Pare che sia definitivo e l'annuncio potrebbe arrivare nelle prossime ore, alla presentazione dei palinsesti. Il Festival di Sanremo 2025 non si farà più dal 4 all'8 febbraio per non soffrire la concorrenza dei canali Mediaset che trasmette negli stessi giorni nientemeno che i quarti di finale della Coppa Italia, ovvero la competizione nazionale più spompa del mondo occidentale. Chiedo per un amico: ma era davvero necessario? Ma era davvero così pericolosa la concorrenza della Coppa Italia al sistema Sanremo? Per non dire altro: nella settimana dall'11 al 15 febbraio, la successiva, si terranno i playoff della nuova Champions League che è decisamente più attrattiva del trofeo nazionale. Quello che è certo è che il Sanremo di Carlo Conti non parte sotto una buona stella. Profetico è stato lo sciagurato spoiler di Walter Vacchino, il proprietario del teatro Ariston, che ha frettolosamente anticipato le date dal 4 all'8 febbraio senza aspettare la Rai.
Qual è la logica di spostare un'istituzione da 10 milioni di spettatori (quando tutto va male!) per (ipotizzando che le favorite vadano avanti, perché non è sicuro): Bologna-Atalanta? Per Juventus-Fiorentina? Per Lazio-Inter? Per Milan-Roma? Fossi in Carlo Conti e in mamma Rai non mi porrei problemi, andrei avanti come uno schiacciasassi forte del prodotto che Sanremo rappresenta e oscurerei l'evento calcistico, che è assai più trascurabile. O forse è politico, il problema? Ditelo chiaro, allora. Ma sappiate che spostare il Festival alla settimana successiva, quando si terranno i playoff della Champions League, appare paradossale. Per non dire che è un suicidio. La Champions League, soprattutto con questa nuova formula, avrà un seguito internazionale e un richiamo mediatico ben superiore a quello della coppetta nazionale. Quale ironia: per evitare di essere oscurato da una competizione calcistica considerata minore, il Festival rischia ora di scontrarsi con una delle manifestazioni sportive più seguite al mondo. Ripensateci!