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Wanna Marchi scoppia a piangere nel backstage di Belve: Fagnani la consola, interviene Stefania Nobile

Wanna Marchi ha avuto un momento di sconforto nel backstage di Belve. La teleimbonitrice è stata ospite di Francesca Fagnani, nella puntata di martedì 1 novembre.
A cura di Daniela Seclì
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Wanna Marchi è stata la prima ospite della nuova edizione di Belve, che ha fatto il suo esordio martedì 1 novembre. La teleimbonitrice si è raccontata ai microfoni di Francesca Fagnani. Come di consueto, a fine puntata, è andato in onda il backstage, che ha mostrato Marchi sciogliersi in lacrime al pensiero di Francesco Campana, l'uomo che amava e che è stato suo compagno per oltre trentacinque anni.

Wanna Marchi in lacrime per Francesco Campana

Nelle immagini del backstage, Wanna Marchi è apparsa in lacrime. La morte del compagno Francesco Campana è ancora un tasto dolente per lei. "Era straordinario": ha confidato alla giornalista. Fagnani l'ha consolata: "Ho saputo che l'ha perso da poco". A questo punto, probabilmente perché ha visto la madre piangere, è intervenuta Stefania Nobile. Anche lei ha avuto belle parole per Campana: "L'unico uomo che Dio ha creato, l'ha avuto lei". Meno lusinghiera con Fagnani: "Sei un po' pesante".

La richiesta di Wanna Marchi a Francesca Fagnani

Wanna Marchi ha ammesso candidamente che le era stato consigliato di rifiutarsi di fare l'intervista a Belve: "Mi hanno detto che lei è talmente cattiva. Lo dicono tutti, è una cosa pazzesca". Comprensibile la reazione di Francesca Fagnani: "Detto da lei! Io non sono cattiva. Faccio le domande". La regina delle televendite, poi, si è complimentata con il fisico della conduttrice e le ha fatto una richiesta: "Mi piacerebbe che lei intervistasse mia figlia". Quindi è intervenuta di nuovo Stefania Nobile: "Le vittime erano tutte povere e si sono prese risarcimenti milionari". E Wanna Marchi ha colto la palla al balzo: "Lo racconterai quando ti inviterà".

L'accusa: "Hanno tentato di spingermi al suicidio"

Francesca Fagnani ha fatto sapere: "Quando ci siamo sentite, mi ha detto che in carcere a Bologna, hanno fatto di tutto per farla suicidare". Wanna Marchi ha confermato e ha raccontato la sua versione dei fatti: "Come hanno fatto? Con il trattamento, il modo di apostrofarmi, non mi davano la possibilità di lavarmi quando volevo farlo, mi davano l'acqua fredda anche se era disponibile quella calda. Tante cose, tante. Se una persona è debole, non è difficile che si suicidi in carcere. Se ho pensato di suicidarmi? Ma non ci penso proprio". Però ha aggiunto:

Ho avuto momenti di disperazione per mia figlia che ha una malattia gravissima, che si chiama artrite reumatoide. Mia figlia pesava 40 chili. Con le manette attaccate alla barella e quattro persone che la scortavano, la portavano in ospedale per fare le trasfusioni, due, tre volte la settimana. Per me era una roba terrificante. Io per mia figlia sono disposta a uccidere. Ho sbagliato, avrei potuto patteggiare.

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