Paolo Del Debbio risponde a Luca Bottura e Massimo Giannini: “Retequattrismo? Andate a fare in c*lo”

Paolo Del Debbio non le manda a dire. Nella puntata del 27 marzo di Dritto e Rovescio, il conduttore e professore ha aperto con il segmento dedicato al caso di Romano Prodi e della giornalista Lavinia Orefice. Dopo aver introdotto i suoi ospiti ha immediatamente rivolto la parola verso la quarta parete, menzionando gli interventi di Luca Bottura e Massimo Giannini. I due, attraverso i social, avevano espresso parole dure nei confronti della giornalista e del metodo del "retequattrismo", prima ancora di vedere il video integrale di tutto quello che è realmente accaduto.
Che cosa ha detto Paolo Del Debbio a Luca Bottura e Massimo Giannini
Il primo a cui Del Debbio si è rivolto è stato Luca Bottura: "Volevo dire a Luca Bottura che ha scritto "il retequattrismo", lo dica a sua sorella. Non esiste il "retequattrismo". Se pensa che sia qualcosa che non va bene, se lo tenga per sé, perché non se ne fotte nulla nessuno di Luca Bottura". Ma il conduttore non si è fermato al giornalista e autore televisivo, puntando il dito anche contro Massimo Giannini che aveva parlato di "sicari": "Quell'altro piccolo genio di Massimo Giannini che dice: "è ora di rispondere a questo giornalismo", come se lui fosse Letterman. Ma andate a fare in c*lo".
Perché Paolo Del Debbio non ama la parola "retequattrismo"
Paolo Del Debbio aveva già fornito una risposta esaustiva, in questa intervista con Fanpage.it, rispetto al termine utilizzato da Luca Bottura. A domanda diretta: "Le piace il retequattrismo?", il giornalista e professore aveva replicato:
Il “retequattrismo” non so cosa sia. Io faccio il mio. Non ho mai avuto la tessera di un partito, non faccio parte di associazioni, di intruppamenti. Lo Sturmtruppen non mi piace.
Il "retequattrismo" non è un insulto
Si dice "retequattrismo" come se fosse un insulto, un marchio d'infamia da appiccicare a chi fa giornalismo in un certo modo. Questo è il punto. Eppure, il "retequattrismo" è sempre un microfono aperto verso il Paese. Non dovrebbe essere inteso come una parolaccia, ma una medaglia. Il "retequattrismo" è Paolo Del Debbio, Nicola Porro, Daniele Capezzone, Sabrina Scampini, Francesca Barra, Alessandra Viero. È Mario Giordano. È Giuseppe Cruciani. È Barbara Palombelli. È persino Bianca Berlinguer, da un paio di stagioni. È una tv che non si vergogna di essere popolare, che non ha bisogno di chissà quali filtri per arrivare al cuore – e perché no, anche alla pancia – del suo pubblico.