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Perché il trono di Martina De Ioannon è il simbolo del ritorno alle origini di Uomini e Donne

Dalla lacrime di Gianmarco Steri in studio quando ha intuito che non sarebbe stato scelto, alla felicità negli occhi di Ciro Solimeno quando la tronista è andata a riprenderlo nella sua città: il percorso di Martina De Ioannon è il simbolo del ritorno alle origini di un programma che, nelle sue forme migliori, non celebrava solo il trash, ma l’amore e le emozioni autentiche.
A cura di Sara Leombruno
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In un tempo in cui le relazioni nascono e si sviluppano a una velocità spesso controproducente, il pensiero alla base di Uomini e Donne è quello che ne aveva decreto il successo iniziale. Oltre a far riscoprire il fascino del corteggiamento, le coppie potevano conoscersi solo davanti alle telecamere e senza avere contatti tra un incontro e l'altro. Soprattutto, il dating-show di Maria De Filippi scardinava un taboo: quello delle frequentazioni esclusive. La tronista o il tronista potevano dedicarsi contemporaneamente a più partner, senza doversi nascondere. E se è vero che l'attesa aumenta il desiderio e che la mancanza è un potente collante emotivo, è facile intuire perché le clip delle esterne riuscivano spesso a restituire la carica emozionale di un vero e proprio film d'amore. Basti pensare al seguito che si venne a creare attorno ad alcuni dei troni più celebri, come quello di Ramona Amodeo, Teresanna Pugliese o Aldo Palmieri.

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Le intricate storie d'amore, unite al magnetismo del trash generato dalle discussioni in studio, hanno reso il programma un cult di Canale 5. Ma, negli ultimi anni, complice anche la decisione di unire Trono Classico e Over, l'attenzione verso i tronisti era calata a picco. O, almeno, così è stato fino al percorso di Martina De Ioannon, Ciro Solimeno e Gianmarco Steri. Con la prima parte della scelta dell'ex di Temptation Island, Uomini e Donne ha raccolto 2.811.000 spettatori, con il 26.4% di share. Un risultato che, in questa stagione, non era stato raggiunto neppure dall'unico altro evento clou, ossia la puntata della cacciata di Michele Longobardi (che, nonostante l'interesse scaturito, si era fermata al 24.4%).

In un panorama televisivo dominato da artifici, Martina si è presa lo spazio che merita con la semplicità di chi sa di essere autentico, ricordando al pubblico i tempi in cui lo studio era un palcoscenico di emozioni e conoscenze sincere, ben lontane dai sempre più predominanti sogni di business e followers su Instagram. I momenti condivisi con i due ragazzi non hanno avuto bisogno di spettacolarizzazioni, parlavano da sé: Ciro colpiva la ragazza per il lato impulsivo, diretto e irruento; Gianmarco, dal canto suo, ne stimolava la parte introspettiva, regalandole spesso confronti profondi.

Quello di De Ioannon è stato un percorso molto seguito anche sui social, con l'hashtag "Uominiedonne" quasi sempre in trend su X anche nei giorni lontani dalla messa in onda delle puntate, portando il pubblico a dividersi in due fazioni opposte e formate da chi supportava un corteggiatore e chi l'altro, resuscitando un meccanismo che in passato ha sempre contraddistinto chi si appassionava al programma. Dalle lacrime di Gianmarco in studio quando ha intuito che non sarebbe stato scelto, alla felicità negli occhi di Ciro quando lei gli ha detto di voler stare con lui: questo trono è il simbolo del ritorno alle origini di un programma che, nelle sue forme migliori, non celebrava solo il trash, ma l’amore e le emozioni autentiche. I tre ragazzi resteranno nella memoria dei fedelissimi dello show, avendo spinto chi li osservava a immedesimarsi, riconoscersi e premiarli.

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Nata e cresciuta a Napoli, amo apprendere storie e raccontarle. A Fanpage.it mi occupo di spettacolo e i talent-show sono il mio impero romano. Forse perché vivo sentendomi anch'io su un perenne palcoscenico, ma la mia giudice più severa sono sempre stata io.
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