Rai nel caos: il piano del governo per sostituire l’ad Fuortes, palinsesti 2023/2024 a rischio
La Rai paralizzata dalle vicende politiche potrebbe sbloccarsi nelle prossime ore. L'azienda di servizio pubblico versa in una condizione di stallo da settimane, per il nodo legato all'amministratore delegato Carlo Fuortes e le direzioni di genere, poltrone su cui il governo guidato da Giorgia Meloni avrebbe intenzione di intervenire dopo l'insediamento dello scorso settembre. Quella di oggi dovrebbe essere una giornata determinare.
Le ipotesi di addio di Fuortes
Il governo, secondo quanto racconta Repubblica, starebbe infatti lavorando a un decreto che introduce un nuovo limite anagrafico di 70 anni per gli amministratori dei teatri lirici. Tra gli effetti di questa legge ci sarebbe quello di mettere fuori gioco Stéphane Lissner, attuale sovrintendente e direttore artistico del teatro San Carlo di Napoli. Liberando il suo posto, si farebbe spazio proprio per Carlo Fuortes, attuale amministratore delegato della Rai, avviando un effetto domino che consentirebbe all'esecutivo di agire sui vertici a Viale Mazzini inserendo dei nomi più vicini alla destra.
Scenario nel quale sembrerebbe spianata ad uno tra Roberto Sergio, attuale direttore di radio Rai, e Giampaolo Rossi, ex consigliere di amministrazione del servizio pubblico e considerato ideologo della "rivoluzione conservatrice" nella Tv di Stato per conto di Giorgia Meloni. Il Consiglio dei Ministri in cui si dovrebbero definire i dettagli è previsto per il 4 maggio alle 18, ma attualmente non è ancora chiaro cosa accadrà.
Palinsesti 2023/2024 a rischio
Una cosa è certa, in Rai c'è urgenza di stringere i tempi. Fanpage.it apprende da fonti interne che il problema più grosso è proprio l'immobilismo, una decisione andrebbe presa e bisognerebbe farlo in tempi stretti, entro giugno per la precisione, visto che è quello l'orizzonte temporale entro il quale si dovrebbero definire i piani per la prossima stagione. A inizio estate, come noto, c'è la presentazione dei palinsesti che, in questo momento, vengono scritti dai direttori delle sezioni per generi a matita, non essendoci certezza della loro conferma. Il rischio, verosimile ormai, è che se un cambio ai vertici dovesse esserci dopo la fine giugno, i nuovi nomi incaricati sarebbero costretti a sedersi e occuparsi degli affari correnti per un anno, senza poter incidere in alcun modo sulle sorti dell'azienda. Comunque vada, a risentirne profondamente potrebbe essere proprio la prossima stagione televisiva, decisa all'impronta e senza grandi prospettive.
Se resta Fuortes, a quale scopo? Se viene sostituito, perché? Sono queste le domande che serpeggiano nei corridoi dell'azienda, mentre nelle prossime ore è previsto un Cda che dovrebbe già approvare delle deroghe sui piani di produzione attualmente varati fino al 31 agosto, perché anche qui il rischio è che programmi di inchiesta e approfondimento, pensiamo a Report, che richiedono una preparazione e una gestazione prima di andare in onda, si blocchino in assenza di risorse stanziate e contratti firmati.
Fiorello sta con Fuortes: "Se va al San Carlo ci trasferiamo a Napoli"
Sul fronte Fuortes, intanto, permane un generale dubbio sulle sue intenzioni. L'attuale Ad starebbe vivendo queste settimane con propositività, rapportandosi alle questioni più urgenti con uno spirito che non tradisce la sensazione di non avere un futuro. Al suo fianco, inoltre, si è schierato anche Fiorello con tono scherzoso. Nel corso della puntata di Viva Rai2 del 4 maggio, il comico ha ironizzato proprio sulle indiscrezioni che vorrebbero l'Ad destinato al San Carlo di Napoli:
Pronta la scalata dei fedelissimi di Meloni. Stamattina vedevo gente con corde e ramponi. Roberto Sergio, l’attuale direttore di Radio Rai destinato a diventare il nuovo amministratore delegato, stamattina era in tenuta montanara era già pronto con gli scarponi. Carlo Fuortes è destinato al teatro San Carlo di Napoli, anche noi ci trasferiremo: metteremo il glass in Piazza del Plebiscito visto che questo programma è nato con lui…