Via il canone entro cinque anni e il filo diretto col Governo: come potrebbe cambiare la Rai entro il 2025
La Rai è pronta alla riforma. È cominciato con il primo incontro in commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni del Senato, la discussione che potrebbe portare già in estate all'allineamento al Media Freedom Act. Il tempismo è tutto: se non arriverà una nuova legge sulla governance entro l'estate 2025, l'Italia potrebbe essere sottoposta a infrazione. È il caso di tirare in ballo la locuzione più abusata in casi come questo: "Ce lo chiede l'Europa".
Tutte le proposte dei partiti politici
La riforma sarà figlia di un percorso lungo, cominciato oggi, che abbraccerà anche nuovi interventi nel campo dell'editoria, carta stampata e web. Roberto Rosso, senatore Forza Italia e relatore in commissione, ha anticipato che sono già 5 le proposte incardinate e sono arrivate da Forza Italia, Movimento Cinquestelle, Lega, Partito Democratico (che ha presentato due testi differenti). Un'altra proposta è in arrivo ed è quella di Avs, ma Rosso ha assicurato che "altri testi arriveranno. Vediamo, in breve, tutte le proposte:
La proposta di Forza Italia
La prima proposta è arrivata da Forza Italia attraverso il senatore Maurizio Gasparri. È un testo che mira a ripristinare la vecchia figura del direttore generale nominato direttamente dal Consiglio di amministrazione, al posto quindi dell'amministratore delegato, indicato dal Governo. Questo tipo di proposta eliminerebbe, secondo Forza Italia, il legame diretto tra vertici del servizio pubblico e Governo.
La proposta della Lega
La senatrice Mara Bizzotto ha presentato per la Lega l'eliminazione del canone entro cinque anni e un aumento di risorse da imposte e pubblicità. Cambiamenti sostanziali anche sul Cda che sarebbe composto da sette membri, di cui quattro nominati dalla Commissione di Vigilanza e uno dai dipendenti. Il mandato sarebbe di cinque anni rinnovabili. Le cariche di Presidente e Amministratore delegato sarebbero nominati direttamente dal presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio, previo parere della Vigilanza.
La proposta del M5S
Il M5S propone un testo firmato dalla senatrice Dolores Bevilacqua: Cda di sette membri, tre nominati dal Parlamento su una rosa di nomi indicati dall'Agcom e due dai dipendenti Rai. Il mandato sarebbe di sei anni non rinnovabili. Anche in questo caso, il Presidente sarebbe nominato direttamente dal Capo dello Stato, ma senza l'intervento del Presidente del Consiglio. L'Ad sarebbe indicato dalla Vigilanza a maggioranza dei due terzi ma su una rosa di cinque nomi indicati dall'Agcom. Le risorse per il servizio pubblico proverrebbero dalla finanza pubblica e non dal canone.
Le due proposte del Partito Democratico
Due proposte del Pd: Antonio Nicita propone la nascita di una fondazione composta da dieci membri eletti dal Parlamento, tra i dipendenti Rai e da altre istituzioni. Questa fondazione avrebbe il compito di formare il Cda, composto da sette membri, e di indicare il Presidente. L'Ad sarebbe eletto dal Cda in conformità col parere della fondazione. Il mandato sarebbe di tre anni rinnovabile. Andrea Martella fa una proposta pressoché identica, meno che per la composizione della fondazione: undici elementi, anziché dieci.