RaiNews24, sfiduciato il direttore Petrecca per il titolo falso su Delmastro assolto: “Disastro di gestione”

La redazione di Rai News 24 ha sfiduciato il direttore Paolo Petrecca. Dopo mesi di dure polemiche sulla linea considerata troppo filo-Meloni, a determinare la sfiducia è stata la messa in onda di un titolo del Tg che lo scorso 20 febbraio annunciava l’assoluzione di Andrea Delmastro, il sottosegretario alla Giustizia che è stato invece condannato a 8 mesi per rivelazione di segreto d’ufficio, nell'ambito della vicenda che riguarda l’anarchico Alfredo Cospito.
La nota del Cdr: "Tre quarti della redazione contro di lui"
La rappresentanza sindacale di Rai News 24 ha annunciato la sfiducia attraverso un comunicato che recita così: "Dopo l’ultimo caso che ha rappresentato la disastrosa gestione, il titolo ‘Assoluzione per Delmastro', l’assemblea ha incaricato il Comitato di redazione di organizzare una consultazione. Con 132 voti contro e 12 a favore l’attuale gestione editoriale si compone un risultato netto: l’83% dei votanti sfiducia Petrecca". La nota del Cdr prosegue così, spiegando che a votare sono stati i "tre quarti del corpo redazionale. Un segnale chiaro che nessuno potrà ignorare in azienda, a partire dallo stesso direttore il cui mandato triennale è scaduto a novembre 2024".
L'interrogazione parlamentare del Pd: "Danno per il pluralismo"
Non solo il Cdr di Rai News 24, a schierarsi contro Petrecca anche i componenti del Pd della commissione di vigilanza Rai, che hanno presentato un’interrogazione all’Amministratore Delegato della Rai, nella quale si legge: "La situazione rischia di diventare insostenibile per il servizio pubblico, con ripercussioni non solo sul piano reputazionale, ma anche sulla capacità di adempiere alla sua missione di canale all news. Per questo i parlamentari del Pd chiedono di sapere quali tempestive iniziative intenda assumere l’azienda al fine di rimuovere il Direttore Paolo Petrecca e rilanciare il canale Rainews24. Ogni giorno in più con lui alla guida di RaiNews24 è un danno per il pluralismo dell'informazione e per la missione del servizio pubblico".