Patrizia Reitano ricorda il marito Mino: “Volevamo proteggerlo dalla malattia. Ci amava tantissimo”
A quindici anni dalla scomparsa di Mino Reitano, a Verissimo sono state ospiti la moglie Patrizia Vernola e le figlie Grazia e Giuseppina. Insieme hanno ricordato il grande artista, scomparso all'età di 65 anni, a causa di un tumore all'intestino.
L'amore tra Mino Reitano e Patrizia Vernola
A parlare con parole amorevoli di suo marito, nel giorno della sua scomparsa, avvenuta il 27 gennaio 2009, è Patrizia Vernola che racconta con estrema dolcezza il momento in cui si sono conosciuti e dal quale è nato il loro amore:
Il nostro è stato un colpo di fulmine, un incontro di sguardi, è stato molto casuale. Abbiamo rischiato di non incontrarci più, perché lui promise di tornare nella località dove ci eravamo conosciuti, ma noi dovevamo spostarci, quindi gli lasciai una lettera che rischiava però di non essere recapitata. Lui era nella hall, stava partendo, quando ho chiamato per sapere se gli avessero consegnato la lettera.
Hanno rischiato di non incontrarsi più, perché la lettera stava per non essere consegnata nelle mani del cantante, ma alla fine il destino ha scelto per loro. Patrizia, poi, parlando del marito ricorda la sua giovialità e la sua bontà, doti di cui lei stessa si è innamorata:
Era una persona che aveva una carica vitale incredibile, una generosità, lui aveva un pensiero per tutti, per i familiari, per noi, per gli amici, quando qualcuno che non conosceva si rivolgeva a lui non si dava pace finché non aveva fatto in modo fi risolvere il problema. Ci ha amato tantissimo.
La malattia di Mino Reitano
Il periodo della malattia, poi, non è stato affatto semplice. Patrizia e le figlie ricordano di aver dovuto affrontare vari ricoveri, durati oltre i quaranta giorni, prima di avere la diagnosi che avrebbe portato alla scomparsa di Mino Reitano:
All'inizio gli avevano diagnosticato una polmonite, poi, dopo alcuni approfondimenti, è arrivata la diagnosi di tumore (all'intestino ndr). Cercavamo di non fargli capire la verità, perché lui ha sempre avuto paura delle malattie. Cercavamo di proteggerlo. Alla fine però lui credo che abbia compreso e che fosse molto addolorato di lasciarci.
Poi, la donna visibilmente commossa ha aggiunto: "Dicono che per superare il lutto bisogna essere aiutati. Io non ho chiesto l'aiuto di psicologi o di farmaci, ho chiesto il loro aiuto, il loro affetto e della piccola Giulia (la nipote ndr.)".