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Sciopero giornalisti Rai, azienda contro il sindacato: “Sparge fake news, non c’è alcuna censura”

È scontro tra la Rai e il sindacato Usigrai a proposito dello sciopero di 24 ore annunciato dalla sigla che coinvolgerà un cospicuo numero di giornalisti.
A cura di Stefania Rocco
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Si alza il livello dello scontro tra la Rai e Usigrai, il sindacato che rappresenta la maggioranza dei giornalisti impiegati nel servizio pubblico. Dopo l’annuncio dello sciopero di 24 ore a partire da lunedì 6 maggio, l’azienda ha accusato la sigla sindacale di “promuovere fake news” per “motivazioni ideologiche e politiche”.

L’annuncio dello sciopero e il video passato sui canali Rai

I toni dello scontro si sono alzati in seguito al passaggio sui canali Rai di un video con il quale il sindacato ha spiegato le ragioni dello sciopero: “Domani i giornalisti e le giornaliste della Rai, per la prima volta dopo molti anni, si asterranno totalmente dal lavoro per protestare contro le scelte del vertice aziendale che accorpa testate senza discuterne col sindacato, non sostituisce coloro che vanno in pensione e in maternità facendo ricadere i carichi di lavoro su chi resta, senza una selezione pubblica e senza stabilizzare i precari, taglia la retribuzione cancellando unilateralmente il premio di risultato”. Quindi il riferimento al caso del monologo di Antonio Scurati a Che sarà:

Ma non solo, in questi giorni è diventato di dominio pubblico il tentativo della Rai di censurare un monologo sul 25 aprile salvo poi, in evidente difficoltà, cercare di trasformarla in una questione economica. Preferiamo perdere uno o più giorni di paga, che perdere la nostra libertà, convinti che la libertà e l'autonomia del servizio pubblico siano un valore di tutti. E la Rai è di tutti.

La replica dell’azienda: “Sciopero che nulla ha a che vedere con i diritti dei lavoratori”

Dura la replica di viale Mazzini che in un altro video-messaggio evidenzia “la decisione del sindacato di scioperare su motivazioni che nulla hanno a che vedere con i diritti dei lavoratori si inquadra in motivazioni ideologiche e politiche”, per poi aggiungere che non esisterebbe alcuna “censura o bavaglio”. A proposito delle accuse riferite alla gestione del personale Rai, l’azienda ha evidenziato “l’impossibilità nell’attuale quadro economico di aprire nuovi concorsi pubblici per nuove assunzioni giornalistiche a fronte di un organico di oltre duemila unità, mentre si rendono invece necessari processi di ottimizzazione che consentano di valorizzare l’organico esistente. In questa direzione vanno le razionalizzazioni approvate dal cda Rai. Lo sciopero del sindacato Usigrai a un mese dalle elezioni europee oltre a impoverire l’offerta informativa, espone il servizio pubblico a strumentalizzazioni politiche, privando i cittadini del fondamentale diritto all’informazione, caposaldo della democrazia”. Messaggio cui Usigrai ha replicato: “Chi sottrae tempo all’informazione ancora una volta è l’azienda: l’Usigrai si attiene alle regole con un comunicato di un minuto, la protervia aziendale impone una replica che dura il doppio”.

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