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Grande Fratello Vip 2022/2023

Perché parlare della depressione di Marco Bellavia in questo modo non servirà a nessuno

Marco Bellavia ghettizzato al Gf Vip per il tentativo di parlare della sua depressione o, ancor peggio, reso cavia per un esperimento sociale sul tema è l’ennesima occasione persa per dare valore a queste delicate condizioni che ogni giorno affliggono milioni di persone.
A cura di Eleonora D'Amore
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Marco Bellavia dice di soffrire di depressione, di essere entrato al Grande Fratello Vip 7 per parlare e sollevare un tema che sta a cuore a milioni di persone. Un tema come gli attacchi depressivi e d'ansia, che nelle ultime ore lo stanno portando all'esasperazione degli stati d'animo, provocandogli continue crisi di pianto. Intorno ha concorrenti che si stanno rendendo impermeabili ai suoi lamenti, che mettono in dubbio la veridicità dei suoi sentimenti sgualciti e gli stanno chiedendo di andare a farsi curare fuori invece di rimanere dentro pensando di sensibilizzare gli italiani, "rendendosi, di fatto, solo ridicolo".

In questo circo degli orrori, dove è in corso una gara di insensibilità travestita da sano agonismo, satellita quest'uomo che un tempo è stato il volto più amato dei bambini. Un volto simbolo di allegria e buon umore, diventato negli anni un nostalgico personaggio della tv che non accetta di essere finito nella bolla dell'anonimato. I "morti di fama", i "trafitti dalla celebrità", così Roberto D'Agostino definì i vari Pamela Prati &co, persone che hanno vissuto a lungo sotto i riflettori, a volte senza meriti effettivi, che nel momento del buio in scena sono crollati, collassando su se stessi. Un viale del tramonto troppo difficile da percorrere, a tal punto da farli inciampare facilmente in un burrone.

Una storia arcinota, soprattutto nella Casa del GF, dove sembra si vada a caccia di questo prototipo di Vip per cannibalizzare l'alone di tristezza che li ha avvolti dal giorno in cui il famoso telefono ha smesso di squillare. In questa settima edizione, caso lampante è quello di Marco Bellavia, che non si è limitato a condividere la frustrazione di essere stato dimenticato dal mondo dello spettacolo, portando sotto l'occhio di bue anche i suoi problemi con la depressione. Perché? "Per aiutare chi si trova nella mia stessa condizione" dice, ignaro forse di trovarsi in una condizione costrittiva e in una situazione troppo esposta a livello mediatico.

Una seduta di gruppo con milioni di telespettatori e la curva dell'auditel a fare da moderazione non è propriamente la situazione ideale per "curarsi" in diretta tv, eppure. Si arriva anche a questo, a pensare che non solo si possa ma si debba farlo per essere d'aiuto agli altri, alimentando così una forma di narcisismo che appare tutt'altro che terapeutica. Sentirsi soluzione per qualcuno quando si è ancora problema per se stessi è pura distorsione, soprattutto in quello che non è un gruppo di recupero, bensì un'arena formata da concorrenti disposti a tutto pur di diventare parte della tappezzeria fino all'ultimo giorno, consapevoli che con il montepremi potrebbero portare a casa l'occasione della vita, ovvero quella di una seconda chance proprio in quel mondo che li ha dimenticati.

Non tutto può diventare una storia acchiappa blocchi, non tutto può essere soggetto a pubblico giudizio. La depressione e le crisi d'ansia necessitano di contesto, di persone qualificate per poterli affrontare quando non si riesce da soli e dello spazio emotivo necessario per farlo in entrambi i casi, tutto quello che un reality show non è in grado di offrire. Da qui, l'essere d'accordo con Signorini quando ha proposto una valutazione più approfondita e, nel caso, anche un'uscita anticipata di Marco Bellavia. Il che comprometterebbe la comprensione del suo stesso ingresso, visto che è avvenuto poco più di una settimana fa, ma vale la pena fermarsi alle buone intenzioni.

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Casertana di origine, napoletana di adozione. Laureata in Lingue e Letterature Straniere all'Università L'Orientale di Napoli, sono Caposervizio dell'area spettacolo a Fanpage.it dal 2010, anno in cui il giornale è nato. Cinefila e appassionata di tv, nel tempo libero mi alleno a supportare un cognome impegnativo. 
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