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Serena Bortone vola con gli ascolti, ma per lei ora c’è “ipotesi di provvedimento disciplinare Rai”

La censura di Antonio Scurati a Chesarà… diventa un caso televisivo e politico, facendo fare un balzo in alto agli ascolti del programma. La lettura di Bortone del testo di Scurati, tuttavia, potrebbe non essere esente da conseguenze. Repubblica ipotizza “sipario a giugno sulla trasmissione e provvedimento disciplinare in arrivo”.
A cura di Andrea Parrella
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Se quanto accaduto nella giornata di sabato si volesse leggere solo nell'ottica di un'intelligente operazione televisiva, potremmo dire che Serena Bortone è riuscita a prendersi la scena. Non solo la conduttrice ha dettato l'agenda politica della giornata, ma la vicenda dell'intervento di Antonio Scurati sul 25 aprile nel suo programma, bloccato dalla Rai a poche ore dalla messa in onda, ha generato un prevedibile effetto boomerang che ha portato a una concentrazione di attenzione significativa sul programma di Rai3, aperto proprio con la lettura del testo censurato da parte della conduttrice. Notizia della giornata e ascolti quasi raddoppiati, con una crescita netta: Chesarà… passa dai 582.000 spettatori con il 3.4% di share del 13 aprile agli 899.000 spettatori con il 4.9% di share.

Ma, appunto, quanto accaduto ieri non rientra unicamente nel campo della televisione e le reazioni della giornata – ne hanno parlato i principali esponenti politici del Paese, compresa la premier Giorgia Meloni – testimoniano che la vicenda dello stop all'ospitata di Scurati si è trasformato in un caso nazionale che ha generato grande caos nella maggioranza e a Viale Mazzini.

L'ad Roberto Sergio: "Nessuno mi ha informato"

Dello stop al monologo scritto dallo scrittore in occasione del 25 aprile, “nessuno mi ha informato", ha detto a La Stampa l'amministratore delegato Roberto Sergio, che a detta sua ha appreso del “caso Scurati dal post che la giornalista Serena Bortone e ha pubblicato sui profili social”. Per l’ad “si doveva agire diversamente“, anche se l'amministratore delegato sembra sposare la ricostruzione dell’azienda, ribadita anche da Giorgia Meloni, per poi aggiungere: “Possiamo anche discutere sulla richiesta di 1800 euro per un minuto in trasmissione, se fosse esagerata o meno o non compatibile con gli standard Rai, e quindi anche eticamente inaccettabile, ma certamente non lo avrei censurato. Io lo avrei mandato in onda e avrei chiesto a Serena Bortone, nel caso fosse stato necessario un riequilibrio ai sensi della normativa che disciplina la par condicio”. 

Il comunicato UsigRai e la risposta dell'azienda

Sergio ha quindi parlato del fatto che qualcuno intenda "distruggere la Rai", parole nel merito delle quali è giunta al suo indirizzo una lettera di UsigRai nella quale si legge: "Se vuol difendere l'azienda, lei ha il dovere di dire chi la vuole distruggere. E di difenderla". Il sindacato dei giornalisti ha pubblicato un comunicato letto anche nelle edizioni dei Tg, parlando di "controllo ogni giorno più asfissiante". E proseguendo così:

Dopo aver svuotato della loro identità due canali ora i dirigenti nominati dal governo intervengono bloccando anche ospiti non graditi come Antonio Scurati cui era stato affidaot un monologo sul 25 aprile, in una rete ormai stravolta nel palinsesto e irriconoscibile per i telespettatori. La stessa azienda che ha speso 6 milioni di euro per il programma Avanti Popolo ora avanza motivazioni di caratter economico per l'esclusione di Scurati. Motivazioni già smentite dai fatti, siamo di fronte a un sistema pervasivo di controllo che viola i principi del lavoro giornalistico. L'assemblea dei comitati di redazione Rai mercoledì ha proclamato stato di agitazione e approvato 5 giorni di sciopero. Gentili telespettatori noi ci dissociamo da decisioni azienda e lottiamo per un servizio pubblico indipendente, equilibrato e plurale.

Al comunicato UsigRai ha risposta a sua volta l'azienda:

Nessun controllo sull’informazione e nessuna censura sono state operate dall’azienda nei confronti di programmi e conduttori.

La Rai è patrimonio di tutti gli italiani ed esprime oggi più che mai i valori del pluralismo e della libertà di espressione.

Sforzo dell’azienda è quello di aggiungere, innovare, sperimentare nuovi contenuti e nuove narrazioni. Aggiungere opinioni, idee e punti di vista vuol dire essere ancora più pluralisti di come la Rai è stata in passato.

Nessuno ha mai messo in discussione la possibilità di partecipazione dello scrittore Antonio Scurati alla trasmissione “Che sarà” condotta da Serena Bortone, la cui presenza era stata ampiamente annunciata.

Il tentativo di strumentalizzare con polemiche sterili un caso montato sul nulla, rischia di vanificare il grande impegno che in questi mesi l’azienda ha profuso per migliorare il proprio assetto industriale ed economico e tutelare e valorizzare la grande tradizione del Servizio Pubblico.

"Per Bortone stop a giugno e provvedimento disciplinare della Rai"

Nonostante questo, ci si chiede se arriveranno provvedimenti nei confronti di Serena Bortone, che a inizio trasmissione ha letto il testo di Antonio Scurati bloccato dall'azienda e ceduto dallo scrittore a titolo gratuito, per poi essere letto in contemporanea anche a In altre parole, su La7. Stando a quanto riporta Repubblica, per Bortone sarebbe in arrivo conseguenze: "Sipario a giugno sulla trasmissione Chesarà e provvedimento disciplinare in arrivo". Ipotesi che, vale la pena dirlo, allo stato attuale delle cose rappresentano un assist potenziale per la conduttrice, più che una prospettiva nefasta.

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