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Sulla Rai M5S e Pd si spaccano, i 5 Stelle dicono sì al contratto di servizio della destra

Passa in commissione di vigilanza il testo del nuovo contratto di servizio Rai. Accade anche grazie al sì del Movimento 5 Stelle, su cui l’opposizione, di fatto, si spacca. Ruotolo (Pd): “Si impone alla Rai punto di vista della destra sovranista”.
A cura di Andrea Parrella
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Arriva il via libera della Commissione di Vigilanza Rai al parere sul Contratto di Servizio Rai. Un voto sul quale rischiano di crollare le ipotesi di convergenza delle forze di opposizione, visto che il voto favorevole decisivo è arrivato dal Movimento 5 Stelle. A votare contro Pd e Italia Viva. mentre Azione di Calenda si è astenuta.

Il documento in questione è un passaggio fondamentale per il prossimo quinquennio della Rai e, nel caso specifico, aveva alimentato polemiche in relazione al passaggio sulla famiglia tradizionale, con la promozione di “natalità e genitorialità” introdotta dalla maggioranza nella prima bozza. Tema che aveva sollevato enormi contestazioni da parte delle forze di opposizione.

Il Pd: "Si impone alla Rai punto di vista della destra sovranista"

Una spaccatura, quella tra M5S e forze di opposizione, che si è materializzata nelle dichiarazioni successive al voto. Sandro Ruotolo, responsabile Informazione e Cultura del Partito Democratico, ha attaccato la forza politica guidata da Conte: "Oggi si è consumata una rottura democratica perché nell'industria culturale e informativa più importante del Paese si è voluto imporre il punto di vista della destra sovranista. Un passo indietro che fa male al pluralismo. Con il Partito Democratico hanno votato contro Italia viva, Verdi e Sinistra italiana mentre si è astenuta Azione. Dispiace che i 5 stelle abbiamo votato a favore di una Rai che, a reti unificate, vorrebbe propagandare le gesta del governo di destra. Noi ci opporremo a questo disegno".

Tra gli emendamenti bocciati, ci sono quelli a favore della rappresentazione di “modelli femminili e maschili paritari e non stereotipati” e la promozione del “rispetto della parità di genere e diversità di orientamento sessuale”, così come sono stati bocciati gli emendamenti sul contrasto ai conflitti di interesse e sulla trasparenza. Una serie di risposte negative che motivano, oltre al voto contrario, la decisione del relatore di minoranza Antonio Nicita di rimettere il mandato. "Dispiace che i 5 stelle abbiano votato diversamente dalle altre opposizioni", si limitano a commentare i membri della Vigilanza del Pd.

La risposta dei 5 Stelle: "Tutelato il giornalismo di inchiesta"

Dai 5 Stelle, a loro volta, arriva la critica al PD per “una presa di posizione ideologica e soprattutto sconnessa dal contenuto del parere. Per il M5S la tutela del giornalismo d'inchiesta resta un punto imprescindibile: abbiamo visto l'impatto enorme che trasmissioni come Report hanno sulla politica e sull'opinione pubblica. Il solo rischio che questo riferimento venga meno impone il dovere di votare Si al parere". 

A luglio, l'approvazione dello schema del contratto di servizio era arrivata anche in relazione alle rassicurazioni dell'ad Roberto Sergio, che aveva sottolineato: "Sarà assicurato l'impegno da parte dell'azienda a tutelare e a valorizzare nell'applicazione del Contratto di servizio quella che è la grande tradizione del servizio pubblico nel campo del giornalismo di inchiesta". Un punto sottolineato positivamente proprio dal Movimento 5 Stelle, che era stato difeso con vigore dal compianto consigliere Rai Riccardo Laganà, scomparso prematuramente lo scorso agosto.

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