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Oltre TeleMeloni c’è Rete4, quel minuto da Del Debbio che dice tutto del rapporto tra premier e TV

Nello scambio compiacente tra Del Debbio e Meloni c’è tutta la strategia televisiva della premier che, mentre fa la lista dei “cattivi” a cui ancora concede di andare in onda in Rai, separa le emittenti private tra nemiche (La7) e amiche.
A cura di Andrea Parrella
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Il rapporto tra Giorgia Meloni e la TV sta diventando un tratto caratteristico del suo premierato. Si dice da tempo che il piccolo schermo avrebbero perso la sua spinta propulsiva, che non ha più la forza di influenzare le masse come accadeva un tempo, ma il processo di polarizzazione che si sta verificando negli ultimi mesi ci dice, al contrario, che la grancassa mediatica della scatola magica è cruciale per la costruzione e il rafforzamento del consenso.

A pochi giorni dal video in cui la premier si rivolge direttamente agli spettatori di La7, ironizzando di fatto sulla linea editoriale della rete e sulle presunte convinzioni politiche di chi la fa e chi la segue, un altro video si inserisce nella narrazione politico-televisiva della premier. Il siparietto da Paolo Del Debbio a Dritto e Rovescio, andato in onda in conclusione dell'intervista del primo ministro del 30 maggio, è una rappresentazione piuttosto precisa delle scelte che Meloni fa rispetto alle sue presenze in Tv e del clima che la sua presenza scaturisce in certi salotti.

La compiacenza di Del Debbio nei confronti di Meloni va oltre la cortesia che si deve a un premier, quello tra i due pare uno sketch scritto a tavolino, con tanto di assist serviti alle battute di spirito, scambi di complimenti reciproci, velati attacchi ad avversari politici non presenti come Giuseppe Conte, che pochi minuti prima aveva lanciato a Meloni la sfida di un confronto televisivo.

Al netto delle critiche, di quanto sia opportuno un comportamento di questo tipo da parte del giornalista, questo minuto di piaggeria è cartina tornasole della linea comunicativa di Meloni, che va oltre la narrazione di TeleMeloni. Da una parte c'è la Rai bonificata dai luoghi scomodi, con i soli rimasti che vengono puntualmente stigmatizzati e indicati come oasi della sinistra dalla stessa Meloni, come provano video come questo.

Dall'altra un approccio sulle TV private a dir poco chirurgico: Rete4 come salotto accogliente, senza pericoli e un clima compiacente, La7 come il territorio nemico, dove Meloni non metterebbe piede nemmeno sotto tortura, salvo poi andarci quando sarà necessario alzare il livello dello scontro, cosa non necessaria in questo momento di luna di miele totale con il suo elettorato.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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