
Esistono quei programmi che metti in sottofondo, quelli a cui si butta un occhio mentre si è affaccendati in mille cose, soprattutto quando il tempo per farle sembra troppo poco: Affari Tuoi è sempre rientrato in quella categoria. Selezionavo il primo canale, sentivo ogni tanto urla di gioia, qualche sera mi sono soffermata a ragionare sulle offerte del Dottore, mi sono chiesta “chissà cosa avrei fatto, fossi in stata in loro”, ma non mi ero mai fermata sul racconto che negli anni è stato costruito da un programma che occupa l’access prime time e che si è confermato, anche con il recente cambio di un conduzione, un successo straordinario di Rai1.
Più di cinque milioni sono gli italiani che in media si trovano lì, a guardare le avventure dei pacchisti, a empatizzare, a vivere la partita con leggerezza, ma anche con criticità. Il motivo di questa immedesimazione collettiva è più semplice di quanto si pensi: Affari Tuoi è un game show che non fa distinzioni, accoglie tutti, ma soprattutto racconta l’Italia meglio di qualsiasi altro programma possa fare e cioè attraverso i problemi quotidiani, i desideri degli italiani (altro che Poltrone e Sofà).
I desideri dei pacchisti sono i bisogni primari degli italiani
Non è bramosia e desiderio di arricchirsi, qui vengono fuori i bisogni italici, i desideri di chi vorrebbe sgravarsi di qualche rata del mutuo, chi vorrebbe comprare una macchina, chi spera un giorno, mettendo qualche soldino da parte, di acquistare una casa. C’è chi vuole dare una mano in famiglia, chi ha un’azienda e vorrebbe vederla crescere un tantino in più, chi desidera regalarsi un viaggio. Insomma, sono desideri comuni, quelli che almeno una volta abbiamo fatto tutti e che raccontano un Paese allo stremo, un Paese stanco, che va avanti nonostante le tasse folli da pagare, il consumismo imperante che ci schiaccia senza rendercene conto, un Paese in cui se si ha un lavoro normale, non iper professionalizzante, si ha uno stipendio altrettanto normale, che magari con una famiglia sulle spalle è difficile da gestire, ma si fa lo stesso, con la forza di chi ci crede e non si arrende, perché la vita va così.

Davanti al denaro, siamo tutti i uguali, e non per ingordigia o cupidigia, ma perché sappiamo che in questo mondo è una delle poche cose che ci consente di stare tranquilli nella praticità. Se le liste d’attesa per una qualsiasi cosa pubblica sono infinite, basta pagare un privato e i tempi si accorciano; per evitare di accendere finanziamenti su finanziamenti, avere un gruzzoletto è quel qualcosa che ci permette di andare avanti tirando un sospiro di sollievo. E questo pensiero, sottende anche alla spinta di chi partecipa ai provini per Affari Tuoi. Il game show ha perso la dimensione di racconto che aveva acquisito nell’era Amadeus, dove i pacchisti parlavano delle loro vite per filo e per segno, è diventato più goliardico, leggero, sarà forse l’effetto De Martino, ma questo cambio di registro non ha inficiato la percezione e il ritratto dell’Italia che emerge puntata dopo puntata.
Il sacrificio e il valore del denaro
Quanti concorrenti abbiamo sentito dire “Trentamila euro nemmeno con un anno di lavoro e straordinari li vedo” o ancora “Conosco il valore dei soldi, so quanti sacrifici ho fatto per guadagnarli, quindi accetto l’offerta del Dottore”. Il doversi sacrificare, guadagnarsi da vivere, con passione e costanza sembra non bastare mai. Chi si presenta ad Affari Tuoi, vuole vivere il sogno di guadagnare in una sera quello che pur continuando a lavorare non riuscirebbe a racimolare nemmeno se si sdoppiasse. Sono lavoratori normali, piccoli imprenditori, giovani e meno giovani, uomini e donne accomunati dall’intento di darsi tregua dai pensieri, sperando che la ruota giri.
Affari Tuoi, livella della tv
Il game show di Rai1 è un gioco in cui non ci sono differenze, dove tutti sono uguali, dove non c’è chi ha più conoscenze e rispondendo alle domande necessarie si aggiudica la vittoria, oppure chi deve indovinare qualcosa che gli consenta di conquistare l'agognato montepremi; non ci sono quesiti tra cui barcamenarsi, strategie a cui sottomettersi. È caso, fortuna, intuito, destino. Statistica per i meno romantici? Può darsi. Ma è forse questo che lo rende il gioco più amato degli ultimi tempi, perché a conti fatti i pacchi da aprire non sono altro che la livella della nostra tv.
