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Baby Reindeer, la vera Martha fa causa a Netflix per 170 milioni: “Vita distrutta con delle bugie”

Il fenomeno seriale di Netflix continua ad essere al centro dell’attenzione. Fiona Harvey, la donna che si è identificata come la vera Martha raccontata nella serie, ha fatto causa a Netflix per i danni provocati alla sua persona dagli effetti di Baby Reindeer.
A cura di Andrea Parrella
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La donna che si è identificata come la Martha Scott di Baby Reindeer fa causa a Netflix per 170 milioni di dollari. Come riporta il The Guardian Fiona Harvey, che nelle scorse settimane ha parlato pubblicamente della vicenda anche attraverso la tv, accusando il regista di avere sostanzialmente alterato la realtà dei fatti e di essere vittima nella vicenda, ha intentato causa al gigante dello streaming lo scorso giovedì presso il tribunale degli Stati Uniti del distretto centrale della California.

La causa intentata da Fiona Harvey contro Netflix

Le accuse mosse dalla donna sono inflizione intenzionale di disagio emotivo, negligenza grave e violazione del suo diritto di pubblicità. Le accuse di Fiona Harvey sono legate al debordante successo internazionale di Baby Reindeer, la serie uscita nei mesi scorsi, con protagonista il 35enne Richard Gadd, che interpreta uno scrittore e attore scozzese ripercorrendo la sua vicenda autobiografica da vittima di stalking. La donna, di cui si è parlato anche in relazione ad altre accuse per stalking, si è identificata pubblicamente come la donna che ha ispirato il personaggio di Martha, negando al contempo le accuse di essere una stalker, di aver inviato a Gadd 41.000 e-mail e centinaia di messaggi vocali e 106 lettere.

“Non credo di avergli inviato nulla. Potrebbero esserci state un paio di e-mail, battute scherzose, ma questo è tutto", ha detto la donna in un'intervista rilasciata a Piers Morgan. L'avvocato che la difende specifica pubblicamente: “Le bugie che gli imputati hanno raccontato su Harvey a oltre 50 milioni di persone in tutto il mondo includono che Harvey è una stalker condannata due volte a cinque anni di prigione e che Harvey ha aggredito sessualmente Gadd. Gli imputati hanno raccontato queste bugie e non si sono mai fermati, perché era una storia migliore della verità, e le storie migliori portano soldi”. Il legale ha proseguito così:

“Netflix, una società multinazionale di streaming di intrattenimento da miliardi di dollari, non ha fatto letteralmente nulla per confermare la ‘storia vera’ raccontata da Gadd. Cioè non ha mai indagato se Harvey fosse stata condannata, un gravissimo travisamento dei fatti. Non ha fatto nulla per capire la relazione tra Gadd e Harvey, se ce ne sia stata una… A causa delle bugie, degli illeciti e della cattiva condotta assolutamente sconsiderata degli imputati, la vita di Harvey è stata rovinata".

La risposta di Netflix

Harvey chiede almeno 50 milioni di dollari per danni effettivi, almeno 50 milioni di dollari di risarcimento danni per “angoscia mentale, perdita di divertimento e perdita di affari”, almeno 50 milioni di dollari per “tutti i profitti di ‘Baby Reindeer'”, così come 20 milioni di dollari per danni punitivi: "Semplicemente, Netflix e Gadd hanno distrutto la sua reputazione, il suo personaggio e la sua vita”. In merito alla questione è arrivata anche la risposta di Netflix tramite un portavoce: “Intendiamo difendere la questione con forza e sostenere il diritto di Richard Gadd di raccontare la sua storia”.

Le parole del regista: "È tutto vero"

La storia, d'altronde, ha avuto grande risonanza anche e soprattutto perché raccontata come una vicenda autobiografica di Gadd, il quale in un'intervista ha detto di averla "modificata leggermente per creare climax drammatici", aggiungendo che "Emotivamente è tutto molto vero, ovviamente: sono stato gravemente perseguitato e gravemente abusato. Ma volevamo che esistesse nella sfera dell’arte, oltre a proteggere le persone su cui si basa”.

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