446 i chilometri percorsi tra lacrime, galline in fuga e tempo delle mele, dalle nove coppie superstiti in questa seconda puntata di Pechino Express del 17 marzo, su Sky e NowTv, che ci ha portati alla scoperta della Turchia sud-occidentale: l’Anatolia con la capitale del Sultanato di Rum, Konya, dà il suo sadico benvenuto ai viaggiatori sfidandoli a completare un aforisma con le parole che gli tocca di setacciare sulle gonne di un gruppo di Dervisci danzanti. Tutti i partecipanti raggiungono di certo un grado di misticismo: solo, più fantozziano che estatico. Poi li abbiamo visti sfrecciare in velocipede verso il lago di Egirdir, popolato da insidiosi gamberetti da collezionare. Infine, l’approdo a Pamukkale, dove un (altro) paio di teste verranno tagliate e rispedite in Italì da questa temibile tappa eliminatoria, la seconda di seguito su due puntate. Una strage.
Come se la saranno cavata i nostri eroi tra pollame in perenne deiezione, discese ardite con conseguenti dolorose risalite e intese sereno-variabili? Ecco le pagelle con sprazzi di sudore, mendicanza e qualche “traumeño”, tra le quali comincia a farsi largo un ospite inatteso: il sabotaggio con dolo.
Alex Schwazer e Bruno Fabbri: “Gli Atletici” – 7
“Ah, ma qui è proprio mors tua vita mia?” (sic). Un peccato che il medico sportivo Bruno Fabbri abbia compreso la regola fondante del gioco proprio nella tappa che avrebbe portato all'eliminazione della sua coppia, quella degli Atletici. Dopo una prima puntata pressoché opaca, ora stavano cominciando a emergere le personalità del duo: entrambi sono dotati di un cuore che è una mollica di pane pucciata nel miele, per esempio. Quando la cattivissima coppia degli Scienziati non li aiuta a recuperare il nome della destinazione da raggiungere, restano attoniti a fissarsi l’un l’altro per tre quarti d’ora percepiti. “Wunderbar” è il commento base di Schwazer, pure quando si ritrova a dormire tra i cartoni in uno scantinato dalla dubbia agibilità: “Questo è il vero Pechino Express”, esclama sorridendo prima di coricarsi in quel tugurio. Sì, lo è. Insieme a Fabbri che raggiunge il traguardo finale auto-diagnosticandosi in piena fase di pre-coma. “Però è la seconda volta che arrivate ultimi e allora è il momento di tornarvene a casa”, così le Italia-Brasile li falciano definitivamente dal gioco, seconda tappa eliminatoria consecutiva, e Schwazer è pure d’accordo: “Se un atleta dando il suo meglio può arrivare quindicesimo e arriva quindicesimo, vuol dire che ha giocato bene”. Che classe. C’è da sperare che le mai rimpiante TikToker, eliminate la scorsa settimana, fossero nelle loro camerette a prendere appunti su come si perde senza smarrire per strada la propria dignità.
Ciro e Giovanbattista Ferrara: “Padre e figlio” – 6.5
Un po’ sottotono rispetto alla prima tappa. Da mattatori ad ammansiti, Ferrara Senior si risveglia dalla spossatezza del viaggio solo quando può cantare Napul’è a un’abitante locale che dà loro alloggio per la notte. Grandi protagonisti di questa seconda avventura a conduzione famigliare, gli zebedei di Ciro aggrediti di piatto da una mela lanciata per errore dal figlio. Figlio che, poco più tardi, si imbatterà in una gallina per la prima volta in vita ed esclamerà: “Guarda, un pappagallo!”. Nonostante le insistenze paterne, Giovi continuerà a vivere nell’equivoco. Urge una voce “disambigua” su Wikipedia. O che qualcuno metta in piedi una Giovipedia. Vogliamo conoscere tutto del pirotecnico mondo lessicale in cui abita questo giovane meraviglioso. E il coccodrillo come fa?
