Ginevra Lamborghini è stata l'unica squalificata dal Grande Fratello Vip 7 nella puntata del "processo" contro i vipponi a causa del ritiro forzato di Marco Bellavia. Alla sbarra le azioni di bullismo con le quali lo hanno spinto all'isolamento. Ma questa lezione, alla luce delle dichiarazioni emerse anche dopo, in particolare è servita a chi?
Colpirne uno per educarne cento, punirne una stavolta per educare nessuno. Frasi e arringhe difensive usate subito dopo l'uscita di Ginevra hanno dimostrato che nonostante la lodevole intenzione di Signorini, magistrale conduttore di una tra le puntate più difficili della storia del reality, il tentativo di redimere gli abitanti del divano più spiato d'Italia si è rivelato un clamoroso buco nell'acqua.
"Dovevamo tenercelo così, con le stron*ate che diceva" ha tuonato Gegia al primo blocco pubblicitario, "Non penso di aver sbagliato con Marco Bellavia, siamo stati criticati da leoni da tastiera" replica Patrizia Rossetti, Elenoire Ferruzzi ha scelto il silenzio stampa e preso distanza dalla "neurodeliri" che auspicava risolvesse il caso Bellavia, idem Wilma Goich, immotivatamente non pervenuta dopo le pesanti accuse al volto di Bim Bum Bam. Incommentabile Giovanni Ciacci, convinto che l'uomo disteso sul pavimento in lacrime, disperato dopo notti insonni e "pasticche" prese da una buca del confessionale, stesse pregando. Sì, pregando.
Charlie Gnocchi, amico di vecchia data di Marco Bellavia, ha cercato di tenerlo per mano nelle sue crisi, a volte perdendo la calma poiché costretto nella medesima situazione asfittica. L'unico ad abbracciare Ginevra in preda a una crisi di nervi, a tentare di sedarla, a farla sentire meno sola, ché "altrimenti che facciamo, ripetiamo lo stesso errore due volte?", le ha detto. E lo hanno ripetuto due volte, perché ad oltrepassare la porta rossa è stata solo lei, nonostante i tiepidi cenni di abbandono che non hanno avuto alcun seguito.
Nello studio, incapace di deambulare o articolare pensieri compiuti, terrorizzata all'idea di accendere il cellulare e finire in pasto ai social, c'era sempre e solo Ginevra, quando invece il gruppo si era mosso in branco. Il paradosso: alla gogna è finita l'unica concorrente che si era pentita del suo comportamento ben prima della sentenza, che aveva chiesto scusa e si era posta il problema di essere stata poco utile. Altri, la più stridente rimane senza dubbio Gegia (fosse solo per la sua qualifica da psicologa), si sono mostrati addirittura infastiditi e hanno continuato a sgranocchiare patatine e mikado, sentendosi nel giusto.
Vederli ancora lì dentro mentre la Lamborghini cercava di sopravvivere nella fossa dei leoni, accennando con un filo di voce strozzata lo straccio di motivazioni che l'avevano spinta a rendersi impermeabile alla richiesta di aiuto di un altro essere umano, ha restituito un forte senso di ingiustizia.
L'assunzione di responsabilità in presenza di un danno passa attraverso la condivisione della pena e invece ha continuato a latitare, lasciando il più debole in coda, sprovvisto di mezzi per fronteggiare l'esterno. Inutile illudersi rispetto l'utilità delle punizioni esemplari se a rimetterci è stato il singolo personaggio, il quale, a pensar male, aveva esaurito la sua carica vitale nel programma, neutralizzata dalla diffida della sorella Elettra Lamborghini con la quale è in rotta da anni, e risultando così l'elemento più "sacrificabile" per ridare lustro alla parola empatia.