Perché Massimo Giletti non condurrà più Non è l’Arena su La7 e il programma è stato sospeso
Sono ore di fermento nei corridoi di La7. Nelle prime ore del pomeriggio di giovedì 13 aprile, la rete ha diramato un comunicato stampa che ha ufficializzato la sospensione di Non è l’Arena, il talk affidato a Massimo Giletti. “La7 ha deciso di sospendere il programma Non è l’Arena condotto da Massimo Giletti, che da domenica prossima non andrà in onda. La7 ringrazia Massimo Giletti per il lavoro svolto in questi sei anni con passione e dedizione. Massimo Giletti rimane a disposizione dell’Azienda”, recita la nota che avrebbe apparentemente messo fine al sodalizio professionale, cominciato 6 anni fa, tra il giornalista e l’editore Urbano Cairo.
Massimo Giletti: “Ne prendo atto, penso alle persone che lavoravano con me”
In seguito alla comunicazione della rete, Giletti ha affidato ad Adnkronos il suo commento. “Prendo atto della decisione di La7”, ha dichiarato il giornalista e conduttore di Non è l’Arena, “In questo momento, l'unico mio pensiero va alle 35 persone che lavorano con me da anni e che da un giorno all'altro – senza alcun preavviso – vengono lasciate per strada”. In una nota inviata all'Ansa dopo le voci a proposito di una perquisizione ricevuta, Giletti precisa:
Tutto si chiarirà al momento giusto. Ognuno ha la sua versione. Non voglio aggiungere altro, non parlo, penso solo ai miei, ai 35 che lavorano con me e si ritrovano ora sbattuti fuori dopo 6 anni. Io ho le spalle larghe, penso solo a loro”. Ma, precisa, non sarebbe stato oggetto di alcuna perquisizione da parte delle forze dell’ordine. È tutto falso, non c'è stata nessuna perquisizione nella mia abitazione. Nessuna notifica delle forze dell'ordine, nulla di nulla. Del resto era tutto facilmente verificabile e riscontrabile.
Perché La7 ha sospeso Non è L’Arena: le ipotesi
Numerose le indiscrezioni che si sono rincorse in rete a proposito dei motivi che avrebbero determinato la decisione di Cairo di sospendere Non è L’Arena ad aprile, nel pieno di un palinsesto televisivo che si avvierà verso la sua naturale conclusione solo tra un paio di mesi. Le prime indiscrezioni circolate fanno riferimento a una sorta di fastidio dell’editore di fronte alle manovre di riavvicinamento in corso tra il conduttore e la Rai. Era stato lo stesso Giletti ad aprire all’ipotesi di un eventuale ritorno in Rai in un momento particolarmente favorevole sotto il profilo politico. Proprio i contatti tra Giletti e la televisione pubblica avrebbero spinto Cairo ad accelerare i tempi.
Secondo l’Ansa, le manovre per riportare Giletti in Rai (su Rai2 probabilmente, al timone di un nuovo format che dovrebbero essere collocato al giovedì) avrebbero esasperato un malumore già esistente, legato ai costi e alla raccolta pubblicitaria di Non è l’Arena, spingendo Cairo a fare a meno del format con netto anticipo rispetto a quanto si sarebbe verificato se si fosse deciso di attendere la naturale scadenza del contratto.
Smentita, invece, l'ipotesi che attribuisce la decisione di Cairo a una perquisizione della Direzione Investigativa Antimafia nell’appartamento di Giletti, relativa a ricostruire le circostanze che avrebbero consentito a Giletti di intervistare Salvatore Baiardo, ex tuttofare dei fratelli Graviano protagonista della famosa “profezia” sull’arresto di Matteo Messina Denaro. "Non c'è stata alcuna perquisizione a casa mia", ha precisato il giornalista.