"Un varietà culturale non c'era mai stato. E forse c'è un motivo. Dateci due ore del vostro tempo e capiremo insieme se era il caso di porre rimedio a questa rovinosa lacuna". Così Geppi Cucciari introduce Splendida Cornice, il nuovo show di cui è al timone nella prima serata di Rai 3. Il primo giovedì d'esordio della trasmissione è stato encomiabile. E lo è stato non solo per i (tanti) cultori della conduttrice sarda, ma anche per idea, garbo, eleganza, ospiti in studio e meccanismi con loro instaurati, tra cazzeggio e ammirato ascolto.
La cultura è, a parole, un bene che tutti noi amiamo e di cui andiamo orgogliosi. Nei fatti, il solo pensiero di un intero format nato per omaggiarla in tutte le sue forme induce, inutile negarlo, a una certa pesantezza delle palpebre superiori. Ognuno di noi è fervente intellettuale pronto a scendere in piazza social quando si paventa l'aumento del costo dei biglietti per i musei, ma dando una brutale scorsa anche solo all'ultimo anno, quante volte ne abbiamo davvero visitato uno? Splendida Cornice si pone, dunque, come una sfida persa in partenza. Eppure riesce a sovvertire i pronostici avversi, imponendosi come uno show che riesce nell'ardua impresa di coniugare arte (intesa come cinema, musica e perfino pittura) insieme all'intrattenimento puro, da prima serata come non se ne vedevano da oramai troppo tempo.
Si tratta di un equilibrio precario, difficilissimo da mantenere. Geppi e la sua squadra di autori, però, hanno congegnato un format vivacissimo che non sa mai di polveroso né di già visto. Andiamo nella pratica: cosa abbiamo visto? Abbiamo visto, per esempio, il blocco con ospite Paolo Mereghetti, noto critico nonché autore del prestigioso Dizionario del Cinema che prende il suo cognome. La conduttrice l'ha intervistato mettendosi dal punto di vista di un qualunque telespettatore ignaro della settima arte, con domande personali che ci hanno fatto scoprire, oltre a molti titoli di pellicole che forse non avevamo già nel nostro bagaglio culturale, fatti squisitamente privati della celebre penna: "Non le dico, perché siamo in tv, cosa vorrebbe farci mia moglie col Dizionario!", "In casa non posso consigliare film: da quando ho fatto vedere a mio figlio Anna dei Miracoli, mi odia!". Il Mereghetti che non ti aspetti.
Poi, il colpo di genio: Geppi tira fuori una recensione in cui il critico, per il film Passione Sinistra, l'aveva definita, nero su bianco: "Micidiale e inutile". "Sarà il titolo della mia prossima autobiografia", scherza Cucciari, mentre fanno il loro ingresso altri due ospiti: Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu. Il primo ammette di non leggere mai recensioni perché "troppo permaloso", l'altro appare, al solito, più mite sul tema. Comunque sia, Geppi porge ai due ex "Cugini Merda" un leggio con le recensioni più feroci che Mereghetti ha vergato verso i loro film. Le leggono, ne ridono davanti all'autore, in un momento che va ben al di là degli sterili "Mean Tweet" oramai visti e stravisti nella nostra tv. Nasce un confronto scherzoso, irresistibile, mentre sul gigantesco schermo led compaiono le cattivissime parole del critico. Nessuno dei coinvolti si offende, anzi Kessisoglu sogghigna e dice: "Oh, a me fanno ridere veramente. Sono sempre scritte in modo divertente!". Non sembra che stia recitando. Oppure, le stroncature di Mereghetti lo hanno reso davvero un attore da Oscar.
Il pubblico in studio è parlante e si racconta al segnale di Geppi. Escono storie bizzarre (il tizio che accetta di badare al cane del vicino per un giorno soltanto e poi decide di andare a sciare, venendo pure colto in fallo, è già idolo delle masse). Anche i servizi in esterna meritano una menzione: oltre al vox populi sull'imminente invasione sumera in Italia tra chi esprime solidarietà al popolo in arrivo e chi, invece, ritiene che sia meglio aiutarli tutti a casa loro, spunta anche un reportage molto Instagram sulla mostra di Banksy. Dura quanto un reel ma dice tutto. Per esempio, dove stia veramente la "K" nel nome dell'artista. Provate a pronunciarlo (senza leggere).
Grande emozione con Nicola Piovani che suona al pianoforte il tema di Cario Diario, il film di Nanni Moretti che Mereghetti predilige. Poi, il Premio Oscar per le musiche de La Vita è Bella o, come dice il sottopancia, "La colonna delle colonne sonore", racconta della collaborazione con Fabrizio De Andrè, resa particolarmente ardua dal fatto che il celebre cantautore andasse a dormire al mattino, quando il compositore si svegliava, e cominciasse la propria "giornata" verso sera. "Era difficile incrociarci ma, proprio in una giornata in cui lui dormiva e io mi annoiavo, mi è venuta in mente la melodia per ‘Il Medico', testo che Fabrizio riteneva impossibile da musicare", ha raccontato. "Non avrei mai pensato che dopo 30-40 anni, la gente sarebbe stata ancora a parlare, ad ascoltare e ad amare brani come quello o Storia di un impiegato. Per me, un'emozione enorme", confessa sul finale. Piovani è già andato ospite al Festival di Sanremo, certo, ma non era mai stato ritagliato per lui un blocco così emozionante e vivace allo stesso tempo. Lo meriterebbe. Ce lo meriteremmo.
Sublime anche il tableau vivant (quadro vivente, ndr) della Conversione di San Paolo dipinta dal Caravaggio: una compagnia teatrale ha fatto prendere vita al quadro, a tempo di musica. Una prova attoriale complicatissima e dall'impatto visivo maestoso. Assolutamente da recuperare su RaiPlay, nel caso ve la foste persa.
Poteva essere una noia mortale. E invece, Splendida Cornice, non lo è stata. Sicuramente, la durata "short", rispetto alle prime serate della generalista che possono arrivare fino a cinque ore parlando spesso pressoché di nulla, ha aiutato a compiere questa missione impossibile. Ma non è l'unico elemento. La verve unica di Geppi Cucciari, maestra di palco e improvvisazione, ha sciolto anche gli snodi più ostici di quanto mostrato e raccontato, rendendo Splendida Cornice un gradevolissimo ensemble sia per appassionati d'arte che per neofiti. Unica nota dolente: dovrebbe esserci più Geppi in tv, mentre latitano anche penne che un programma lo sappiano scrivere, senza trashate e facilonerie da meme, ma solo per amor d'entertainment e rispetto del pubblico. In Splendida Cornice c'è tutto questo e anche di più. Davvero un gioiellino di conduzione e scrittura che riconcilia con quello che l'arte del racconto televisivo ha un disperato bisogno di tornare a essere. Bello, bravi, bis.