Barbascura X e Andrea Boscherini: “Gli Scienziati” – 0 (come il loro fairplay)
Arrivano i villain. Mentre Barbascura X vive sempre insieme al suo cappello e viene da chiedersi se mai si sentirà quantomeno di cambiarselo per una sciacquata di tappa in tappa, l’ecosistema che si è creato nei dintorni della sua capoccia scatena in lui una malvagità senza pari che contagia pure il socio Boscherini. Così, novelli gatto e volpe, proseguono sorridenti come Joker il proprio percorso, allo scopo di sabotare chiunque gli capiti a tiro. Se all’esordio, i due non avevano brillato per personalità, questo secondo appuntamento ci mostra l’essenza della loro totale malvagità: arrivano a danneggiare la coppia Italia Brasile, furto con scasso style, rubando alle due modelle la busta col nome della destinazione da raggiungere. Le ragazze, ovviamente, non se ne accorgono perché ancora in piena metabolizzazione del termine aforisma (o auforisma? o Enforismo?) ma questo tiromancino era evitabilissimo. Come spesso accade, però, la somma perfidia è parente stretta della più pura ottusità manifesta: scorrettezza per scorrettezza, perché non sabotare i circuiti di quelle cyborg di Mamma e Figlia, geneticamente create per la vittoria?
Rita Rusic e Cristiano Di Luzio: “I Fidanzatini” – 8
Rita Rusic è un essere mitologico e la sua specie, qualunque essa sia, va preservata e protetta. Quando non venerata. 61 anni portati come fossero 25 da compiere, incredibilmente la dea ha sudato. Eccezion fatta per questo infinitesimale momento di malcelata “umanità”, la nostra amazzone rimane inarrivabile per estetica e pragmatismo. Pur di trovare un tetto per la notte, baratta senza indugio la propria fedina, mentre il fidanzato Cristiano, muto, incrocia le dita. Di Luzio ha comunque avuto modo di lasciar emergere se stesso molto di più rispetto alla prima tappa: epica la scena in cui “imbruttisce” un guidatore turco reo di non aver loro offerto un passaggio: gli si fa avanti verso la portiera a spinte di pettorali, maschialfandogli dietro i peggio improperi. Fortunatamente, in italiano. Epica anche la lite tra i due innamorati. Lui non capisce una (stupenda) battuta di lei e le tiene il muso per ore, fino a rifugiarsi accovacciato sul ciglio della strada, sguardo di cemento. Rita, invece di mandarlo al diavolo, lo raggiunge per fare la pace fornendo faraoniche scorte di miele all’Ape Maia. L’impressione, perdonate la nostra ingenuità, è che questi due, 30 anni di differenza e almeno cinque zavorre di cliché sulle rispettive collottole, si amino davvero.
Victoria Cabello e Paride Vitale: “I pazzeschi” – 10 (again)
“Benvenuti nel nostro ego”, annuncia Victoria quando insieme a Paride si presenta al buongiorno di questa nuova tappa: lei indossa una felpa-pigiama tutta tempestata con la faccia del compagno di gara e Vitale viceversa. Colori scelti per l’outfit: fluo da convulsioni. Sempre sferzanti (come da precedente pagella), da oggi anche fini strateghi: la loro tecnica della goccia cinese spossa i malcapitati che gli offrono un passaggio, ignari del fatto che, di “solo una ventina di km” in “solo una ventina di km”, si ritroveranno a far loro da chauffeur dalla mattina fino a notte inoltrata. E poco importa se questi improvvisati “Ambrogio” fossero usciti solo per prendersi un caffè o avessero figli a casa.
I Pazzeschi hanno il languorino di vincere. E la fortuna gli arride se si considera che, i casi della vita, sarà proprio un sosia turco di George Clooney a dargli un letto per la notte. Non ci resta che attendere che Paride si tatui davvero il nome di Giulio Andreotti tutto attaccato sull’avambraccio. “Io senza phon non esisto” dice Victoria messa davanti all’obbligo di svuotare il più possibile lo zaino per riempirlo di mele e superare una prova. Sani principi, sarcasmo corrosivo e astuzia. Se non trionfano ‘sti due soggetti, questo Pechino è truccato e lo vince cavallo pazzo.
