Simone Marchetti a Le Iene: “La moda serve per differenziarsi per scrivere la propria storia”
Ospite della puntata del 23 marzo de Le Iene è stato Simone Marchetti, direttore di Vanity Fair Italia. Camicia rossa con nodo al collo, è salito sul palco del programma di Italia1 e si è reso protagonista di un monologo incentrato sul rapporto tra la moda e la politica. "Dalla moda si può imparare molto, da certa politica non si impara nulla", ha detto durante il suo discorso, catturando l'attenzione del pubblico.
Le parole di Simone Marchetti
Guadagnando il centro del palco, con una camicia rossa quasi a confondersi con lo sfondo, Simone Marchetti ha voluto parlare del concetto di moda oggi, come sia strettamente legato alla politica e non si limiti al semplice scegliere cosa indossarsi ("la moda non sono i vestiti"), ma sia una modo per "differenziarsi" e "scrivere la propria storia". Il segreto, anche il consiglio, del direttore di Vanity Fair è: "Se imparate a vestirvi coi vostri pensieri, i vostri abiti diventeranno il vostro destino". Di seguito il testo integrale del suo monologo:
Questa camicia è da femmina. Un uomo non se la può mettere. Ma chi decide che cos'è da uomo oppure da donna? Che cosa è bello o brutto? La moda è strana, è potente. È pornografica. Resta sulla nostra pelle e ci accompagna ovunque. La moda ci definisce. La moda non sono i vestiti. I vestiti servono per due cose: a proteggerci. Dal freddo, dal caldo. E a uniformarci. Al lavoro che si fa, al contesto sociale, alla religione. La moda invece serve per differenziarsi. Per scrivere la propria storia. E a volte la storia, quella con la S maiuscola. Prendete la guerra in Ucraina, dove si sfidano Davide e Golia. Da una parte c'è Volodymyr Zelens'kyj. La sua maglietta verde militare è la fionda della resistenza, un manifesto così potente da creare un'icona, da risvegliare l'Europa, da motivare un intero popolo. Dall'altra c'è Putin, un Golia imbottigliato in una giacca da 12 mila euro, un pezzo di stoffa così forte da smascherare da solo tutte le bugie raccontate nello stadio di Mosca. La moda, poi, può essere anche un travestimento, come quelli dell'eterno Carnevale di Matteo Salvini. Il problema, però, è che tutti si dimenticano i proclami e le giravolte di Matteo. Ma nessuno si dimenticherà mai della sua T-shirt col volto di Putin. Dalla guerra e da certa politica non si impara nulla. Dalla moda, invece, si può imparare molto. Se imparate a vestirvi coi vostri pensieri, i vostri abiti diventeranno il vostro destino. Infine, un consiglio per Matteo. Ma anche per tutti. Quando le persone chiedono a Miuccia Prada come si fa a essere alla moda, come si fa a essere eleganti, lei risponde con un semplice verbo: studia!