Rai condannata per comportamento antisindacale durante lo sciopero del 6 maggio
Ancora bufera interna alla Rai e si alza il livello del conflitto tra l'azienda e il sindacato. Il tribunale del lavoro di Roma ha riconosciuto che il 6 maggio sono stati messi in atto comportamenti antisindacali da parte della Rai. Il comunicato di UsigRai, il principale sindacato dei giornalisti del servizio pubblico, torna a quanto accaduto due mesi fa quando, nei giorni di sciopero annunciati, l'azienda aveva sostanzialmente provato a boicottare o limitare la protesta, garantendo comunque il servizio informativo, con le principali testate come Tg1, Tg2 e RaiNews in onda con un servizio pressoché totale. Si legge nel comunicato:
Nella foga di adoperarsi attivamente a boicottare lo sciopero della larga maggioranza dei giornalisti e delle giornaliste Rai ( il 75 % dei presenti ha scioperato), più di uno ha fatto cose che la legge non consente, e il ricorso alla giustizia del lavoro lo ha confermato.
La Rai è stata condannata a pubblicare la sentenza per due giorni consecutivi sui quotidiani La Stampa, La Repubblica e il Corriere della Sera (edizione cartacea e on line) e sui siti Rai.it e Rainews.it.
Gli obblighi della Rai dopo la decisione del tribunale
UsigRai specifica che l'azienda "dovrà pubblicare il comunicato sindacale Usigrai nei tg Rai dove non era stato mandato in onda, con la dicitura “Il presente comunicato sindacale viene letto oggi, in virtù di provvedimento giudiziale, in quanto la sua lettura era stata illegittimamente omessa nella giornata di sciopero proclamata per il 6/5/2024″. Si legge quindi: "Per l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, è solo il primo passo di una battaglia sui diritti che porterà la Rai davanti ai giudici del lavoro di Pescara e Bari per altre violazioni che hanno caratterizzato quella giornata di sciopero".
La Rai aveva contestato il sindacato: "Nessuna censura o bavaglio"
Alle contestazioni per i tentativi di boicottaggio, la Rai aveva risposto duramente: “la decisione del sindacato di scioperare su motivazioni che nulla hanno a che vedere con i diritti dei lavoratori si inquadra in motivazioni ideologiche e politiche”. La Rai aveva quindi negato qualsiasi forma di “censura o bavaglio”. Quindi l'azienda aveva sostanzialmente contestato la natura dell'iniziativa sindacale:
Lo sciopero del sindacato Usigrai a un mese dalle elezioni europee oltre a impoverire l’offerta informativa, espone il servizio pubblico a strumentalizzazioni politiche, privando i cittadini del fondamentale diritto all’informazione, caposaldo della democrazia”. Messaggio cui Usigrai ha replicato: “Chi sottrae tempo all’informazione ancora una volta è l’azienda: l’Usigrai si attiene alle regole con un comunicato di un minuto, la protervia aziendale impone una replica che dura il doppio.