarà maltrattata affinché riesca a entrare nel corsetto (ricordate la scena di apertura della prima stagione quando lady Featherington obbliga la figlia a indossare quell’aggeggio infernale che comprime il busto, salvo poi vederla svenire al cospetto della regina Charlotte per la mancanza di aria?) per ottenere una “vita delle dimensioni di un’arancia”. Netflix, BBC e ITV avrebbero deciso di vietare l’utilizzo dell’accessorio dopo le lamentele avanzate dalle attrici protagoniste delle serie tv in costume. Il corsetto sarà bandito per ragioni di salute.
I disagi lamentati dalle attrici sul set
La casa di produzione Shondaland avrebbe fatto sapere che, da questo momento in poi, l’uso del corsetto sarà vietato sul set della serie Regency anche a causa delle perplessità avanzate dalle attrici che avrebbero lamentato diverse difficoltà legate all’utilizzo dell’accessorio. Lo riferisce The Sun citando una fonte anonima, secondo la quale le star protagoniste delle serie tv in costume avrebbero lamentato difficoltà respiratorie e lividi. Lo aveva dichiarato apertamente in un’intervista l’attrice Ashley Simone che interpreta Kate nella seconda stagione di Bridgerton: “Indossare il corsetto vuol dire che non mangi. Ti cambia il corpo”.
Perché il corsetto sarà vietato
Alla base della decisione di vietare l’uso dei corsetti ci sarebbero ragioni di salute quanto di opportunità. L’idea che una donna debba mettere a repentaglio il proprio benessere per seguire un ideale di bellezza fisica parametrato su canoni irraggiungibili è ormai vetusta (perfino offensiva, secondo più di una corrente). Proprio in quest’ottica, il corsetto diventa simbolo di costrizione, di una vita soffocante che riduce la donna al ruolo di vessillo da esibire. Una rappresentazione dalla quale le principali produzioni televisive hanno scelto di prendere le distanze, in nome di un necessario passo in avanti nella scala della parità di genere.