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Ranucci con Report al posto di CTCF: “Fazio irraggiungibile, cercheremo di rimpiazzarlo al meglio”

“Non si può pretendere che Report si trasformi in Report Che Fa”, spiega Ranucci alla presentazione dei palinsesti Rai. Prenderà il posto di Che Tempo Che Fa, la domenica sera, “La sostituzione? Non l’ho mai avvertita come una trappola, ma ci servono garanzie. Rispetto a Fazio abbiamo un linguaggio diverso”.
A cura di Giulia Turco
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Come previsto, Report prenderà il posto di Che Tempo Che Fa nel palinsesto di Rai 3. Oltre a Sigfrido Ranucci, protagonista della domenica sera sarà anche Federico Quaranta con Il Provinciale. Raggiunti dal Corriere della Sera a margine della conferenza stampa di presentazione dei palinsesti 2023/2024, i due conduttori raccontano le sensazioni della sfida che li aspetta.

Come accoglierà la sfida di Report Sigfrido Ranucci

Rimpiazzo in effetti è il termine giusto, mi sento un po’ un rimpiazzo, ma cercheremo di rimpiazzarlo al meglio”, commenta ironicamente Sigfrido Ranucci ai microfoni de Il Corriere. “Non si può pretendere che Report si trasformi in Report Che Fa”, aggiunge sottolineando la sostanziale differenza del suo prodotto con quello di Fazio. “Il nome di Fabio Fazio è quello di un grandissimo autore, è uno che ha segnato il nome dell’azienda”, continua Ranucci. “I suoi ospiti, il suo format sono irraggiungibili, noi abbiamo un altro linguaggio”, spiega. “La sostituzione? Non l’ho mai avvertita come una trappola, ho solo detto che il gruppo di lavoro che ha dato tantissimo in questi anni necessita di garanzie”, conclude. “Sicuramente l’impegno è grande, ci sono circa 600 minuti di programmazione in più che Report dovrà fare, 600 minuti di inchieste”.

Quaranta non sente di essere un rimpiazzo per Rai 3

I nostri programmi non sono paragonabili, io non rimpiazzo nessuno”, è invece la posizione più netta di Federico Quaranta, che sarà alla guida del suo Il Provinciale. Il conduttore accetta comunque di buon grado la sfida, che deriverebbe dalla presa di consapevolezza da parte dell’azienda del livello culturale assunto dal format. “Il nostro programma ha avuto una gestazione lunga, siamo stati provati nel daytime, poi si sono accorti che abbiamo preso una deriva culturale e ci hanno messo nella casa della cultura”, spiega. "Ora il programma deve crescere. Sarà un impegno perché è dispendioso e difficile in termini di energie".

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