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Stefano Bollani e Valentina Cenni: “A Via dei Matti non ci sono regole, è come vediamo la vita”

Intervista a Stefano Bollani e Valentina Cenni, tornati con il loro programma su Rai3. La coppia ci apre le porte di casa, raccontandosi in lungo e in largo, dentro e oltre la Tv: “Quanto ci influenziamo non è quantificabile. Quello che viene chiamato lavoro è per noi il nostro modo di stare al mondo e raccontarci”.
A cura di Andrea Parrella
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Da pochi giorni Stefano Bollani e Valentina Cenni sono ripartiti con Via dei Matti N.0. Il programma occuperà la fascia dell'access prime time di Rai3 per i prossimi due mesi, di fatto antipasto della striscia quotidiana di Marco Damilano e Un Posto al Sole. Tanti i meriti di questo progetto televisivo, tra cui quello di aver convinto molte persone – che forse non avranno il coraggio di ammetterlo – a riaccendere la Tv e di aver fatto conoscere al pubblico il talento e la grazia di Frida Bollani Magoni. Un piccolo varietà  a metà strada tra divulgazione e intrattenimento, con un elemento caratterizzante che è proprio il binomio Bollani/Cenni, coppia sul palco e nella vita. Ci hanno aperto le porte di casa loro e noi ci siamo entrati, per scoprire qualcosa di più sulla miscela che li tiene insieme, personalmente e professionalmente.

Dichiarate di non avere la Tv in casa, ma ormai siete due personaggi televisivi. Che rapporto c'è, dunque, tra voi e questo mezzo?

Valentina: È un mezzo che arriva a tutti e, ancora di più, nello stesso momento, che è una cosa potentissima. Mai avremmo creduto di poter stare in quella scatola, però ci stiamo bene. Poi non ce l'abbiamo, quindi non la guardiamo, però ci piace l'idea che possa essere "usata" con consapevolezza.

Stefano: Vale la metafora del sesso, ci piace farlo e non guardarlo.

Usare e osare. La vostra Tv è fuori dagli schemi e questo può dipendere proprio dal fatto che non ne guardiate.

Valentina: Può essere, noi portiamo avanti il nostro racconto, siamo liberi da dogmi e regole, facciamo quello che ci piace perché è il solo modo per arrivare alle persone e farlo davvero.

Via dei Matti è un programma per tutti, ma non per chiunque. Qual è il vostro pubblico?

Stefano: Noi speriamo tanto di usare la televisione, in quanto elettrodomestico, per arrivare a tutti. L'intenzione è quella di parlare al bambino, all'esperto di musica, alla persona che non conosce la musica e non pensa possa avere un ruolo importante nella sua vita, magari per convincerlo del contrario.

Valentina: La cosa bella sono proprio le famiglie a tavola, che si fermano davanti alla Tv, dai bambini agli anziani. Il segreto è in questa fascia oraria che all'inizio ci spaventava e invece si è rivelata la forza di questo programma.

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C'è anche un aspetto didattico in quello che fate. Vi sentite anche insegnanti?

Valentina: Per noi non ci sono dei gradini, non ci sono alti e bassi, la musica per noi non ha generi, è ovunque. Passiamo dai Ricchi e Poveri a Brahms ed è questo il nostro sguardo sulla vita.

Stefano Bollani: Più che insegnare, noi vorremmo far vedere, attraverso degli esempi, quanto è divertente la musica, quella canzone di Concato alla quale non avevi mai pensato, così come la quarta Mahler che può essere interessante anche per te che ci guardi su Rai3. Non è un intento didattico o divulgativo, apriamo la nostra stanza dei giochi per far vedere alle persone quanto la musica abbia fatto bene a noi.

Nello speciale di giugno avevate raccontato la musica nel cinema. Questa seconda stagione di Via dei Matti N.0 avrà un filone tematico?

Valentina: Il filo rosso è la musica, parliamo di silenzi, di sport, di musica nel teatro, di toponomastica. Abbiamo scandagliato qualsiasi tematica pur di affrontarla in modo trasversale, guardando tutto da un altro punto di vista: Via dei Matti, appunto.

Coppia sul palco, ma anche nella vita. Quanto influenzate il percorso artistico personale dell'altra/o?

Stefano: Noi facciamo tutto insieme, dallo spettacolo teatrale al programma in radio, il disco, la Tv, il cortometraggio da lei diretto per cui io scrivo le musiche, i miei album che hanno in copertina foto scattate da lei. Quanto ci influenziamo a vicenda è impossibile da dire, è un travaso continuo di informazioni, io mi fido ciecamente del gusto di Valentina.

Valentina: E io del suo, è inevitabile perché stiamo molto insieme, però sappiamo anche ritagliarci i nostri spazi senza ossessionarci. Stiamo bene insieme, viaggiamo, paralleli, sappiamo stare sempre uniti. Io quando penso a un progetto non vedo l'ora di parlargliene e confrontarmi con lui. È una cosa naturale, non ci imponiamo mai di fare cose insieme.

La relazione personale non ha mai interferito con l'attività artistica?

Stefano: È una domanda che capisco si pongano in molti quando hanno una relazione sentimentale e devono passare allo step successivo, fare un progetto insieme. Nel nostro caso è tutto molto naturale. Non abbiamo consigli da dare, ma sentiamo che questa energia tra noi fa andare le cose di pari passo.

Valentina: Quello che viene chiamato lavoro è per noi il nostro modo di stare al mondo e raccontarci agli altri.

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Il programma è cambiato in questo anno e mezzo?

Stefano: È cambiato perché siamo cambiati noi, affrontiamo tutto in maniera molto diversa. Cambiano anche gli ospiti e c'è ancora più varietà, musicisti jazz, classica, etnica, per la prima volta avremo un fagottista su Rai3. E poi Branduardi, Mannoia, tanti talenti.

Si è parlato di varietà, che ha come caratteristica essenziale la presenza del pubblico. È un'evoluzione che immaginate per il programma?

Valentina: Inizialmente non era possibile per ragioni logistiche, ma noi abbiamo fatto in modo di sentirlo sempre, anche perché c'è un cast tecnico molto folto e coinvolto, che in qualche modo ci ha fatto da pubblico. Però è un'evoluzione che immaginiamo certamente, chissà che un giorno non possa esserci.

La musica che spesso raccontate ha riferimenti classici o del passato. Che rapporto avete con i nuovi suoni? La trap entra nel vostro quotidiano?

Stefano: Bisognerebbe capire cosa si intenda per contemporaneo, noi siamo contemporanei, io, lei, Ron, Philip Glass. Ma se ci riferiamo a rap e trap abbiamo identificato qualcuno che ci interessa in quel mondo, perché le riteniamo punte di diamante. Penso ad Anastasio, che è già stato nostro ospite, l'altro è tha Supreme. Lo vorremmo invitare, ma non si può mostrare.

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Siamo alla seconda stagione e il vostro programma ha già le sembianze di un cult. L'idea di diventare ripetitivi vi annoia?

Stefano: L'immagine che ci viene in mente è quella di una 72esima edizione di Via dei Matti N.0 che in realtà parla di giardinaggio.

Valentina: Stiamo molto nel presente, quello che ci succede, con gli occhi aperti. Facciamo fatica a pensare a chissà quale futuro. Di base non ci annoiamo mai, tutto quello che facciamo è nuovo e non ci sono schemi predefiniti. Dovessero esaurirsi certi argomenti, faremo serenamente altro.

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