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Al via la serie su Mussolini che Netflix avrebbe provato a censurare per un giapponese napoletano

Sky ha annunciato la serie tratta dal romanzo Premio Strega 2019 di Antonio Scurati. Un progetto che ha avuto una gestazione complessa e che Netflix avrebbe censurato a causa di un personaggio, quello di Harukichi Shimoi.
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Nella giornata di ieri c'è stato l'annuncio: Sky produrrà "M. Il figlio del secolo", nuova serie tv che racconta la nascita del fascismo in Italia e l'ascesa al potere del Duce Benito Mussolini. La serie è tratta dall'omonimo romanzo, Premio Strega 2019, di Antonio Scurati, che è stato un bestseller internazionale e che ha raccontato con grande lucidità quello che è stato il fascismo. Lo scrittore non ha fatto sconti, soprattutto nei confronti di se stesso che tale capolavoro alla fine ha scritto. Un romanzo che, quanti lo hanno già letto lo sanno già, aiuta senz'altro a comprendere come basta molto poco a realizzare una catastrofe quando il senso della collettività è alle corde, tra stanchezza e indifferenza. Un romanzo fondamentale, dunque, merita una trasposizione quanto più fedele.

Raccogliendo le dichiarazioni dello stesso Antonio Scurati al Festival della Letteratura di Mantova del 2021, ci siamo accorti che senza l'intervento propizio di Sky, le cose sarebbero andate diversamente. La serie, infatti, era in fase di pre-production con un altro broadcaster che aveva manifestato più di un problema. Scurati in quella occasione torna più volte sul termine "broadcaster" – "Non lo menzionerò", osserva – , ma già Alessandro Trocino sul Corriere della Sera – che racconta e riporta fedelmente le dichiarazioni dello scrittore – aveva scritto la notizia menzionando Netflix e riportando della "questione del giapponese".

Sono arrivate diverse obiezioni sulla storia. La divisione editoriale vorrebbe dei buoni all’inizio e una storia d’amore. Vorrebbero cambiare l’ordine del racconto. Ma come si fa? Io ho fatto un libro sui fascisti, assumendo il loro punto di vista, e la scommessa è proprio questa. Sono tutti cattivi nel libro e non può essere diversamente. […] Mi dicono c'è un problema. Il giapponese. E io dico: quale giapponese?

Harukichi Shimoi
Harukichi Shimoi

Quel giapponese è Harukichi Shimoi, personaggio chiave, intellettuale di riferimento dello Stato di Fiume che, per conto di Gabriele D'Annunzio, era sempre presente a Milano al fine di convincere e compulsare Benito Mussolini a un intervento. Un personaggio che la storia ha dimenticato; un personaggio sui generis, non fosse altro perché l'unico modo che ha per comunicare con gli italiani è la lingua in dialetto: il napoletano. Questo aspetto, unito anche al fatto che il personaggio mostrava una certa caratterizzazione da macchietta – immaginate: un giapponese che sa parlare solo napoletano – avrebbe spinto "l'Ufficio materie sensibili" a bocciare il personaggio del giapponese:

Mussolini sfuggiva come un’anguilla a D’Annunzio, ma il samurai, da bravo giapponese, era lì e non se ne andava. Anche i fascisti lo prendevano in giro. E insomma, l’Ufficio materie sensibili, tra tutte le cose, cosa boccia? Il giapponese. Perché? Pensateci. Perché questo avvocato di New York ha un particolare rispetto nei confronti della cultura giapponese? No, perché si giocano un mercato. Il broacaster non vuole perdere il mercato giapponese. E allora via, tagliamolo.

Antonio Scurati
Antonio Scurati

Netflix prova a tagliare, Sky fortunatamente no. Le riprese di M. Il Figlio del Secolo sono già in calendario. Le riprese partiranno nel 2023 – la distribuzione è di Fremantle – e la serie arriverà quindi su Sky e in streaming su Now, in Europa come in tutti i territori dove il servizio è disponibile. Il caso del "giapponese napoletano", però, resta un elemento chiave per i più curiosi, una spia rossa accesa su quanto certe nevrosi quotidiane producano effetti farraginosi e bizzarri – pure un po' farseschi – in una produzione.

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