Fru e Aurora Leone: “Gli Sciacalli” – 9 + Nobel per la Pace
Finalmente. Fru e Aurora si risvegliano dall’apparente torpore della prima puntata e ci regalano lo spettacolo che meritiamo. Lei rimorchia, senza volerlo, sei ragazzi di uno studentato dopo aver girato l’equivalente di mezza Turchia a piedi sotto una pioggia battente bandiera sfiga. Il flow di Fru quando parla in inglese meriterebbe un voto a parte come personaggio a se stante, e lo stesso vale anche per la sua bontà d’animo: contento di essere arrivato terzultimo “così non devo eliminare nessuno, non ce la farei”, si mostra davvero dispiaciuto quando agli Atletici tocca far fagotto verso l’Italia. Durante la gara, offre un passaggio alla coppia Italia Brasile invece di mostrare loro, come da tradizione pechinesca, il soave dito medio per essere rimaste a piedi. La scena in cui si fa defecare sulla mano da una gallina per un’ora e lo dice, senza lamentarsi, solo a sessanta minuti dall’inizio delle deiezioni è da Guinness dei Primati.
Infine, solo Fru poteva riuscire nell’impresa di risvegliare dal coma Bugo, portandolo a pronunciare la prima frase di senso compiuto dall’inizio del programma a oggi, ovvero: “Qui siamo tutti una famiglia”. Vogliamo lui, le sue lenti da vista appannate dalla pioggia e naturalmente anche la valida Aurora in finale. Non dimenticate di mangiare le verdurine.
Nikita Pelizon e Helena Prestes – “Italia Brasile”: 9.5
Inarrivabili. La leggenda delle modelle sull’oceano. In perenne difficoltà davanti a qualsivoglia prova comporti uno sforzo intellettuale e/o mnemonico, le due sono anche incredibilmente lente nei movimenti. E la fortuna non le aiuta. Mai. In questa seconda puntata, qualche piccolo “traumeño”, più un paio di strigliate da parte di Costantino le ha portate a scoppi di pianto e scoraggiamenti sparsi. Come accade nell’epica dei veri eroi, però, tali inciampi sul percorso non hanno impedito loro di arrivare primissime, aggiudicandosi la tappa e spedendo sostanzialmente a casa gli “Atletici”. Ospitate per la notte da un turco tale e quale (show) a Justin Timberlake, le nostre due amatissime proseguono nel gioco cercando di mantenere la propria beauty routine: impacchi di caffè sul muso compresi. Quale altro programma può regalare una coppia di modelle che entra in catfight dura per comporre un aforisma costituito da parole cucite sulle gonne di Dervisci danzanti? Confusione, disorientamento, tiri mancini e vittoria finale. Ed è una meraviglia.
Bugo e Cristian Dondi – “Gli Indipendenti”: 7
Più incisivi della prima tappa ma comunque incolori, questi due stanno facendo un viaggio a parte. Mentre Bugo si mostrerebbe spaesato perfino su una guglia del Duomo, l’amico di sempre Cristian cerca nuovamente di limitare i danni. Lunari. Il Bugatti non ha reazioni nemmeno quando la macchina che gli ha dato un passaggio va in panne, col motore in fiamme. Forse perché, nel mentre, è troppo occupato a inseguire una gallina (da portare obbligatoriamente alla meta per regolamento) su un marciapiede turco, riuscendo ad acciuffarla per un soffio. “Bravissimo!”, si congratula Cristian. Togliendo l’audio della trasmissione, possiamo distintamente sentire Marco Castoldi in arte Morgan ghignarsela da eliminazione coatta a LOL.
Natasha Stefanenko e Sasha Sabbioni – “Mamma e figlia”: 10 (in quanto Bladerunner)
Invincibili. Ancora una volta, non è possibile assegnare una votazione coerente a queste due biondissime creature aliene. Più alte dei meleti, vincono di nuovo l’immunità, la tappa intermedia e, si mormora, il 30 % del soglio pontificio, grazie alle falcate che Madre (Russia) natura gli ha concesso di avere. Sempre perfette, giocano pure pulito e scherzano amabilmente con gli altri concorrenti.
Almeno fossero antipatiche, avremmo un motivo per poterle detestare. Ma le Ivan Drago di Pechino non ci concedono nemmeno questa soddisfazione e allora non resta che rosicare mentre le vediamo, intonse e senza una goccia di sudore sulla fronte, volare in mongolfiera in groppa alla Turchia, mentre da terra, gli altri concorrenti sputano sangue misto a indicibili improperi per trovar tuguri e inseguir galline. Non concludono la gara sul primo gradino del podio nemmeno questa volta ma, è chiaro, a loro interessa solo la vittoria che conta, quella finale. Da da da.